Semisvincolo, la votazione è valida

Bocciato il ricorso di Matteo Cheda contro gli asseriti finanziamenti pubblici occulti a favore del sì
Nulla da fare per gli oppositori del semiallacciamento autostradale di bellinzona Centro: il Tribunale cantonale amministrativo ha stabilito che la votazione del 23 settembre 2012 non è da ripetere. (foto Archivio CdT)
Red. Online
24.04.2015 05:52

BELLINZONA - La votazione con la quale il 23 settembre 2012 i ticinesi avevano dato via libera con il 50,81% dei voti al semisvincolo autostradale di Bellinzona non dev'essere ripetuta. Così ha stabilito il Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) bocciando il ricorso con il quale Matteo Cheda in buona sostanza chiedeva di inficiarne l'esito poiché la campagna del comitato «Via libera Bellinzona» favorevole alla realizzazione del semisvincolo sarebbe stata finanziata in maniera occulta con denaro pubblico: 50.000 franchi versati dalla Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese (CRTB) ed altri 30.000 da alcuni comuni della regione. Finanziamenti che occulti non erano, argomenta il TRAM nella sentenza trasmessa ieri alle parti. Già in occasione del dibattito pubblico del 5 settembre 2012, ovvero due settimane prima del voto, il presidente della CRTB Simone Gianini aveva reso noto il contributo versato a favore della campagna per il sì al semisvincolo. Un dibattito al quale i quotidiani avevano dedicato ampio spazio nell'edizione del 7 settembre, riferendo di tale contributo e, in un caso, di quello di 20.000 franchi stanziato dal Municipio di Giubiasco. Ciò che aveva dato il via ad una ridda di interventi con i quali i contrari al semisvincolo, tra cui lo stesso Cheda, denunciavano l'uso improprio di denaro pubblico. Pertanto Matteo Cheda, proseguono i giudici cantonali, non può sostenere di aver ottenuto l'informazione decisiva per la contestazione dell'asserito finanziamento pubblico dopo che i risultati della votazione erano già stati proclamati ufficialmente. Tuttavia, anziché insorgere subito dopo avere avuto conoscenza dei finanziamenti pubblici a favore del comitato "Via libera Bellinzona", Matteo Cheda ha scientemente atteso lo svolgimento della votazione per poi contestarne l'esito avverso alle sue intenzioni» scrive ancora il TRAM, sottolineando che per questo motivo non ha ad ottenere una revisione del risultato della votazione «a prescindere dal benfondato degli argomenti addotti a questo fine». Partita chiusa? Non ancora: Matteo Cheda ha tempo un mese per eventualmente appellarsi al Tribunale federale.