Primi casi di malattia della lingua blu in Ticino

La febbre catarrale ovina, conosciuta anche come malattia della lingua blu, è arrivata anche in Ticino. Come ricorda il DSS, in Svizzera la malattia ha fatto la sua ricomparsa a fine agosto, con numerosi casi in più cantoni a nord delle Alpi.
Ieri pomeriggio, però, il laboratorio dell'Istituto di virologia e immunologia (IVI) dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) ha validato positivamente otto campioni provenienti da cinque aziende del Mendrisiotto. Si tratta di allevamenti di ovini e di bovini. La febbre catarrale ovina, lo ricordiamo, è una malattia di origine virale che colpisce i ruminanti ma non è pericolosa per le persone.
Il virus si trasmette tramite piccoli moscerini (Culicoides) e può provocare sintomi anche gravi come febbre, emorragie, infiammazione delle mucose, edema e zoppia soprattutto negli ovini, con una mortalità che può essere molto elevata a dipendenza del sierotipo coinvolto. Spesso la malattia ha un decorso più lieve nei bovini, in alcuni casi possono però presentare sintomi gravi e un calo della produzione di latte.
La febbre catarrale ovina, spiega il DSS, è stata rilevata per la prima volta in Svizzera nel 2007, causata del sierotipo 8 (BTV-8) con sintomatologia lieve e bassa mortalità, ad essere colpiti erano principalmente gli ovini. A suo tempo la Svizzera ha attuato un vasto programma di vaccinazione tra il 2008 e il 2010. Attualmente in Svizzera sono presenti il sierotipo 3 (BTV-3), che può causare sintomatologia grave anche nei bovini e una elevata mortalità, e il sierotipo 8 (BTV-8) che causa apparentemente sintomi più lievi e bassa mortalità.
Per quanto riguarda i casi diagnosticati in Ticino, le analisi per determinare il sierotipo sono ancora in corso e saranno disponibili verosimilmente ad inizio settimana.
Obbligo di notifica
In quanto epizoozia da combattere, ricorda il DSS, la febbre catarrale ovina è soggetta all’obbligo di notifica. Se i detentori di animali notano sintomi sospetti, devono immediatamente rivolgersi al loro veterinario di condotta. L’agente patogeno non è pericoloso per l’essere umano e i prodotti a base di latte o carne possono essere consumati senza riserve.
In questo momento le misure di prevenzione consistono nel proteggere gli animali dalle punture di questi insetti con l’uso di repellenti e insetticidi topici e la rimozione o copertura dei siti di riproduzione (cumuli di letame e acque stagnanti).