Luganese

Il tram-treno sorpassa oltre cento opposizioni

Con il via libera da Berna, una delle tappe più importanti per la futura rete ferroviaria della regione è stata superata – Zali: «In un territorio esiguo come il Ticino non si può progettare senza un approccio dal basso»
Nico Nonella
09.03.2023 11:15

(Aggiornamento 15.25)

Di fermate – e di ostacoli – davanti a sé, il tram-treno del Luganese ne ha ancora parecchi, ma una tappa importante per il tracciato che promette di rivoluzionare la mobilità nella regione è stata superata con successo. Da Berna, più precisamente dall’Ufficio federale dei trasporti, martedì è infatti arrivata l’approvazione dei piani della rete Tram-treno e, di conseguenza, l’autorizzazione alla sua costruzione. Una buona notizia per il Cantone, certo, anche se va detto che la strada è ancora lunga.

«Come Alptransit»

La decisione di Berna arriva al termine di una procedura avviata a maggio 2020, durante la quale l’Ufficio federale ha verificato in dettaglio che il progetto rispettasse le prescrizioni tecniche, i diritti delle parti interessate e le disposizioni della legislazione federale in materia di pianificazione del territorio, di protezione dell’ambiente, della natura e del paesaggio. Per poi dare il suo assenso. «Quella di oggi è una data importante, che ci permette di guardare con più fiducia al trasporto pubblico della regione, ha esordito il sindaco di Lugano, Michele Foletti, nel corso della conferenza stampa in cui le autorità hanno illustrato le prossime tappe del progetto. Progetto la cui rilevanza, ha evidenziato la presidente del consiglio di amministrazione delle FLP, Clarissa Indemini, «è paragonabile a quella di Alptransit».

Il nodo dei ricorsi

Insomma, si può dire che il tram-treno, oggi, ha «sorpassato» un ostacolo non indifferente: le opposizioni. Croce (soprattutto) e delizia (per qualcuno) di quasi tutti i grandi progetti ticinesi. «All’inizio sembravano una montagna invalicabile ma siamo riusciti a superarla, ha rilevato Foletti. Il progetto, ripubblicato dopo che la prima versione del 2017 ne aveva raccolte ben 127, è stato infatti oggetto di 115 opposizioni, le quali, dopo un lungo lavoro di conciliazione – ha spiegato il capoprogetto, Ivan Continati – sono state ridotte a una decina, cinque delle quali respinte dallo stesso Ufficio federale dei trasporti (una dell’ATA, una della STAN, una dei Cittadini per il territorio e due di privati). A questo proposito, il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali ha posto l’accento sulla necessità di cercare un consenso quando si vogliono costruire grandi opere in Ticino. «In un territorio esiguo come il nostro non si può progettare senza un approccio dal basso». Lo dimostrano il collegamento A2/A13, inizialmente bloccato e che ha ricevuto il via libera da Berna dopo un lavoro di concerto con tutti gli attori coinvolti. Oppure la circonvallazione di Agno: «Inizialmente il progetto era inguardabile e offensivo nei confronti del territorio. È stato necessario rifarlo costruendo un consenso e contiamo di arrivare al progetto definitivo nel corso della prossima legislatura». Pure lo stesso progetto del Tram-treno, come detto, era stato pubblicato una prima volta con alcuni aspetti controversi e contestati (e il direttore del DT si è scusato per non essere intervenuto prima). Poi è stato ripreso dal basso e riproposto. E da 127 opposizioni alla prima versione si è passati a 115, un centinaio delle quali già evase.

I prossimi passi

Ora lo sguardo si concentra sulle prossime tappe: nel corso del 2023/2024 sono previsti il progetto esecutivo, le procedure espropriative e il consolidamento dei contratti dei progettisti. Nel 2024/2025 inizieranno i lavori prioritari e le opere preliminari, con l’avvio dei lavori principali (che dureranno 8 anni) stimato per il 2025/2026. Una data precisa, però, ancora non c’è: quando inizieranno i lavori? «Non lo so», ha detto Zali. Diverse procedure future hanno infatti il loro iter ricorsuale. «Speriamo di fare presto ulteriori passi avanti». E proprio i primi ricorsi potrebbero, ma il condizionale resta d’obbligo, essere inoltrarti contro il nullaosta di Berna (che vale come licenza di costruzione). Da noi raggiunto, il vicepresidente dell’ATA, Bruno Storni, conferma che l’Associazione deciderà il da farsi una volta preso atto delle motivazioni dell’Ufficio federale dei trasporti.

Opere e costi

Più in dettaglio, la futura rete ferrotranviaria che collegherà Basso Vedeggio, Malcantone e centro di Lugano prevede, oltre al mantenimento in esercizio della linea esistente tra Ponte Tresa e Bioggio, la creazione di due nuovi collegamenti, verso Manno-Suglio e verso il centro di Lugano, attraverso la realizzazione di una galleria che connetterà la piana del Vedeggio con la Stazione FFS di Lugano e il centro città (con corso Pestalozzi che verrà riqualificato, come previsto dal PVP, e dedicato al trasporto pubblico e ai pedoni). E uno studio di fattibilità che verrà presentato entro fine anno va nella direzione di un prolungamento della linea verso Viganello. Il costo totale dell’infrastruttura ferroviaria ammonta a 418 milioni di franchi e la Confederazione contribuirà al suo finanziamento con circa 290 milioni. Va in ogni caso sottolineato che il preventivo complessivo di tutte le opere contemplate nel progetto pubblicato del 2020 (compresi quindi anche la nuova officina FLP, il sottopasso pedonale di Besso e il P&R Suglio) ammonta a circa 514 milioni di franchi, finanziati, appunto, in buona parte da Confederazione, Cantone, Comuni e FLP. 

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