«Quella tragedia ha toccato la coscienza di tutti»

Il 24 ottobre 2001 nella galleria autostradale del San Gottardo si consumò una tragedia che ha toccato la coscienza di tutti. Lo ha ricordato il consigliere di Stato Norman Gobbi ad Airolo durante la cerimonia commemorativa tenutasi domenica mattina a vent’anni da quel funesto mercoledì. Erano le 9.39 quando un TIR con targhe belghe da poco entrato nel tunnel diretto a nord sbandò sulla destra, urtò il marciapiede, rimbalzò sulla corsia di contromano andando a urtare lateralmente il rimorchio di un camion con targhe italiane che trasportava pneumatici. L’impatto generò un furioso incendio che in breve tempo trasformò il tunnel in un inferno di fuoco e fumo. Pesantissimo il bilancio: 11 morti. «Ricordare quanto avvenuto vent’anni fa è un dovere storico e un dovere morale nei confronti di tutti coloro che rimasero vittime della tragedia» ha affermato il direttore del Dipartimento delle istituzioni, il quale ha avuto parole di ringraziamento per chi allora si prodigò in quelle prime ore, nei giorni, settimane e mesi ma anche negli anni successivi per rendere meno pesante le conseguenze di quell’incidente. Tra loro Mauro Chinotti, che visse in prima linea quel tragico evento sia in qualità di vicecapo del Centro di manutenzione del tunnel, sia di sindaco di Airolo. In rappresentanza del gruppo spontaneo organizzatore della cerimonia commemorativa ha preso per primo la parola dopo il momento di raccoglimento e la posa dei fiori davanti al monumento che ricorda le vittime dell’incidente.
«Si ripristini la sala comando»
Oltre a ricordare - davanti ad alcuni familiari delle vittime e a chi allora era con lui al fronte - quanto accaduto vent’anni fa, Chinotti è tornato ad insistere su quello che è un suo cavallo di battaglia: ripristinare la sala comando di Airolo che è chiusa da anni e che è stata sostituita da quella in servizio a Flüelen. Sala comando al portale sud del tunnel che in quei tragici giorni del 2001 si rivelò indispensabile per coordinare gli interventi di soccorso e di ripristino della galleria.
Passi da gigante nella sicurezza
La parola è quindi passata ad Oscar Wolfisberg, attuale sindaco di Airolo, il quale ha sottolineato come a 20 anni di distanza da quella tragedia sia cambiato moltissimo al riguardo della sicurezza nella galleria del San Gottardo. «Ci sono tecnologie e soprattutto sensibilità diverse, permane però la situazione pericolosa di un unica canna bidirezionale» ha precisato Wolfisberg, rammentando che oggi «a differenza di qualche anno fa, godiamo di prospettive ben più serene: siamo infatti alle porte di una grandissima opera che permetterà finalmente agli oltre 6 milioni di veicoli all’anno di transitare da sud a nord e viceversa in canne separate». Con la costruzione del secondo tubo della galleria del San Gottardo il rischio di incidenti non sarà azzerato, ha aggiunto il sindaco, ma perlomeno si potrà evitare quello di scontri frontali con il loro pesante tributo di vittime. La richiesta del raddoppio del tunnel venne ripresa con vigore proprio all’indomani del tragico incidente del 24 ottobre 2001 facendo appunto leva sul tema della sicurezza. «Sicurezza che è probabilmente stato l’argomento più importante che ha portato ben 15 anni più tardi la popolazione svizzera a votare in favore di una seconda canna monodirezionale» ha affermato Wolfisberg.
«Raddoppio, oggi ci siamo»
«Finalmente, anche con il sostegno della maggioranza della popolazione svizzera che ha votato a favore del raddoppio, oggi ci siamo ed i lavori sono iniziati» ha sottolineato Norman Gobbi. Quel dramma che ha colpito molte famiglie e che non sarebbe avvenuto se l’autista dell’autoarticolato che lo causò non avesse bevuto prima di mettersi al volante, ha ricordato il consigliere di Stato ritornando con la memoria a quel periodo, ebbe «ripercussioni molto pesanti soprattutto per il Ticino e per i suoi collegamenti con il resto della Svizzera». L’economia ticinese ne soffrì, «ma si riuscì a superare quel momento difficile grazie alla collaborazione tra aziende, trasportatori e autorità cantonali e federali. Ma anche grazie al grande lavoro svolto che portò alla riapertura del tunnel già otto settimane dopo il gravissimo incidente». Un gravissimo incidente che, ha concluso Gobbi riferendosi agli interventi per il miglioramento della sicurezza nel tunnel del San Gottardo e in altri trafori stradali svizzeri ed europei, «ha perlomeno portato a salvare ulteriore vite. È un segno dell’intelligenza umana. È una conquista del Ticino».