La sentenza

Quelle case della discordia: Davide la spunta su Golia

L’edificazione di due abitazioni a Cresciano, che nel 2023 era addirittura sfociata in un’interrogazione al Governo, ottiene il via libera del TRAM che dà ragione al Comune e ai proprietari: «La revoca della licenza non regge» - Sconfessato il Consiglio di Stato
Alla fine l'ha spuntata il Municipio di Riviera. © CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
09.09.2025 06:00

Capita raramente, ma a volte succede, che anche il Consiglio di Stato venga sconfessato. E che a festeggiare sia un Comune, in questo caso Riviera. Con sentenza di un mese fa, come appreso dal Corriere del Ticino, il Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) ha accolto i ricorsi dell’ente locale e di tre privati in merito alla licenza edilizia per l’edificazione di due case unifamiliari, con ufficio, nel quartiere di Cresciano. Non sussisteva un interesse pubblico particolarmente importante per revocare il permesso come fatto dal Governo.

Tra il fiume, la strada e i binari

I terreni - ubicati tra il fiume Ticino, la strada e la ferrovia - a Piano regolatore rientrano nella zona commerciale-artigianale. Dopo l’abbandono del primo progetto (proprio perché non conforme all’area in questione) i cittadini avevano presentato una nuova domanda di costruzione. Sempre per l’edificazione di due abitazioni articolate su tre livelli, ma con l’aggiunta di un ufficio a pianterreno. Contrariamente al suo Ufficio tecnico, che ha mantenuto la posizione iniziale, stavolta il Municipio aveva disposto la pubblicazione all’albo della domanda ritenendo il progetto consono alla destinazione di zona. Non vi erano state opposizioni da parte dei confinanti.

Domande e vigilanza

In seguito era stata pubblicata pure una variante, non contestata. Alla luce del preavviso cantonale favorevole, l’Esecutivo di Riviera (quello in carica fino all’aprile 2024) aveva rilasciato la licenza edilizia. Apriti cielo. Ad inizio 2023 scatta l’interrogazione al Consiglio di Stato del Movimento per il socialismo (primo firmatario Matteo Pronzini). Il Governo tranquillizza e, parallelamente, dà avvio ad una procedura di vigilanza, permettendo al Municipio di esporre la sua versione. Ciò che fa.

Patrocinato dall’avvocato Filippo Gianoni, il consesso osserva che la licenza edilizia è confacente ai più «recenti sviluppi pianificatori che ammettono zone polifunzionali e miste». Per l’Esecutivo il permesso non va revocato, contrariamente a quanto chiesto dall’Ufficio delle domande di costruzione.

Cosa disse Bellinzona

A fine settembre 2023, tuttavia, il Consiglio di Stato annulla la licenza rilasciata a fine marzo 2022: «La realizzazione di due case d’abitazione in una zona commerciale ove è presente un (importante) inquinamento fonico (strada cantonale e ferrovia) violerebbe diversi principi pianificatori». Irrilevante, per il Governo, il fatto che in quel comparto ci siano altri edifici residenziali. Inevitabile quindi il ricorso del Municipio di Riviera e dei cittadini (rappresentati dall’avvocato Gabriele Gilardi, lamentavano una violazione del diritto di essere sentiti) al TRAM.

Una trentina di pagine

La cui sentenza di 28 pagine, come appurato dal nostro giornale, è giunta un mese fa. Vediamo le conclusioni principali alle quali sono arrivati i giudici. Premessa: secondo la massima istanza giudiziaria ticinese la licenza edilizia è stata rilasciata «in contrasto con il diritto pubblico. Resta ancora da verificare se siano adempiute le ulteriori condizioni per procedere» alla revoca della licenza.

I contratti con l'impresa

Primo punto: l’uso in buona fede della facoltà conferita dalla decisione. I tre cittadini hanno stipulato con un’impresa edile dei contratti per 700 mila franchi per la fornitura e la posa di due abitazioni prefabbricate, con penale di 35 mila franchi qualora avessero optato per l’abbandono del progetto. «Tale accorto impone quindi delle obbligazioni di una certa rilevanza assunte dai ricorrenti tra la data del rilascio del permesso e quella della revoca, confidando nella validità della licenza edilizia», sottolinea il TRAM.

«Zero pericoli per la salute»

Per i giudici quest’ultima può essere invalidata solo qualora violasse in modo particolarmente grave un interesse pubblico eminente (si veda sotto). «Nel caso concreto non risulta la sussistenza di un tale interesse pubblico eminente, né tantomeno l’Ufficio delle domande di costruzione lo dimostra - puntualizza il tribunale -. In particolare la situazione non è talmente degradata, dal profilo viario e ambientale, da mettere in pericolo la salute delle persone e rendere necessaria la revoca del permesso». Tanto più che nella zona commerciale-artigianale di Cresciano non vi sono solo alcuni stabili artigianali, ma altresì diverse abitazioni. La licenza edilizia è ripristinata. Davide ha la meglio su Golia.

Interesse pubblico eminente: cosa significa?

Secondo la giurisprudenza del Tribunale federale un permesso di cui il beneficiario ha già fatto uso, o che è stato emanato nell’ambito di una procedura di accertamento e di opposizione destinata ad esaminare e soppesare gli opposti interessi in gioco, è di principio irrevocabile. Una revoca entra ancora in considerazione se l’atto viola in modo particolarmente grave un interesse pubblico eminente. Fra questi si annoverano la protezione di beni di polizia, quali la salute e la sicurezza delle persone, la protezione delle acque o dell’ambiente e la tutela del paesaggio oppure di un sito protetto.