Tram-treno: «Il finanziamento è confermato»

«Il finanziamento della rete tram-treno è confermato». Nella giornata di ieri, il Consiglio di Stato ha licenziato il messaggio per il credito necessario alla costruzione dell'opera, alla luce del rincaro per la realizzazione comunicato lo scorso aprile. La spesa totale ammonta a 765,9 milioni di franchi. Il primo ente finanziatore è la Confederazione (con il Programma di agglomerato e il Fondo ferroviario PROSSIF) seguito dal Cantone, i comuni del Luganese e, in minor parte, i Comuni di Manno e Bioggio.
«Il progetto tram-treno del Luganese è uno dei progetti strategici del canton Ticino, che mira al futuro della mobilità sempre più integrata, intermodale e capace di rispondere a una sostenibilità sempre più richiesta. L'obiettivo è quello di ridurre il traffico stradale e le emissioni». Con queste parole Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato, ha aperto questa mattina la conferenza stampa di presentazione della decisione presa dal Governo. «Il Ticino ha sempre creduto nella mobilità sostenibile, e lo dimostra anche con questo progetto. Un investimento per il futuro».
È stato quindi il direttore del DT, Claudio Zali, a prendere la parola, iniziando con una precisazione: «Siamo qui oggi a comunicare con una certa fretta la decisione per evitare che l'informazione passi da altre fonti. Ricorderete che quando venne paventata la questione del sorpasso di spesa, comunicata in modo scomposto, ricevemmo ben 12 interpellanze dai toni allarmanti».
Ieri il Consiglio di Stato ha quindi approvato la parte cantonale di credito necessaria per coprire i costi supplementari, ha quindi spiegato Zali. «La Confederazione ha già garantito la sua parte. La buona notizia è che, con i conti aggiornati, l'opera è finanziata. Il riconoscimento da parte della Confederazione vuol dire che il Cantone ha lavorato bene. C'è stato un aumento di costi, ci siamo spiegati, e di sicuro nessuno è contento. Ma abbiamo chiarito e ora ci sono tutte le premesse per vedere l'opera realizzata«

Diego Rodoni, direttore della Divisione delle costruzioni (DT), è entrato nel dettaglio delle cifre: «La Confederazione finanzia i due terzi del progetto (65,8%), il Cantone 250 milioni di franchi circa (19,7%), i Comuni del Luganese il 14,2% e Bioggio e Manno lo 0,3%».
Il credito del messaggio licenziato dal Governo è un credito aggiuntivo che va ad aggiungersi a quello già approvato dal Gran Consiglio nel 2017. «L'importo aggiornato è di 262,5 milioni di franchi per una spesa netta di 150,63 milioni». La richiesta di credito oggetto del messaggio del Consiglio di Stato, approvato ieri, è pertanto di 87,39 milioni di franchi.

Confermate le tempistiche e la data di consegna
Alberto Del Col, direttore della Rete tram-treno del Luganese SA (RTTL), ha dal canto suo precisato che – nonostante l'aumento dei costi –, le tempistiche per la realizzazione dell'opera non cambiano e si sta procedendo con i tempi già comunicati 18 mesi fa. «Il programma è confermato, saranno otto anni di cantiere. La messa in esercizio della tappa prioritaria delle rete tram-treno del Luganese è confermata nel 2035».
Due settimane fa è stata firmata la convenzione di attuazione con il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) che regola il finanziamento dell'opera. Essa definisce i compiti e le responsabilità fra le parti per lo stanziamento dei fondi. L'Ufficio federale dei trasporti (UFT) ha inoltre dato a metà luglio il nulla osta a procedere con la fase di realizzazione dell'opera.

Ancora pendenti 5 ricorsi
Sul progetto, sono ancora pendenti cinque ricorsi al Tribunale amministrativo federale. Ricorsi che, ha precisato Claudio Zali, «dovrebbero essere evasi entro l'anno». Essi riguarderebbero «aspetti marginali dell'opera e non dovrebbero metterla in discussione», stando a quanto detto in conferenza stampa.
Il presidente del Consiglio di Stato e direttore incaricato della Divisione delle costruzioni (DT), Norman Gobbi, ha quindi concluso con un appunto personale: «Uno storytelling continuamente negativo su quanto fa lo Stato danneggia il Ticino e il suo sviluppo. Fortunatamente, abbiamo "giudici" che non sono i granconsiglieri o i giornalisti, ma la Confederazione. E questa è la modalità che premia. Dobbiamo ovviamente confrontarci con il Legislativo, ma non dobbiamo dimenticare che siamo qui a servire la popolazione, il canton Ticino e il territorio. Dobbiamo lavorare insieme nell'interesse comune. E il finanziamento da parte della Confederazione, e del Cantone, è un elemento essenziale per contrastare questo storytelling negativo che crea un mood pessimistico che non è costruttivo. Le opere, quando hanno bisogno di più tempo (anche a causa dei ricorsi), richiedono un aumento dei costi. E le autorità federali riconoscono la qualità del lavoro».