Sale la pressione migratoria, tra disponibilità e perplessità locali

È sempre più forte la pressione migratoria ai confini ticinesi. Lo confermano le cifre diffuse nelle scorse ore dall’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC), che riguardano il mese di ottobre. In quel lasso di tempo i soggiorni illegali registrati al confine sud sono stati 2.435, circa 300 in più di quelli segnalati in settembre, quando erano stati 2.144 (in agosto erano stati 1.309). Il nostro cantone si inserisce in un trend nazionale (e non solo): in Svizzera in ottobre i soggiorni illegali, vale a dire le persone fermate dopo aver varcato il confine nazionale senza i permessi necessari, sono stati 7.891, oltre 1.200 in più del mese precedente quando erano stati 6.679. Ma questo numero era di circa 2.000 unità fino alla scorsa primavera. A completamento dei dati diffusi l’UDSC precisa che i migranti entrati illegalmente in Svizzera sono principalmente di origine afghana e tunisina.
Le cifre rese note ieri, v’è da sottolineare, non sono sorprendenti. Solo giovedì l’Ufficio dei richiedenti l’asilo e dei rifugiati del Canton Ticino aveva fatto sapere che i richiedenti l’asilo attribuiti al Ticino dalla Confederazione nelle ultime tre settimane circa sono stati 124 (nel 2021 erano stati 270 in tutto l’anno, nel 2022 finora sono stati 377 ). Questo è legato al fatto che la Segretaria di Stato della migrazione, visto l’elevato numero di richieste d’asilo, si trova costretta a «ridistribuire» i migranti ai Cantoni.
Benché si inseriscano tutti nell’ambito della pressione migratoria ai confini, i dati riguardanti le richieste d’asilo sono comunque da distinguere da quelli della migrazione illegale: un migrante che giunge nel nostro Paese ha due possibilità, depositare una domanda d’asilo con l’intenzione di restare (in questo caso viene trasferito in un Centro federale d’asilo) o manifestare l’intenzione di proseguire il viaggio. In questa seconda eventualità i migranti vengono o riammessi in Italia o invitati ad allontanarsi dal territorio nazionale entro una certa data. Attualmente i migranti che depositano una domanda d’asilo sono circa 1.000 a settimana, a questo numero vanno aggiunte 800 domande da parte di rifugiati ucraini.
Di Chiasso, ma a Mendrisio
L’aumento della pressione migratoria ai confini ticinesi nelle scorse ore ha avuto anche ripercussioni locali. La Perfetta di Arzo (di proprietà del Comune di Chiasso ma in territorio di Mendrisio) è infatti stata messa a disposizione per alloggiare i richiedenti l’asilo. La struttura è stata aperta con questo scopo quasi all’improvviso, suscitando perplessità (e provocando domande) da parte della politica locale. In un’interrogazione il gruppo Lega-UDC-UDF del capoluogo (primo firmatario Alessio Allio) ha in particolare chiesto delucidazioni sulle garanzie in termini di sicurezza, sulla gestione delle presenze e sugli eventuali oneri economici per la Città.

Perplessità sono state manifestate anche dalle autorità. Il sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini non nasconde una certa insoddisfazione a livello comunicativo: «Ci è arrivata solo una lettera informativa a decisione già presa». Ad ogni modo, la Città è pronta a fare la sua parte. «Non vogliamo esimerci dal dare una mano, se si può» conferma Cavadini. «Chiaramente, però, sono operazioni che vanno un attimo concordate per dare anche la giusta informazione alla popolazione». E poi, non va dimenticato, «bisogna coordinare anche alcuni aspetti, come ad esempio quelli inerenti la logistica e la sicurezza». Alla base di tutto, l’Esecutivo di Mendrisio ben comprende «l’emergenza umanitaria in corso e la difficoltà che stanno attraversando la Confederazione e il Cantone. Ognuno dove riesce, può fare la sua parte – commenta –. Ci si aspetta, però, un certo tipo di coinvolgimento».
Come scritto, la riapertura della Perfetta è stata quasi improvvisa: «È successo tutto molto velocemente – conferma la municipale di Chiasso Sonia Colombo-Regazzoni –, quasi dall’oggi al domani. Ci è stata chiesta disponibilità e abbiamo aderito. Siamo consapevoli che la situazione è critica, i posti letto sono in esaurimento e quindi qualche struttura supplementare bisogna trovarla». L’edificio di Arzo sarà verosimilmente solo il primo di una serie ad accogliere richiedenti l’asilo in questo momento critico, «ma ora nel Mendrisiotto vedo difficilmente altre strutture idonee», conclude la municipale. La Perfetta è stata concessa per 3 mesi, sino a fine febbraio.
Posti disponibili e letti aggiuntivi
I posti letto a disposizione nei Centri federali d’asilo in Ticino erano 660 fino a qualche giorno fa (divisi tra Chiasso e Pasture). Ora a questi vanno ad aggiungersi i 74 di Arzo. Oltre ad aver aumentato la capienza dei centri di Pasture e di via Motta, a Chiasso è anche stato riattivato l’ex Punto di affluenza (PAf), il dormitorio già aperto in passato ricavato negli ex magazzini delle FFS della cittadina di confine (circa 140 posti letto).