Il caso

«Siete abusivi: così Campione sfratta noi anziani»

Non c’è pace per gli utenti rimasti nell’ospizio dell’enclave - Parla uno di loro: «Parcheggiati qui come fossimo oggetti»
Foto Rescue Media
Chiara Nacaroglu
08.06.2019 06:00

CAMPIONE D’ITALIA - Non c’è pace per gli ospiti della casa per anziani autosufficienti di Campione d’Italia. A quattro mesi dall’annuncio che una soluzione era stata trovata, in realtà nulla è cambiato e l’altro ieri gli anziani hanno ricevuto una lettera di sfratto. «Ci dicono che siamo abusivi – spiega Vittorio, uno dei tre utenti rimasti – e che abbiamo quindici giorni per andarcene. Ma dove? Non ci danno un’alternativa». Dell’ospizio di Campione avevamo parlato nel mese di febbraio su queste colonne, quando la decisione di chiudere la struttura era già stata presa (la disdetta, per motivi economici e per il degrado in cui versa la struttura, era arrivata la vigilia di Natale), ma sembrava che una soluzione fosse stata trovata. Il Comune aveva infatti reso noto di voler mettere a disposizione un appartamento di sua proprietà ma alla fine così non è stato. Se nel frattempo alcuni utenti (in particolare quelli con patologie più gravi) si sono trasferiti in altre strutture fuori dall’enclave, sia in Italia sia in Ticino. Tre persone, di cui una bisognosa di cure giornaliere, sono ancora nell’ospizio. «Da qualche mese – racconta Vittorio - ci hanno tolto il riscaldamento, Internet, l’ascensore. È rimasta solo la luce. Gli altri servizi sono saltati perché il Comune non paga i manutentori e questi portano via tutto». Comune che, com’è noto, versa in condizioni economiche disastrose e che, dopo le dimissioni dell’ex sindaco Roberto Salmoiraghi, è retto dal commissario prefettizio Giorgio Zanzi, nominato da Roma il 24 settembre dell’anno scorso.

Vittorio, ci dice, è andato a parlare con Zanzi ma sembra che la fila per ottenere un appartamento di proprietà del Comune sia molto lunga. «Ci hanno parcheggiato qui come se fossimo oggetti», si sfoga. A preoccupare il nostro interlocutore è il futuro: «Con 700 franchi al mese di pensione dove posso andare? Ci hanno promesso una soluzione mesi fa e finora non è stato fatto assolutamente nulla, così non si può andare avanti!». Nell’enclave, lo ricordiamo, si sarebbero dovute tenere il 26 maggio le elezioni amministrative comunale, saltate per l’assenza di candidati. Inoltre non erano pochi i campionesi che avevano preannunciato l’intenzione di non presentarsi alle urne, intenzione già avanzata tempo fa quando alcuni di loro buttarono le tessere elettorali per protesta. Alla base di tale decisione collettiva c’è il desiderio di far proseguire il commissariamento da parte del Governo Conte dell’enclave, con la convinzione che esso sia l’unico canale con cui riuscire a ottenere un sostegno da Roma che sblocchi la situazione. Tra qualche settimana, infine, sarà passato un anno dalla decisione del Tribunale di Como che, il 28 luglio 2018, decretò il fallimento della società di gestione della casa da gioco. A crollare fu l’intero «sistema Campione», il Comune, proprietario del Casinò. Tutti i dipendenti del Casinò, quasi 500, persero il lavoro.