Tax free a 70 euro, esplode il turismo degli acquisti in Italia: «A Ponte Chiasso la situazione è insostenibile»

I commercianti dei Paesi confinanti con la Svizzera cercano di tenersi stretti i loro clienti elvetici. Nonostante il Consiglio federale abbia inasprito le restrizioni per gli acquisti all’estero, gli svizzeri hanno trovato comunque il modo di aggirare la riduzione della franchigia per gli acquisti, passata da 300 a 150 franchi dallo scorso primo gennaio. Tradotto: da quest’anno chi effettua acquisti all'estero deve pagare l'IVA svizzera per beni il cui valore complessivo supera 150 franchi.
Una misura molto semplice da aggirare: basta recarsi oltre confine in compagnia di parenti o amici. In questo modo la franchigia «si moltiplica», in quanto il limite doganale viene applicato a persona, e contano pure i bambini. Senza contare che Paesi come l'Italia e la Germania hanno abbassato le rispettive soglie per richiedere il rimborso dell'IVA: 70 euro per quella italiana, mentre il limite di 50 per quella tedesca verrà addirittura abolito al più tardi nel 2026.
In alcune località tedesche di confine, le catene di supermercati hanno puntato sul marketing, promuovendo il cosiddetto «car pooling della spesa». Su un cartello pubblicitario appeso all’esterno di un negozio Edeka si legge: «Acquistate insieme, risparmiate insieme». Il poster raffigura un’auto decappottabile con a bordo una famiglia sorridente composta da quattro persone. Sulla targa c'è scritto: «600 franchi di franchigia».
E i ticinesi? A quanto pare si stanno muovendo proprio come gli svizzerotedeschi, tant’è che almeno una dogana sembra entrata in crisi per i troppi controlli uniti alla carenza di personale. A lanciare l’allarme è l’Unione Italiana Lavoratori Pubblica Amministrazione (UILPA) di Como. Secondo il sindacato, si legge in una nota citata da ComoZero, la situazione è talmente complicata che si potrebbe arrivare alla «soppressione della Sezione Operativa Territoriale (SOT) di Chiasso». I lavoratori doganali non riuscirebbero infatti a sostenere i ritmi giornalieri, anche a causa dell’«abbassamento del limite per il tax free a 70 euro», il quale «ha determinato un drastico aumento delle operazioni doganali, alimentando il fenomeno del “turismo degli acquisti” da parte dei residenti in Svizzera».
Nel comunicato stampa dell’UILPA si legge: «I lavoratori delle dogane di Como esprimono forte preoccupazione riguardo alla riorganizzazione in atto, stabilita a livello centrale, che potrebbe comportare la soppressione della SOT di Chiasso, situata all’estero e responsabile delle operazioni doganali sui treni. L’incertezza che avvolge questa decisione sta generando uno stato di disorientamento tra il personale, che non dispone di indicazioni precise sulle future modalità operative».
La situazione, secondo il sindacato, sarebbe complicata da diversi fattori. Nell’organigramma degli Uffici dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (UADM) di Como, la SOT di Chiasso non risulterebbe presente. Mentre l’abbassamento del limite per il tax free a 70 euro ha «determinato un drastico aumento delle operazioni doganali, alimentando il fenomeno del “turismo degli acquisti”» da parte dei ticinesi. Il calo del tax free, nello specifico, avrebbe «impattato in modo diretto la dogana di Ponte Chiasso, dove il personale sta vivendo una situazione insostenibile. I lavoratori della SOT di Ponte Chiasso operano da anni in condizioni di grave carenza di organico, costretti a turnazioni H24 senza alcun rinforzo significativo. Il crescente volume di lavoro, unito alla cronica mancanza di personale, ha reso il contesto operativo estremamente gravoso e al limite della sostenibilità», denuncia l’UILPA, sottolineando come le «istituzioni competenti» dovrebbero ora attivarsi e affrontare con «serietà e tempestività questa problematica, accogliendo le legittime istanze del personale e adottando ogni rimedio per scongiurare l’ulteriore deterioramento delle condizioni di lavoro e la conseguente inefficienza del servizio fornito all’utenza».