Si avvicina il processo per la presunta maxi truffa sull'oro da dieci milioni

È stata descritta con un’inchiesta particolarmente complessa e voluminosa, ma ora sembra pronta per approdare davanti a un giudice. Come si apprende da una sentenza incidentale della Corte dei reclami penali pubblicata negli scorsi giorni, il procuratore pubblico Daniele Galliano ha rinviato a giudizio tre persone sospettate, per dirla con le parole del Ministero pubblico «di aver raccolto ingenti fondi prospettando, contrariamente al vero, importanti possibilità di guadagno nel campo della compravendita di metalli preziosi». Le loro vittime sarebbero centinaia, fra cui diversi ticinesi, e l’indebito profitto da loro ottenuto supererebbe i dieci milioni di franchi. Il presunto sistema truffaldino è stato operativo tra il 2010 e il 2018, anno delle prime denunce. I tre - cittadini svizzeri domiciliati nel Luganese e nel Bellinzonese di 60, 87 e 72 anni - devono rispondere delle accuse di truffa aggravata e appropriazione indebita di depositi del pubblico per un’importo pari a oltre 19 milioni di franchi. Il 60.enne deve inoltre rispondere, singolarmente, dell’accusa di appropriazione indebita (per aver asseritamente sottratto dei soldi a un congiunto) e di esercizio abusivo della professione di fiduciario.
Due di loro sono stati rinviati a giudizio di fronte a una Corte delle assise criminali, mentre il terzo, che lavorava quale contabile presso il «fiduciario» è stato rinviato a giudizio di fronte a una Corte delle assise correzionali, con la formula del rito abbreviato. Ha infatti riconosciuto le sue colpe. Il suo, inoltre, sarebbe stato un ruolo più defilato: complice e non correo. Questo perché, in qualità di contabile, si sarebbe «limitato» a eseguire i bonifici bancari ai clienti (i soldi dei clienti nuovi andavano a rimborsare i clienti vecchi: un classico schema ponzi, o buco-tappabuco) e a tenere aggiornate le tabelle excel con il riassunto del denaro versato da ogni singolo cliente ed i relativi rimborsi.
Stando a quanto appreso da questo giornale, a oggi i due processi non sono ancora stati agendati dal Tribunale penale cantonale.
In 127 avrebbero perso tutto
A impressionare in questa vicenda sono le cifre. Stando a quanto sostenuto dall’accusa, il duo con la complicità del contabile avrebbe convinto ben 318 clienti a investire nella presunta compravendita di oro che prometteva ingenti guadagni. Degli oltre 19 milioni di franchi così raccolti - peraltro senza i necessari permessi, da cui l’accusa di appropriazione indebita di depositi del pubblico - oltre dieci milioni sarebbero persi, probabilmente finiti in tasca agli imputati. A mente dell’accusa sarebbero ben 127 gli investitori che hanno perso tutto il denaro che avevano investito.

