Schianto dell'elicottero a Gordola nel 2022, ecco che cosa è successo

Lo schianto dell’elicottero della Heli-TV nella Valle del Carcale, a Gordola, avvenuto il 16 marzo 2022 è stato provocato dalla collisione con la linea ad alta tensione. Hanno contribuito al verificarsi dell’incidente, in concomitanza tra loro, diversi fattori. Lo conferma – così come era stato anticipato in quello preliminare – il rapporto finale del Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza (SISI). Al momento dell’incidente, lo ricordiamo, l’elicottero stava trasportando materiale edile al gancio baricentrico. Si trattava di voli per il trasporto di legname riguardanti i lavori di risanamento delle sorgenti nella zona del parco Carcale poco sopra l’abitato di Gordola. L’elicottero ha urtato i fili dell’alta tensione ed è precipitato al suolo, incendiandosi. Il pilota – un 49.enne domiciliato in Riviera, esperto e istruttore di volo – è morto sul colpo.
I dettagli
La missione oggetto dell’incidente avrebbe dovuto svolgersi con un altro equipaggio il giorno precedente, ma è stata rinviata a causa della nebbia. L’inizio dei voli a Gordola era previsto per le 10:30. Il giorno dell’incidente, mercoledì 16 marzo 2022, il pilota ha iniziato la giornata lavorativa alle 08:09 a Bellinzona, è uscito alle 08:57 per recarsi a una visita medica, alle 10:11 è rientrato per poi partire in auto verso Lodrino, dove è arrivato alle 10:32. L’elicottero H125 immatricolato HB-ZTV è decollato e si è annunciato alle 10:39 sulla frequenza della torre di controllo dell’aeroporto di Locarno. Il pilota ha richiesto, mediante la radio ricetrasmittente, l’aggancio di una fune di trasporto di 40 metri e ha fatto effettuare il rifornimento di 90 litri di carburante. Alle 10:46 ha comunicato alla torre di controllo che la missione si sarebbe svolta tra Gordola e la valle del Carcale. Si è recato al punto di carico, dove è stato agganciato alla fune di trasporto un mazzo di legname da costruzione. L’elicottero ha sollevato il carico e proseguito risalendo la valle del Carcale, volando al di sotto dell’elettrodotto a valle. Il collega si è spostato nel punto in cui era previsto l’arrivo del carico e, «vedendo l'elicottero avvicinarsi con una velocità da lui valutata come superiore al solito e a una distanza verticale sotto ai conduttori elettrici stimata in circa 15 metri (inferiore a quella di sicurezza richiesta, minimo 20 m), ha reso attento il pilota più volte, mediante la radio, senza però ottenere risposta». La valle è percorsa trasversalmente circa a metà da due elettrodotti ad alta tensione, non equipaggiati di marcature sferiche arancioni, riportati sulle carte degli ostacoli della navigazione aerea. L’elettrodotto più nord oggetto dell’incidente, da 150 kV, collega la centrale della diga Verzasca con la sottostazione di Magadino.
Alcuni secondi dopo, si legge nel rapporto del SISI, «l’elicottero ha urtato con il rotore principale un conduttore dell’elettrodotto ad alta tensione, tranciandolo. L’esercente dell’elettrodotto ha registrato la disgiunzione del conduttore alle 10:47:25. Il rotore con la scatola di trasmissione principale e il rotore di coda sono stati istantaneamente divelti dalla cellula che è precipitata al suolo incendiandosi. I due spezzoni del conduttore tranciato sono caduti al suolo sui rispettivi versanti della valle». Il pilota è stato colpito da una scarica elettrica ad altissima tensione. «È verosimile che questa scarica abbia fatto perdere o alterato immediatamente lo stato di coscienza» del 49.enne, «che è in seguito deceduto a causa del politrauma riportato durante l’impatto con il suolo».
Che cosa è andato storto
Aspetti personali
Un presupposto: il pilota era esperto. In totale possedeva un’esperienza di volo di 6.731 ore, buona parte delle quali svolte in attività di trasporto commerciale e lavoro aereo con l’elicottero. Sul cantiere oggetto dell’incidente aveva in precedenza compiuto una decina di missioni.
Ma ci sono aspetti personali che non possono essere sottovalutati. Il 49.enne è arrivato in ritardo alla base di Lodrino e di conseguenza anche al cantiere. «La pianificazione del tempo molto stretta ha impedito lo svolgimento in maniera adeguata di elementi basali quali per esempio una preparazione completa al volo rispettivamente una ricognizione o un briefing presso il luogo di impiego». Il pilota era inoltre confrontato con una situazione stressogena a livello personale. «Stress e tensioni emotive comportano potenzialmente la mancata o incompleta esecuzione di compiti o parti degli stessi», scrive il SISI. «Le emozioni e i pensieri possono impegnare molteplici risorse. In particolare, nel caso di compiti difficoltosi e complessi quali ad esempio l’operazione oggetto dell’incidente, questo può portare presumibilmente a una riduzione delle prestazioni. Nel caso in oggetto è possibile che il pilota, a seguito della sua situazione personale e della quantità di compiti da svolgere contemporaneamente prima e in particolare a breve termine durante l’esecuzione del volo, abbia subito un’alterazione della percezione compromettendo l’adempimento dei suoi compiti. Questo ha possibilmente comportato che la sua attenzione si sia orientata in modo insufficiente in direzione dell’ostacolo che si trovava sopra l’elicottero (i cavi ad alta tensione, ndr.). La pianificazione temporale inadeguata e la combinazione degli altri fattori umani possono aver contribuito all’originarsi dell’incidente».
Analisi dei rischi
L’impresa di costruzione aveva formato il personale per quanto attiene i propri aspetti di sicurezza, ma non ha preso in considerazione i rischi legati all’attività di volo. «A parte colloqui telefonici mirati all’organizzazione del programma di lavoro, non risultano esserci state delle riunioni di coordinamento fra i diversi attori per quanto riguarda la gestione dei rischi inerenti i voli», secondo le analisi effettuate dal SISI. «Non risulta una gestione del rischio per i voli coordinata a livello superiore tra tutte le aziende coinvolte. La comunicazione sui vari temi inerenti la sicurezza dei voli non risulta essere avvenuta in modo costante».
Le conclusioni
L’incidente è stato causato dalla collisione del rotore principale dell’elicottero con un conduttore dell’elettrodotto ad alta tensione in esercizio, non avendo il pilota percepito per tempo l’avvicinarsi all’ostacolo al di sopra dell’elicottero. Hanno contribuito al verificarsi dell’incidente, in concomitanza tra loro: la difficoltà nella stima della corretta distanza; la mancata messa in atto sul cantiere di misure di mitigazione del rischio efficaci; lo stress generato da una inadeguata pianificazione delle tempistiche personali del pilota.
L'inchiesta ha individuato i seguenti fattori di rischio sistemici, che sebbene non abbiano influenzato il verificarsi e l'andamento dell'incidente, rappresentano comunque un rischio per la sicurezza: la mancanza di considerazione nelle analisi dei rischi degli operatori aerei degli effetti delle interferenze elettromagnetiche che insorgono nei pressi degli elettrodotti sotto tensione; la mancanza di integrazione delle ditte di trasporto aereo nei processi di pianificazione e gestione del rischio dei cantieri.