Il caso

Salvi gli alberi lungo il viale Stazione

Bellinzona, la parte centrale della spina dorsale non verrà per ora sistemata: nessuna rimozione quindi delle 107 piante secolari
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
08.05.2023 22:40

«I padroni di tutto il Viale della Stazione sono tre piccioni partiti insieme da presso l’ardita bottega ove si vende l’orologio che segna l’ora esatta per tutta la vita». Con ogni probabilità i columbidi al centro della poesia di Giorgio Orelli qualche volta si saranno posati, anche solo per un istante, sugli alberi che abbelliscono la parte medio-alta della spina dorsale di Bellinzona. Quella che dal nodo ferroviario arriva fino a piazza Nosetto. Piante che potremo ammirare ancora per molto.

Il Legislativo della capitale stasera ha respinto (con 24 voti favorevoli, 26 contrari e una astensione) la mozione presentata nel gennaio 2022 da Vito Lo Russo (PLR) e cofirmatari per la sistemazione del citato tratto stradale. Nessuna rimozione quindi dei 100 tigli e dei 7 ippocastani. Non spariranno nemmeno i posteggi laterali, e pure il concetto di mobilità generale (veicolare e pedonale) rimarrà lo stesso.

Un tema che divide

È un tema che inevitabilmente ha diviso la politica e l’opinione pubblica e continuerà a farlo pure nei prossimi anni. Nell’estate 2019, quando era trapelata l’eventualità che il Municipio potesse metter mano alle motoseghe, in una sola settimana erano state raccolte online 6.472 firme contro l’abbattimento delle piante. «I cittadini dimostrano un grande affetto per i loro alberi e lanciano un importante segnale verso la politica, anche in considerazione dei cambiamenti climatici in corso», disse il consigliere comunale dei Verdi Ronald David il 13 agosto, quando consegnò una chiavetta USB con le sottoscrizioni per evitare lo spreco di carta, unitamente alla riproduzione in miniatura di un tiglio.

Sui social media, allora, la questione aveva mobilitato il popolo del Web in difesa del verde. «Ne terremo conto», affermò il sindaco Mario Branda. A distanza di quattro anni scarsi quella che sembrava fin da subito la cronaca di un taglio annunciato non è diventata realtà.

Fra riqualifica e perizie

La parte bassa del viale Stazione, da piazza Collegiata a Largo Elvezia, è stata oggetto di restyling tra il 2014 ed il 2015. La pianificazione era stata elaborata 3-4 anni prima dal Settore opere pubbliche e comprendeva anche la parte medio-alta: rifacimento delle sottostrutture, della pavimentazione, dell’arredo e dell’illuminazione pubblica. Poi, a seguito del cantiere per la nuova stazione FFS, il progetto è stato suddiviso. Solamente nel febbraio 2019 sono state ritirate fuori dal cassetto le proposte per l’area che dal nodo ferroviario va fino all’altezza del negozio Salt, per intenderci. E in autunno è poi stata eseguita una perizia sullo stato di salute degli alberi, secondo la quale l’aspettativa di vita degli ippocastani è di 10 anni, quella dei tigli (presenti dalla fine del XIX secolo) di almeno il doppio per il 90% degli esemplari.

Urgenza o no?

Il lifting completo del viale - dal costo non indifferente che, allo stato attuale, non è in ogni modo stato indicato - non è possibile salvando le piante (in quanto le radici non riuscirebbero a sopportare l’intervento), le quali verranno sostituite, ha sempre sostenuto il Municipio. Dello stesso avviso è stato il parere della Commissione dell’edilizia, il cui relatore Alessandro Minotti (Lega-UDC) ha però osservato in sala che «la mozione ha suscitato numerose reazioni in città. L’Esecutivo ha deciso autonomamente sulla rimozione degli alberi, che sono ancora sani. Non sono altresì previsti lavori urgenti alle sottostrutture. Ecco perché come gruppo riteniamo che la sistemazione non deve avvenire a scapito delle piante».

Ronald David (Verdi-FA-MPS-POP) ha sottolineato che quasi tutte le forze politiche sono favorevoli a «rinfrescare il viale Stazione, ma non a queste condizioni. È un dibattito che suscita molta emotività. I bellinzonesi sono molto legati al viale, dal punto di vista storico ma non solo. Dove non c’è un filo di ombra, soprattutto per gli anziani, è impossibile goderselo. Una città che si vuole al passo con i tempi non può abbattere gli alberi».

La coscienza ecologica

«Che fretta c’è. Le piante stanno bene dove sono. Il viale non è così fatiscente come si vuole far credere. Creiamo piuttosto un gruppo di lavoro per approfondire l’argomento», ha affermato Claudio Buletti (Unità di sinistra). Gli ha fatto eco la collega di partito Rosalia Sansossio, secondo la quale «tanto è cambiato lungo il viale, ma gli ippocastani e i tigli sono sempre lì, opere d’arte viventi. Sono rappresentative di un’epoca». Nel terzo intervento in casa socialista, la capogruppo Lisa Boscolo ha rilevato che «c’è sempre più coscienza ecologica fra la popolazione, viepiù attenzione al rapporto fra natura, uomo e città. Al momento ci sono altre priorità. Non si capisce inoltre in quale modo gli alberi verrebbero sostituiti. Per non parlare dell’ostinazione di voler mantenere i posteggi sul viale. Perché non pedonalizzarlo, invece?».

Le tempistiche

«Il verde è imprescindibile per la qualità di vita», ha evidenziato Maura Mossi (Più Donne). Il capogruppo PLR Andrea Cereda ha puntualizzato che «non si può aspettare a sistemare il viale. Non dobbiamo approvare il taglio preventivo delle piante, ma l’allestimento di un messaggio municipale per pensare alla sostituzione adeguata dell’alberatura». È partito dall’Egitto Tuto Rossi (Lega-UDC), «da monumenti colossali trasportati in un altro posto», per dire che «si possono rifare le sottostrutture mantenendo in vita le piante. Alberi secolari che non possono essere sostituiti, tra l’altro». La parola è in seguito passata al mozionante, Vito Lo Russo (PLR): «Il viale sta andando a catafascio. E il viale è di tutti». Il capogruppo del Centro Gabriele Pedroni si è soffermato perlopiù sulle tempistiche, auspicando di non perdere più tempo. Brenno Martignoni Polti (Lega-UDC) ha ricordato alcune promesse del passato, quando si diceva che gli alberi sarebbero stati sostituiti e poi così non è avvenuto.

Le spiegazioni del Municipio sono giunte dalla voce del capodicastero Opere pubbliche Henrik Bang, il quale ha precisato che «fa piacere questo attaccamento alle piante che sono state messe a dimora prima di noi. L’Esecutivo ha voluto essere trasparente. Non si può rifare il viale senza intaccare il verde urbano. Non vogliamo creare false illusioni«.

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