La testimonianza

Questa non è Ibiza: piogge e allagamenti, il racconto di un ticinese

L'isola delle Baleari nel fine settimana è stata colpita dalla DANA Alice: «C'era acqua ovunque, siamo dovuti andare a piedi in aeroporto per prendere l'aereo»
©Sergio G. Canizares
Marcello Pelizzari
13.10.2025 11:15

«Questa non è Ibiza» canta Stash con i suoi Kolors in Italodisco. Un tormentone che, sicuramente, sarà passato per la testa del nostro interlocutore. Ma ci arriveremo. L'isola, nel fine settimana, è stata colpita dalla cosiddetta Depresion Aislada en Niveles Altos, o depressione isolata ad alti livelli o, più semplicemente, DANA. Il fenomeno meteorologico tipico del Mediterraneo occidentale che, l'anno scorso, aveva provocato pesanti inondazioni a Valencia e che, in queste ore, si è rifatto vivo a Ibiza. L'isola del divertimento, alle Baleari, era già stata toccata dal maltempo due settimane fa. È stata battuta ancora, e pure duramente, con strade allagate e disagi più o meno diffusi. La tempesta, a questo giro, è stata battezzata Alice.

«Per fortuna nulla di spaventoso» spiega, da noi contattato, un ticinese appena rientrato dopo un weekend passato, con l'acqua alta diciamo, proprio a Ibiza. «Non siamo mai stati in pericolo, però è vero che da un punto di vista logistico non è stato semplice, fra le altre cose, recarsi in aeroporto per prendere il volo di ritorno». Il problema, spiega il nostro interlocutore, non era tanto l'acqua. O non solo. «Il fatto è che, per via delle inondazioni, a un certo punto non circolavano più né taxi né mezzi pubblici. E l'acqua, beh, era davvero ovunque, anche nella nostra stanza di albergo». La pioggia ha iniziato a cadere, in maniera copiosa, venerdì notte. «Il sabato mattina, però, il tempo volgeva al bello, mentre dal pomeriggio sono ricominciate le precipitazioni, ancora più intense». Ed è proprio sabato pomeriggio che il ticinese, in viaggio con due suoi amici, ha ricevuto sul proprio smartphone la notifica della Protezione civile spagnola. «Una notifica in tutto e per tutto simile a quelle che riceviamo noi con Alert Swiss, in Ticino, ma spedita a tutti i cellulari agganciati alla rete. Ha piovuto senza sosta dalle due e mezza circa fino alle otto, poi per fortuna ha smesso».

Che fare, dunque? «L'avviso diceva, giustamente, di tenersi lontano dai corsi d'acqua e di stare il più possibile al riparo. La gente, in ogni caso, forte del tempo tornato asciutto stava iniziando a uscire di nuovo. C'era chi, con una certa fantasia, si muoveva indossando dei sacchi della spazzatura ai piedi, al fine di non bagnarsi. Ci siamo detti: dai, usciamo pure noi. E così abbiamo fatto. Per giunta, sabato i taxi e i mezzi pubblici pur con qualche difficoltà circolavano».

Attorno alle 2 di notte, fra sabato e domenica, la pioggia è tornata. Con tanto di grandine. Gli accumuli registrati, scrivono i media spagnoli, sono stati importanti: 183 litri per metro quadrato a Sant Joan de Labritja, 177,6 all'aeroporto dove più di un volo è stato cancellato o dirottato, 155,5 a Sant Antoni de Portmany e 137 a Vila. Le piogge torrenziali, fra le altre cose, hanno causato allagamenti stradali, danni ad aziende e abitazioni nonché il crollo dei sistemi di drenaggio e fognatura. «Noi, domenica, avevamo il volo di rientro alle tre e mezza di pomeriggio, ma la mattina vedevamo appunto acqua dappertutto. Siamo scesi in reception, ci è stato detto che sarebbe stato pressoché impossibile trovare un taxi. Pure i mezzi pubblici erano fermi. La strada principale, quella che attraversa tutta l'isola, era allagata in più punti. E così ci è saltato in mente di andare in aeroporto a piedi. Era l'unica soluzione, d'altronde. In taxi ci avremmo impiegato un quarto d'ora, mentre in quelle condizioni, camminando ed evitando l'acqua, ci abbiamo messo un'ora e quaranta. Per fortuna avevamo bagagli leggeri, ma abbiamo visto famiglie con valigie ben più pesanti e ingombranti della nostra affrontare lo stesso tragitto». 

Il nostro interlocutore e i suoi amici sono riusciti, senza troppi patemi, ad affrontare i 5-6 chilometri che separavano il loro albergo dall'aeroporto. «Diciamo che non era invitante affrontare quell'acqua, anche perché fondamentalmente proveniva dalle fogne. Il colore non era dei migliori, per tacere dell'odore». Questa non è Ibiza, già.

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