Proto patteggia, in carcere per 4 anni

Ha patteggiato una pena di quattro anni di reclusione Alessandro Proto, 44 anni, milanese, sedicente broker dell’alta finanza con residenza in Svizzera e casa a Como, arrestato nel giugno scorso per truffa e autoriciclaggio.
Proto, per il quale vigeva anche un divieto d’entrata in Ticino e le ipotetiche amicizie vip, era accusato di avere truffato una donna milanese malata di cancro, alla quale aveva fatto credere di avere perduto una figlia di dieci anni per un tumore e di dover sostenere ingenti spese per rimpatriare la salma dalla Svizzera e per pagare il ricovero dell’altro figlio, finito in cura dopo la morte della sorella. Secondo le accuse, inoltre, l’indagato è arrivato anche a promettere un interessamento, alla donna e a suo marito, per una cura inesistente innovativa contro il tumore, mai arrivata in Italia.
In assenza di un risarcimento, il gip ha disposto la confisca dei 130 mila euro all’indagato, che ha precedenti specifici e che per ora rimane in carcere.
I fatti
Nei primi mesi di quest’anno la Guardia di finanza ha passato al setaccio i suoi conti, dopo aver raccolto numerosi elementi di sospetto in merito a svariati prelevamenti effettuati in contanti in uffici postali della città, tra i quali quello ubicato all’interno del Palazzo di giustizia.
Successivamente è arrivata la denuncia di una donna, vittima di una truffa subìta dall’uomo che, sfruttando le sue critiche condizioni di salute (la donna sarebbe malata di cancro), era riuscito ad appropriarsi di circa 130.000 euro. La vicenda è stata resa pubblica nell’ambito di una inchiesta andata in onda nella trasmissione Le Iene lo scorso 30 aprile. Anna, questo il nome della donna truffata, aveva raccontato: «con bugie su figli morti e in clinica mi ha spillato 130.000 euro». La donna aveva detto di aver incontrato Proto sulle reti sociali quando lui aveva finto di avere una figlia morta a cui non riusciva a pagare le spese del funerale e un figlio in clinica psichiatrica. «Sono caduta in un baratro fatto prima di pressanti richieste di denaro e poi di minacce legali a me e ai miei cari», aveva raccontato.
Gli approfondimenti investigativi svolti al riguardo hanno consentito alle forze dell’ordine di accertare la fondatezza di quanto segnalato dalla donna, di ricostruire i dettagli della vicenda truffaldina e di raccogliere numerosi riscontri probatori. La donna, raggirata dalle condotte spregiudicate e dai racconti manipolatori messi in atto da Proto, gli ha infatti consegnato, a più riprese, la cifra complessiva di 130.000 euro iniziando con un prestito iniziale di circa 900 euro ed assecondando, progressivamente, le successive richieste, trovandosi in uno stato di grave fragilità emotiva.
Le ricostruzioni finanziarie svolte dal nucleo di Como consentono di accertare come Proto avesse, nel tempo, trasferito il denaro ottenuto dalla donna in attività speculative su conti di gioco online, al fine di mascherarne la provenienza.