Mendrisio

Riemergono le pietre, ora si cercano i segreti

Secondo giorno di scavi nel giardino della ditta di onoranze funebri al centro di un’inchiesta – Dal sottosuolo riaffiorano resti di monumenti tombali, tra cui croci e lapidi – Gli approfondimenti si starebbero concentrando sulle procedure di spurgo dei cimiteri
©CdT/Gabriele Putzu

Le immagini in questo caso «parlano» più delle parole. Pietre dalle forme regolari accatastate ai lati del giardino – o di quel che ne resta –, ordinate per dimensione: da una parte le più grandi (tra cui una lapide), dall’altra quelle di dimensioni più ridotte. Al centro uomini della polizia al lavoro con pale e rastrelli, così come una ruspa.

Si è continuato a scavare, per il secondo giorno consecutivo, negli spazi esterni della ditta Organizzazioni Funerarie Fernando Coltamai di Mendrisio che da ieri è al centro dell’attenzione di un po’ tutto il cantone. Alla ricerca di prove che possano confermare (o smentire) le ipotesi di reato formulate: truffa e turbamento della pace dei defunti. «Gli accertamenti sono finalizzati a comprendere se sussistano i presupposti di reati di natura penale (eventuali inadempienze o irregolarità) nell’esecuzione delle opere in campo funerario e cimiteriale», hanno comunicato Ministero pubblico e Polizia cantonale nel tardo pomeriggio di ieri, confermando la notizia anticipata da questo giornale e annunciando l’apertura di un procedimento. Ad oggi non è dato sapere se gli approfondimenti (e gli scavi) abbiano permesso di rilevare irregolarità che sfociano nel penale. Ciò che è certo è che un giorno di lavoro non è bastato e questa mattina gli uomini della Scientifica erano già nuovamente all’opera. Perché qualcosa nel sottosuolo di quel giardino era effettivamente nascosto. Soprattutto pietre, verosimilmente di tombe o monumenti funebri, tra cui croci e lapidi. Ma anche almeno la foto di un defunto e quelle che sembrano maniglie di metallo.

L’inchiesta è delicata. A coordinarla sono la procuratrice pubblica Pamela Pedretti e la procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti. Una si occupa dei reati di polizia, l’altra di quelli di natura finanziaria. Anche dalla parte della difesa le forze in campo sono duplici. Un avvocato difende la ditta, un altro (Andrea Cantaluppi) il titolare Fernando Coltamai. Titolare che da noi raggiunto ieri aveva spiegato di aver appreso dell’apertura del procedimento penale «con sorpresa e rammarico», ma di attendere «serenamente gli sviluppi dell’inchiesta». Dal canto suo, il patrocinatore dell’azienda Simone Beraldi oggi in serata ha diffuso una nota in cui da un parte esprime una «certa amarezza riguardo delle accuse che si ritengono infondate», dall’altra spiega che la società «attende con serenità gli esiti degli accertamenti in corso, continuando nel frattempo a garantire l’impegno e la massima serietà dimostrata nei lunghi decenni di attività».

Il blitz con ruspa e pale è la conseguenza di settimane di approfondimenti in cui non sono mancate perquisizioni, interrogatori (al vaglio degli inquirenti vi è la posizione di due persone) e sequestri di materiale. Approfondimenti partiti dopo una segnalazione e che hanno permesso di raccogliere indizi sufficienti da giustificare degli scavi nel giardino della nota ditta mendrisiense. Le speculazioni e le voci nelle ultime ore si sono moltiplicate, arrivando anche a formulare ipotesi che riguardano resti umani. Allo stato attuale delle indagini, stando a nostre informazioni, non sarebbero state rilevate evidenze in tal senso. Sempre stando a nostre verifiche al centro dell’inchiesta vi sarebbero quelle note come procedure di spurgo dei cimiteri. Iter, questi ultimi, severamente regolati che implicano lo smaltimento dei monumenti funebri.

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