Quell’intervento della polizia di Lugano in soli 4 minuti, ma allora perché i testimoni parlano di «ritardo»?

Doverosa premessa: quando si assiste a episodi di violenza, la prima cosa da fare è chiamare la polizia. I numeri più immediati, sempre attivi, sono due: il 117 (Polizia) e il 112 (numero unico di emergenza europeo). È proprio il secondo quello digitato da un ragazzo che, la sera dell’11 agosto scorso, ha assistito al tentativo di aggressione di un giovane ai danni dei passanti in pieno centro a Lugano. I presenti, emerge dai loro racconti, hanno mantenuto un comportamento esemplare. Senza ricorrere alla violenza, neppure di fronte alle provocazioni o alla situazione di pericolo. Hanno chiamato i numeri di emergenza e sono riusciti a tenere a bada il giovane molesto in attesa delle autorità. Nonostante l'intervento della Polizia Città di Lugano sia riuscito alla perfezione, entrambi i testimoni ascoltati dal CdT, hanno però lamentato un ritardo nell’arrivo degli agenti. Le cose non stanno proprio così. O meglio, le si può guardare da più punti di vista.
Il primo è quello del ragazzo che più di tutti si è esposto alle minacce, fronteggiando il soggetto aggressivo. Stando alla sua testimonianza, gli agenti di polizia sarebbero intervenuti dopo 25 minuti dalla richiesta di aiuto. È un’esagerazione. Comprensibile, ma pur sempre un’affermazione non veritiera: il tempo è relativo e quando ci si sente minacciati le lancette sembrano non scorrere mai.
C’è poi il punto di vista dell’uomo che ha effettuato le due chiamate al 112. Pure lui sostiene che la polizia abbia impiegato troppo tempo ad arrivare, fornendo dati oggettivi: gli screenshot dello schermo del suo smartphone, che mostrano l’orario delle chiamate e la durata (le due telefonate sono state confermate al CdT dalla Polizia cantonale, ma ci arriviamo).
La prima chiamata al 112 è stata effettuata alle 22.00 ed è durata 5 minuti. Il nostro interlocutore sostiene di aver parlato con una operatrice, alla quale ha descritto la scena e la fisionomia del giovane molesto. Afferma inoltre di essersi rinchiuso nella sua vettura (la chiamata è stata effettuata dall’interno dell’abitacolo) per paura di essere aggredito. All’operatrice, avrebbe richiesto l'intervento immediato di una pattuglia, in quanto, secondo lui, la situazione rappresentava un pericolo per i presenti.
La seconda chiamata è stata effettuata alle 22.10, sempre al 112, ed è durata 47 secondi. Questa volta, racconta ancora l’uomo, ha risposto un operatore, il quale avrebbe subito avvisato la Polizia Città di Lugano. Gli agenti sono intervenuti in soli 4 minuti. La conferma è arrivata proprio dalle autorità luganesi. Tutti questi dati vengono registrati in quanto, in caso di reati, devono essere forniti al Ministero pubblico. Non si scappa: è tutto nero su bianco.
Ed è qui che arriva il terzo punto di vista, quello della Polizia Città di Lugano. Il loro intervento è stato filmato e non c'è nulla da eccepire: nessuno si è fatto male, il ragazzo molesto è stato bloccato e il tutto è avvenuto in maniera praticamente fulminea. Nel video c’è un altro dato oggettivo: l’orario in cui è stato realizzato, ovvero le 22.15. Verosimilmente gli agenti erano arrivati sul posto un minuto prima (telefonata alle 22.10, video girato alle 22.15, arrivo degli agenti alle 22.14. Uguale 4 minuti).
Ma allora perché i testimoni lamentano un ritardo? Ricordiamo che la prima telefonata è stata effettuata alle 22 ed è durata 5 minuti. Non sappiamo quale decisione abbia preso la Centrale operativa in merito alla prima richiesta d’aiuto, in quanto «come da prassi non si entra nel merito delle misure d’urgenza né delle decisioni operative», spiega la Polizia cantonale. Eppure, ammettendo che l'allarme a una pattuglia della Cantonale (ricordiamo che le forze dell'ordine luganesi sono state allertate durante la seconda telefonata) sia stato lanciato alla fine della prima chiamata (dopo che l'operatore ha messo insieme tutte le informazioni fornite dal richiedente, quindi alle 22.05, dato che la telefonata è durata 5 minuti), il tempo complessivo dell'intervento delle due polizie sarebbe di circa 9-10 minuti (una pattuglia della Cantonale è poi giunta sul posto dopo quella della Comunale, arrivata intorno alle 22.14).
I dati sulle tempistiche di reazione della Cantonale non sono disponibili. Però è possibile farsi un'idea: stando al sondaggio LOSAI (Lugano, le opinioni sulla sicurezza degli abitanti: interviste) pubblicato nel 2019, in media trascorrono 9 minuti dalla ricezione della richiesta alla risposta delle autorità (il sondaggio prende in considerazione unicamente la Polizia Città di Lugano, ndr) per interventi su incidenti, rumori molesti, liti, furti (con e senza scasso), aggressioni e rapine. A titolo di confronto, la Federazione svizzera dei pompieri indica che, in caso di chiamata al 118, lo standard del tempo di risposta sia 10 minuti per le zone urbane e 15 minuti per le zone rurali.
Infine, il quarto e ultimo punto di vista. La Polizia cantonale, interpellata dal CdT, puntualizza che «sulla scorta delle informazioni fornite dal richiedente, l’operatore ha proceduto a una valutazione della situazione e ha provveduto ad allarmare le pattuglie sul terreno. I colleghi della Polizia Città di Lugano, e in seguito della Polizia cantonale, sono intervenuti sul luogo, nei tempi adeguati alle circostanze e nel rispetto delle procedure».
In effetti, analizzando tutti i dati a nostra disposizione, le tempistiche dell'intervento risultano in linea con la media registrata negli scorsi anni a Lugano. E una cosa è certa: di fronte ai casi di violenza, bisogna chiamare la polizia. Senza esitazioni, perché quando si è in pericolo il tempo sembra non scorrere mai.