Arzo

Siccità: si corre ai ripari, ma il Gaggiolo è all’asciutto

Il torrente che scorre verso il confine è in «secca» per alcune centinaia di metri – Pescatori e guardiapesca sono all’opera per cercare di salvare pesci e gamberi sopravvissuti – Mendrisio nel frattempo ha decretato il divieto assoluto di utilizzare l’acqua potabile per scopi non domestici
Stefano Lippmann
05.07.2022 06:00

A prima vista potrebbe sembrare una vecchia mulattiera. In realtà, quello che abbiamo fotografato ieri è un tratto di alcune centinaia di metri del fiume Gaggiolo in località Vedisine, tra Arzo e il confine con l’Italia. Di acqua, lungo il torrente, non ce n’è più: resistono soltanto alcune piccole pozze ma – se non dovessero esserci copiose precipitazioni nei prossimi giorni – anche quest’ultime sono destinate a sparire. E, di riflesso, anche i pochi pesci e gamberi rimasti non sopravviveranno.

Lo sa bene Christian De Piaggi – presidente della Mendrisiense (la Società pescatori del Mendrisiotto) – che non nasconde l’essere «dispiaciuto, rammaricato e anche un po’ arrabbiato». De Piaggi ieri mattina si è attivato per cercare di mettere in salvo trote e gamberi anche se, ammette, trote e gamberi morti ve n’erano già diversi. Oggi arriverà in soccorso anche il guardiapesca che, tramite una pesca elettrica, cercherà di mettere in salvo gli ultimi pesci rimasti».

«Ne va del nostro territorio»

Il problema principale che ha portato alla secca, si sa, è da ricondurre alle scarse (se non quasi assenti) precipitazioni. Ed è proprio in questi periodi che anche i cittadini, le aziende e gli uffici tecnici dei comuni possono fare la loro parte per cercare di diminuire i consumi d’acqua. De Piaggi coglie l’occasione per sensibilizzare ancora una volta: «Anche perché ne va di mezzo il nostro territorio. E per riportare la vita nei fiumi, in casi di eventi come questo, vi vuole parecchio tempo. Sono cosciente – spiega il presidente – che questa primavera non abbia praticamente piovuto, ma chiedo uno sforzo a tutti per cercare di risparmiare l’acqua e rispettare i divieti». L’ultimo annuncio, in ordine di tempo, è proprio quello di Mendrisio. Città che ieri, tramite un avviso, ha comunicato il divieto assoluto di utilizzare l’acqua potabile per scopi non domestici; su tutto il territorio. Un passo necessario – ci ha spiegato il direttore delle Aziende industriali di Mendrisio (AIM) Gabriele Gianolli – perché dall’attività di monitoraggio ci si è accorti che i serbatoi d’acqua faticano a riempirsi.

E tutto ciò ha ripercussioni anche sui fiumi. I serbatoi che, soprattutto la notte, riescono a ricaricarsi oltre il limite riversano l’acqua in eccesso (il «troppo pieno») nei corsi d’acqua. Questo succede ad esempio ad Arzo, con il riale Lanza che, solitamente, scarica l’acqua in eccesso di un serbatoio dell’acquedotto comunale nel Gaggiolo. Cosa che attualmente non succede. Lo stesso discorso può essere fatto per le sorgenti del Paolaccio a Mendrisio; acque che terminano nel Morée e poi nel Laveggio oppure in località Rovagina a Morbio Superiore per quel che concerne la Breggia. «Ecco perché chiediamo di rispettare i divieti – chiosa De Piaggi –. Capisco chi abbia speso soldi per il giardino o per la piscina, ma purtroppo la situazione attuale richiede un occhio di riguardo».