Basso Mendrisiotto

Tutti a carte scoperte, l’aggregazione è al bivio

Anche Novazzano ha deciso di chiamarsi fuori dal discorso aggregativo a sud del Distretto – Ma lascia uno spiraglio aperto e avvierà uno studio indipendente che faccia luce su opportunità e criticità – Allo stesso tempo si guarda a nord senza escludere un Comune unico
© CdT/Gabriele Putzu
Stefano Lippmann
09.11.2022 18:45

Le carte, ora, sono finalmente sul tavolo. E, in sostanza, sono scoperte. Tutti sono più o meno al corrente delle intenzioni degli altri «giocatori». È la partita che conduce all’aggregazione del Basso Mendrisiotto. Martedì sera anche il Municipio di Novazzano ha sciolto le riserve e ha deciso di chiamarsi fuori dal discorso aggregativo. Fuori, pur lasciando uno spiraglio aperto. «Il Municipio, preso atto degli esiti dello studio preliminare d’opportunità su un’ipotesi aggregativa nel Basso Mendrisiotto – si legge in un comunicato dell’Esecutivo guidato da Sergio Bernasconi – ha risolto all’unanimità che non sussistono al momento le premesse per dare avvio a una procedura di aggregazione e non intende presentare un’istanza in tal senso al Consiglio di Stato». Il messaggio è dunque chiaro. C’è, però, un... «ma». Novazzano, infatti, non intende abbandonare del tutto una possibile fusione. Ma lo sguardo, interpretando le parole scritte nel comunicato, potrebbe volgere più a nord. O potrebbe addirittura guardare a qualcosa di più grande (leggasi Comune unico per l’intero Distretto). E, oltretutto, si vorrebbe che la spinta venisse dal basso, ovvero dalla popolazione. «Ritenuta l‘importanza dell’argomento e la volontà di coinvolgere la popolazione in questa scelta delicata – recita la nota –, l’Esecutivo comunale, quale passo successivo, intende avviare uno studio indipendente che abbia a far luce sulle proprie opportunità e criticità di un futuro scenario aggregativo, non limitandolo forzatamente solo al Basso Mendrisiotto». Volendo riassumere il tutto; per Novazzano il discorso aggregativo non è abbandonato. Ma la strada da seguire non è per forza quella che porta alla parte più a sud del Mendrisiotto.

Chi c’è e chi no

A questo punto, come detto, le intenzioni sono tutte svelate. A chiamarsi fuori in maniera inequivocabile, negli scorsi giorni, era stato il Municipio di Balerna. L’Esecutivo guidato da Luca Pagani ha infatti scritto nero su bianco in un’email inviata agli altri attori che «non ritiene ci siano le condizioni di base per dare avvio a una procedura di aggregazione del Basso Mendrisiotto». Municipio che, però, non ha fatto i conti con parte della popolazione. Tre consiglieri comunali hanno infatti avviato una raccolta firme affinché il discorso aggregativo possa continuare il suo percorso. Se il 15% dei cittadini iscritti al catalogo sottoscrivesse l’iniziativa, il progetto potrebbe ripartire.

Gli altri quattro Comuni interessati – Chiasso, Morbio Inferiore, Vacallo e Breggia – hanno invece espresso la volontà di continuare con lo studio. Ma, anche in questo caso, da parte di alcuni non mancano le osservazioni. L’Esecutivo di Morbio Inferiore, durante la seduta di lunedì sera, ha deciso di continuare (vedi CdT di ieri). La sindaca Claudia Canova, portavoce del Municipio, ha però posto una condizione (che alla luce delle parole di Novazzano complica un po’ la situazione): «Non vogliamo che si ripeta lo scenario del 2008 con un’aggregazione a 3, ci auguriamo in particolare che insieme a Chiasso, Vacallo e Morbio resti nel progetto anche un altro Comune del piano, Balerna o Novazzano».

Vacallo, dal canto suo, ha ribadito la bontà del progetto. Anzi, ha recentemente rilanciato la questione auspicando che lo studio continui con almeno 4 Comuni coinvolti. E il sindaco Marco Rizza continuerà a coordinare il gruppo e il periodo di approfondimento, ponendo un termine approssimativo di metà 2023 per portare «argomenti concreti, opportunità e criticità ma soprattutto visione di sviluppo del territorio». Più curioso, invece, il caso di Breggia. Comune che continua con lo studio ma che, nel frattempo, ha strizzato l’occhio ai vicini di Castel San Pietro. Un incontro tra le parti si terrà nel corso del mese di gennaio. Infine Chiasso: il sindaco Bruno Arrigoni ha ribadito, soltanto pochi giorni fa, la bontà dell’operazione. E la cittadina è pronta a far partire un’aggregazione anche con soli due Comuni coinvolti.

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