Ricucire Rivera sopra l'autostrada A2? Si può fare

Si può fare. Il Progetto Alto Vedeggio (PAV), che mira a ricoprire un ampio tratto di autostrada in territorio di Rivera per operare una riqualificazione paesaggistica, è tecnicamente fattibile. Manca ancora l’ok ufficiale di USTRA, che l’autostrada la gestisce, ma alcuni giorni fa il team guidato dall’architetto Marco Giussani di DDFgroup ha consegnato l’affinamento di progetto chiesto proprio da USTRA, che già nell’aprile 2024 aveva espresso le proprie valutazioni positive, evidenziando alcuni elementi da adeguare per garantire la fattibilità tecnica dell’opera. «Obiettivi che, in questa seconda fase, sono stati raggiunti - afferma Giussani: - oggi il PAV può dimostrare piena coerenza tecnica e strutturale, segnando un momento di maturità decisivo per il progetto». La sfida ora sarà finanziarlo. Recuperare 50.000 metri quadrati di territorio da destinare ad aree verdi e attività agricole costerà circa 154 milioni di franchi: il team di progetto ha già individuate alcune possibili fonti di finanziamento in grado di ottimizzare il bilancio costi-benefici da cui dipenderà la realizzazione dell’opera.
Cosa conterrà
Il PAV è il decano dei progetti di copertura dell’autostrada in Ticino e, fatto salvo quello di Airolo, il più avanzato a livello progettuale. Quando era stato proposto, dal basso, sembrava una boutade, ma nel 2022 il tentativo di realizzarlo era già talmente solido da portare alla firma di una convenzione tra i due Comuni proponenti, Mezzovico-Vira e Monteceneri, e il Cantone. Convenzione da cui è poi scaturito il progetto presentato agli Enti coinvolti negli scorsi giorni.
In origine il PAV mirava a coprire tre tratti dell’A2 nell’Alto Vedeggio, ma l’ipotesi di ricucitura nell’area di Sigirino è nel frattempo mutata perché non compatibile con la realizzazione del previsto nuovo svincolo autostradale. Restano per contro valide le ipotesi di ricucitura in territorio di Rivera per un totale di 770 metri di A2 (a cui fa riferimento il rendering sopra) e di Mezzovico-Vira, subito a sud dell’area industriale. Questo secondo tratto è al momento un po’ meno maturo a livello progettuale.
Dal punto di vista funzionale per l’autostrada, il cantiere non dovrebbe dare particolari noie grazie all’utilizzo di ponti mobili e, anzi, nell’affinamento di progetto «la larghezza utile di ogni carreggiata è stata estesa a 13,5 metri proprio per garantire un flusso veicolare continuo (4+0) secondo le direttive USTRA».
Quanto a cosa fare del territorio recuperato sopra all’A2 ricoperta, spiega l’architetto Giussani, «se per il comparto PAV-Rivera prevalgono gli aspetti paesaggistici e territoriali, per il comparto PAV-Mezzovico, lo studio ha messo in luce le potenzialità per la realizzazione anche di un parco fotovoltaico». Oltre al parco fotovoltaico nel comparto è previsto anche un ampio recupero territoriale da destinarsi ad area verde di svago: «PAV integra così in modo virtuoso la riqualificazione del paesaggio con la produzione di energie rinnovabili a chilometro zero, rafforzando in questo modo il suo impatto positivo sul piano ambientale».
Il rapporto costi-benefici
I principi dell’economia circolare, spiega Giussani, sono ingranati nelle fondamenta del progetto e giocheranno un ruolo importante nel tentativo di finanziarie il PAV. Oltre al parco fotovoltaico, un’altra possibile fonte di introiti è data dalla possibilità per le ditte edili attive in Ticino di lasciare i propri inerti per attuare la copertura. Attualmente nel cantone tali siti scarseggiano, o proprio non ci sono, e si fa largo capo all’Italia. E all’orizzonte vi sono grandi opere infrastrutturali come il collegamento A2-A13 o PoLuMe, che potrebbero beneficiare di un sito locale. Vi è poi la possibilità teorica di offrire i terreni che si intendono creare a mo’ di compensazione agricola, in una sorta di perequazione territoriale «a beneficio di opere di pubblica utilità a livello regionale e cantonale». «Si tratta di elementi che confermano il PAV come un’opera strategica non solo per la tutela e la valorizzazione del territorio, ma anche per l’ambiente, la pubblica utilità e l’economia» commenta Giussani.
I prossimi passi
Lo sviluppo è stato ovviamente salutato con felicità a Monteceneri e Mezzovico-Vira. Commenta il sindaco di quest’ultimo Comune, Mario Canepa: «Pensavamo che la cosa potesse procedere un po’ più velocemente, ma forse anche perché siamo stati i primi ci è voluto il suo tempo. Ora si tratta di prendere il PAV e trovare la soluzione giusta per portarlo a casa a livello economico».
L’iter progettuale incrocerà le finanze cantonali in un momento di relativa fragilità e quindi si dovrà dimostrare, nel lungo termine, che il rapporto costi-benefici resterà a favore del PAV. Di esempi in tal senso non ne mancano, come la circonvallazione di Grono, o la copertura di Schwamendingen. Il sentiero è tracciato, ma come per ogni grande opera il percorso non sarà privo di ostacoli.