Il caso

Quei terreni della discordia

Officine FFS: per il compenso delle aree agricole sacrificate a Castione il Cantone avrebbe preferito delle soluzioni in Riviera – Losone è sotto la lente, mentre Camorino prima servirà quale deposito per il terzo binario
Il moderno stabilimento industriale sorgerà qui. © CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
12.05.2022 06:00

«Su specifica richiesta dell’autorità cantonale per la perdita di queste superfici deve essere attuato un compenso quantitativo reale, idealmente nel territorio della Riviera (da Bellinzona a Biasca)». Sono le stesse Ferrovie a metterlo nero su bianco nei piani delle nuove Officine di Castione in pubblicazione fino al 24 maggio, nel faldone (uno degli undici) in cui si illustra il progetto da 580,5 milioni di franchi. Ha dunque stupito la scelta, anticipata dal nostro giornale il 20 aprile, di puntare soprattutto su Losone. Nella fattispecie su un’ex area militare di proprietà del Comune e del Patriziato (per complessivi 3,7 ettari) che si trova vicino alla caserma, all’interno dell’inventario federale dei paesaggi e dei monumenti naturali, dove vivono pipistrelli e cavallette.

Per motivi diversi hanno già preannunciato il pollice verso l’Unione contadini ticinesi (in quanto i sedimi si trovano troppo distanti) ed il WWF per la salvaguardia degli animali e della biodiversità di cui abbiamo appena detto. Due possibili opposizioni all’Ufficio federale dei trasporti alle quali si aggiungeranno quella praticamente scontata del gruppo Mancini & Marti, attivo da oltre otto decenni nel comparto nel quale si insedierà l’innovativo stabilimento, e con ogni probabilità di altri privati.

Vagliati 32 sedimi

Per spezzare una lancia a favore delle Ferrovie dobbiamo sottolineare che si sono dovute sudare le proverbiali sette camicie per arrivare alla quadratura del cerchio. Ossia per trovare gli 8,8 ettari che andranno a sostituire le superfici per l’avvicendamento delle colture (SAC) che verranno sacrificate a Castione. Sono infatti state vagliate ben 32 possibili aree, sottoposte per una verifica preliminare ai preposti uffici cantonali. Fra queste ne figuravano alcune in Riviera, come dei sedimi di proprietà del Patriziato di Biasca. Solamente 8 superfici, tuttavia, osservano le Ferrovie nella documentazione, permettavano un compenso di 18,7 ettari. Dopo un’ulteriore scrematura si è scesi ad un totale di 12,3 ed infine di 8,8 ettari individuati a Iragna, Camorino (una scelta che non piace ad esempio all’ex sindaco Carlo Donadini; si veda il CdT di lunedì), Preonzo e appunto Losone. «Realizzare dei compensi reali risulta estremamente complicato in Ticino, in particolare se questi devono essere ubicati nella medesima regione in cui si realizza il progetto. Per poter compensare compiutamente le perdite SAC si sono dovute trovare soluzioni anche in aree geograficamente non prossime» alla futura Officina.

Il sito inquinato di Iragna

Il processo di conversione ad uso agricolo comporterà quattro fasi. In primo luogo quella di bonifica ambientale per il sito inquinato di Iragna (la superficie è attualmente adibita a deposito; inizio dei lavori nell’agosto 2023 con la demolizione degli stabili esistenti e le analisi nel dettaglio) e del suolo per quanto riguarda Losone (in questo il caso il cantiere aprirà già in gennaio-febbraio). Nel Comune locarnese verrà realizzata un’area SAC estensiva di 38.000 metri quadrati, di cui 10.000 adibiti a frutteti ad alto fusto. Si prevedono inoltre interventi paesaggistici con l’obiettivo di valorizzare il vicino comparto naturalistico (paludi di Arcegno e Piano di Arbigo) e la creazione di un corridoio ecologico. Secondariamente si tratterà di preparare il fondo e, in terzo luogo, di posare il nuovo suolo. Infine andrà rivitalizzato il terreno, rendendolo adeguato allo sfruttamento agricolo.

La tempistica

«Le prime aree possono essere realizzate a partire dal primo trimestre 2023 e terminate nel primo trimestre 2024, ma per il comparto di Camorino (a sua volta suddiviso in cinque distinti lotti ed attorniato da altre SAC; n.d.r.) è prevista la realizzazione a partire dal 2030 in quanto quest’area sarà utilizzata come area di deposito» del progetto del terzo binario di Bellinzona, puntualizzano le FFS. In realtà solo due fondi per oltre 12.000 metri quadri verranno utilizzati per questo scopo; gli altri saranno disponibili ad inizio-metà 2024. Il sito di Preonzo, in conclusione, è «un’area prativa già oggetto di risanamento» ed attualmente «non risulta iscritto al catasto dei siti inquinati».

Correlati
Quei terreni fra pipistrelli e cavallette
Il sedime vicino all'ex caserma di Losone figura fra i fondi individuati dalle FFS per compensare le superfici SAC che verranno sacrificate a Castione - Le altre soluzioni trovate a Camorino, Preonzo ed Iragna