Il caso

Processo Blatter-Platini: in aula schermaglie come sul campo da calcio

Al via il processo all'ex presidente della UEFA e all'ex presidente della FIFA, accusati di truffa – L'avvocato del tre volte Pallone d'Oro: «Finalmente il dibattimento è iniziato, ma nello stadio sbagliato» – Blatter, che ha accusato dolori al petto e ha dichiarato di non sentirsi bene, deporrà domani
Nico Nonella
08.06.2022 10:24

«Finalmente il dibattimento è iniziato, ma nello stadio sbagliato». Se alla sbarra ci sono due ex pezzi da novanta della FIFA, è lecito aspettarsi che, come sui campi da calcio, anche nell’aula del Tribunale penale federale di Bellinzona ci siano schermaglie, scaramucce e duelli tra accusa e difesa, così come qualche protesta e un po’ di melina.

E così è stato. Il processo a Sepp Blatter e Michel Platini, iniziato come previsto alle 9 di mattina davanti alla Corte presieduta dalla giudice federale Joséphine Contu Albrizio, ha subito visto il tentativo degli avvocati difensori di scombussolare i piani delle controparti: il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) e la stessa FIFA, in aula in qualità di accusatrice privata. Una presenza, questa, che il legale di Blatter, Lorenz Erni, ha contestato con toni garbati ma allo stesso tempo duri al momento di presentare le questioni preliminari: «Non può essere accusatrice privata. Per chiunque abbia conoscenze di diritto privato questo è lampante».

L’affaire Lauber

Un tackle deciso è arrivato anche dal legale dell’ormai decaduto «Roi» Platini, l’avvocato bernese Dominic Nellen, secondo cui questa partita si sta giocando nello stadio sbagliato: «Non la prenda sul personale, signora giudice, ma questa non è la sede giusta. Una persona del canton Vaud ha inviato una falsa fattura a una società con sede a Zurigo, che l’ha saldata: è un caso semplice, la Confederazione non ha giurisdizione». Lo stesso Nellen ha poi rilanciato la tesi secondo cui la FIFA non dovrebbe essere presente in aula come accusatrice privata. E questo perché – ci ha spiegato il legale durante una pausa del dibattimento –, per poterlo fare, un’associazione ha bisogno di una decisione formale dei propri vertici. «E questa decisione non c’è». Lo stesso Nellen ha poi giocato la carta dellasospensione del procedimento per poter svolgere indagini nei confronti dell’ex procuratore generale della Confederazione Michael Lauber, in particolare sui suoi incontri segreti con l’attuale presidente della FIFA, Gianni Infantino.

«Siamo parte lesa»

Dopo una breve pausa, la palla è passata al procuratore federale Thomas Hildbrand, il quale ha respinto le critiche dei difensori dei due imputati, affermando che il ministero pubblico della Confederazione è assolutamente competente a trattare il caso e che la FIFA ha tutto il diritto di costituirsi accusatrice privata: «Due suoi funzionari hanno formato la procura, e questo è sufficiente». Un concetto ribadito anche dalla legale della FIFA, Catherine Hohl-Chirazi, la quale ha parlato di una «cortina fumogena» che la difesa ha tentato di sollevare: «Il pagamento di due milioni da Blatter a Platini non è mai stato approvato dalla FIFA», ha ribadito. «La fattura è stata firmata dallo stesso Blatter, e la Federazione è dunque parte danneggiata: le sono stati rubati due milioni».

Si va avanti, anzi no

Dopo essersi riunita per circa un’ora, da mezzogiorno all’una meno dieci, la Corte ha quindi rigettato tutte le istanze della difesa. Per quanto concerne la competenza del Tribunale penale federale, la giudice ha fatto presente che non si tratta di un semplice caso limitato a una persona residente nel canton Vaud e a una società zurighese. «È una questione molto più complessa», ha sottolineato Contu Albrizio. Per quanto concerne invece la legittimità della presenza in aula della FIFA quale accusatrice privata, la presidente della Corte ha fatto notare che la Federazione ha agito correttamente: «Persone giuridiche si costituiscono accusatori privati tramite i loro organi formali oppure tramite i loro legittimi rappresentanti». La procura è stata sottoscritta dal chief legal and compliance officer Emilio Garcia Silvero e pertanto, ha concluso, la decisione di costituirsi accusatrice privata è perfettamente legale. Da programma, il processo avrebbe dovuto riprendere con la deposizione di Sepp Blatter, il quale ha però accusato dolori al petto e difficoltà respiratorie e ha quindi chiesto, e ottenuto, di poter rispondere alle domande il giorno seguente, oggi.

L’atto d’accusa

Difesa e accusa sono d’accordo su un punto: l’ex fuoriclasse francese è stato consulente di Blatter tra il 1998 e il 2002, durante il primo mandato dell’alto vallesano alla testa della FIFA, e i due dirigenti hanno firmato un contratto nel 1999 che stipulava un compenso annuo di 300 mila franchi per il lavoro di Platini alla Federazione internazionale di calcio, integralmente pagato da quest’ultima. Tuttavia, nel gennaio 2011, «oltre otto anni dopo la fine della sua attività quale consulente», l’ex numero dieci della Francia e della Juventus, «ha fatto valere un credito di 2 milioni di franchi» pagati dalla FIFA, con la relativa fattura firmata da Blatter.

Per la Procura federale, la cui tesi è contenuta nelle 17 pagine del decreto d’accusa,  si tratta di un pagamento «privo di fondamento» ottenuto inducendo «astutamente in errore» i controlli interni della FIFA con dichiarazioni ingannevoli dei due dirigenti. E il sospetto è che il versamento fosse una sorta di «mazzetta» per far desistere l’ex centrocampista offensivo transalpino dalla corsa alla presidenza della Federazione. Secondo i due imputati, invece, era chiaro sin dal principio che si trattava di un regolare salario annuo di un milione di franchi, concordato oralmente e senza testimoni.

Ma quali sono le tappe che hanno portato in aula i due big del pallone? Lo racconta Dario Campione nel suo approfondimento.

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