Il caso

Ticinese condannato per molestie: il Centro avvia la procedura di espulsione

L'uomo è stato condannato a Malta in quanto accusato di aver molestato sessualmente una donna: in passato è stato candidato al Consiglio comunale di Ascona per il Centro
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Red. Online
07.08.2025 15:25

(Aggiornato) Arriva la presa di posizione del Centro in seguito alla condanna per molestie di un ticinese a Malta, già candidato al Consiglio comunale di Ascona tra le file del partito in questione. L’Ufficio presidenziale del Centro, si legge in una nota, «ha preso atto di quanto riportato dai media in merito alla condanna subita da un cittadino svizzero che, in passato, era stato candidato al Consiglio comunale di Ascona sulle liste della locale sezione».

Il Centro, continua il comunicato, «ritiene che condanne penali per molestie sessuali siano del tutto incompatibili con l’onorabilità richiesta nello svolgimento di qualsiasi attività politica ed esprime vicinanza e solidarietà a chiunque sia stato vittima di simili comportamenti»

E ancora: «L’Ufficio presidenziale del Centro, pur prendendo atto che la persona in questione non ricopre e non ha mai ricoperto nessuna carica né pubblica né in seno al Partito, nel rispetto delle competenze stabilite dai propri statuti, ha pertanto chiesto alla Sezione di Ascona di avviare immediatamente le procedure previste per l’esclusione dal Partito della persona in questione».

L'uomo,  un 59.enne, lunedì scorso è stato condannato da un tribunale di Malta per aver molestato sessualmente una donna addetta alle pulizie nell’albergo in cui soggiornava  per le vacanze. I giudici hanno inflitto al ticinese una pena di due anni sospesi con la condizionale, oltre a un ordine restrittivo di tre anni nei confronti della vittima.

I fatti risalgono a domenica scorsa, 3 agosto, quando verso mezzogiorno, la polizia locale è stata informata di una dipendente dell’hotel, il Corinthia St George's Bay, aggredita sessualmente mentre si trovava sul posto di lavoro. La vittima stava pulendo la sua stanza e, a un certo punto, ha lasciato la camera dell’imputato per passare alla prossima stanza. A quel momento, l’uomo l’ha chiamata per chiederle una bottiglia d’acqua e quando la donna è tornata nella stanza l’ha trovato nudo. Lui si è avvicinato alla porta per impedirle di scappare, l’ha afferrata per mano e ha iniziato a baciarla.

I media maltesi che per primi hanno dato la notizia non hanno reso noto il nome dell’uomo. E questo perché il tribunale stesso ha accolto la richiesta della difesa di vietarne la pubblicazione, in quanto l'imputato considerato una «persona politicamente esposta» e la vicenda potrebbe avere gravi conseguenze per la sua carriera. Lo stesso Centro, nella sua nota stampa, ha ricordato che il 59.enne «non ricopre e non ha mai ricoperto nessuna carica né pubblica né in seno al Partito».

Annunciato il ricorso

Attraverso i suoi legali, gli avvocati Raffaele De Vecchi e Matteo Simona dello studio legale Nievergelt & Stoehr SA di Lugano, il 59.enne intende però impugnare la sentenza, ritenendo che il procedimento penale sia stato avviato su accuse infondate. L’ipotesi è, ribadiscono i due avvocati, che in futuro gli sarebbe stato chiesto un corrispettivo per il ritiro delle accuse.

La decisione di ammettere la sua colpevolezza davanti al giudice, sempre secondo i legali, sarebbe stata dettata dalla volontà di poter tornare in patria il prima possibile, anche alla luce dal suo precario stato di salute. «Durante la detenzione, l’interessato ha sviluppato gravi problemi cardiaci che hanno reso necessaria la sua ospedalizzazione», precisa il comunicato stampa diramato ieri dai suoi patrocinatori. Confrontato con il suo precario stato di salute e la pena condizionale offerta dalle autorità penali, il 59.enne «non ha potuto che optare per ammettere le accuse, pur essendo del tutto false, al solo fine di poter tornare in patria ed evitare ulteriori gravi conseguenze alla salute». Secondo i suoi legali maltesi, casi di questo genere non sono rari a Malta, recita ancora il comunicato stampa.

L’uomo, che «condanna fermamente qualsiasi forma di violenza, sia essa psicologica o fisica» segnala poi che l’intera procedura, dall’arresto alla condanna, si è svolta in meno di 24 ore, senza che egli fosse nemmeno interrogato dalle autorità. «Per questo motivo esprime profonde perplessità riguardo all’equità e alla correttezza di processi svolti in questo modo».