Tariffe elettriche, nessuna moratoria: «Avremmo perso 30 milioni»

Il Movimento per il socialismo (MPS), nelle ultime settimane, ne ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia. Stiamo parlando delle tariffe elettriche e, nella fattispecie, degli aumenti previsti anche nella Svizzera italiana per il 2024. Attraverso un'interpellanza al Governo ha chiesto di introdurre una moratoria; richiesta rimandata al mittente dal direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia Christian Vitta durante l'ultima seduta di Gran Consiglio, in quanto a valere è il diritto federale. Idem a Bellinzona (per tre anni) tramite una proposta di risoluzione all'indirizzo del Legislativo respinta però stasera dal plenum in modo chiaro con 34 voti contrari, 16 favorevoli e 2 astenuti.
Di cosa si tratta
Nulla fare, dunque, all'ombra dei castelli. Dove l'anno prossimo il rincaro sarà del 25%. Ciò significa che per un nucleo familiare l'aumento della bolletta dell'Azienda multiservizi Bellinzona (AMB) sarà pari a circa 250 franchi all'anno. Ipotizzando un consumo medio di 3.500 kWh, ogni famiglia spenderà in media 16 franchi in più al mese. L'AMB, in ogni modo, si confermerà il distributore meno caro in Ticino. Secondo l'MPS «le aziende distributrici godono di buona salute. È il caso anche di AMB. Per questo gli aumenti intimati negli anni scorsi e quelli previsti per il 2024 non possono che essere imputati a logiche ed esigenze finanziarie aziendali. Per questo riteniamo invece che tali aziende, proprio in linea con la loro funzione pubblica e mostrando sensibilità al difficile momento economico che vivono le famiglie, dovrebbero rinunciare» ad alzare la bolletta.

Fra silenzi e indignazione
Il plenum non ha tuttavia condiviso le argomentazioni di Giuseppe Sergi, il quale a nome del gruppo Verdi-FA-MPS-POP-Indipendenti ha avanzato la proposta di risoluzione. Nessuna moratoria triennale, insomma. «L'idea di questa risoluzione nasce da un fastidio che abbiamo avuto sentendo parte della classe politica cantonale lamentarsi di queste tariffe che sono esplose. Tutti parlano ma nessuno ha fatto una proposta concreta. Quest'anno, poi, c'è un'indignazione generale, mentre l'anno scorso tutto è filato liscio nonostante gli aumenti fossero addirittura superiori. Per quanto riguarda Bellinzona si potrebbe far capo agli accantonamenti dell'AMB per alleggerire il peso del rincaro a carico dei cittadini», ha sottolineato Sergi.
Socialità e «stangate»
Dal canto suo Claudio Buletti (Unità di sinistra) ha evidenziato che con la proposta dell'esponente dell'MPS «chi ci guadagnerebbe sarebbero i grossi consumatori. Non è un atteggiamento di qualcuno di sinistra, mi aspettavo piuttosto dei provvedimenti di tipo sociale. Questa è invece una richiesta populista».
Gli ha fatto eco il capogruppo PLR Andrea Cereda, secondo il quale non è con queste soluzioni che si risolvono i problemi del ceto medio. A favore della proposta di risoluzione, per contro, il gruppo Lega-UDC. A parlare è stato Tuto Rossi: «Aumentare le tariffe elettriche in questo momento è un'ulteriore stangata sulla popolazione». A nome de il Centro è intervenuto il capogruppo Gabriele Pedroni che ha rilevato che «ci opponiamo alla moratoria in attesa della risposta del Municipio alla nostra interrogazione per capire costi diretti ed indiretti di questa eventuale soluzione».
La posta in gioco
Infine il sindaco Mario Branda, il quale ha evidenziato che la proposta del gruppo Verdi-FA-MPS-POP-Indipendenti «avrebbe un impatto decisivo sull'equilibrio finanziario della Città e dell'AMB. Si tratterebbe di 30 milioni in tre anni. È vero che ci sarà un aumento, ma rispetto ad altre città è contenuto. L'azienda ha fatto la sua parte per contenere il rincaro, appunto per non gravare troppo sulle famiglie. Semmai la logica da seguire è quella del risparmio di energia, come fatto appena scoppiata la guerra in Ucraina. Con un po' di accortezza, dunque, si può risparmiare per compensare l'aumento delle tariffe».