Tutti condannati per la rapina in via Pelli

«È preoccupante e fa riflettere che sempre più sovente ci troviamo davanti a giovani imputati, poco più che ventenni, che al posto di trascorrere una serata tra amici si trovano ad essere giudicati da una Corte delle assise criminali a seguito dei loro agiti». Una considerazione, quella della giudice Monica Sartori-Lombardi, che ha fatto da preambolo alla condanna per rapina del quartetto che nella notte dello scorso 29 dicembre derubò due giovani in via Pelli a Lugano per una refurtiva di poco conto. La pena più pesante è stata inflitta al 25.enne cittadino italiano, autore materiale della rapina e con varie condanne alle spalle, per aver utilizzato violenza nel commettere il fatto – ha preso per il collo da tergo una delle vittima e l’ha scaraventata a terra – e anche perché ha delinquito nel periodo di prova di una precedente condanna: 22 mesi interamente da espiare, ma non verrà espulso dalla Svizzera perché la Corte gli ha riconosciuto il caso di rigore. Gli altri tre correi – un 20.enne e un 21.enne entrambi cittadini italiani e una 19.enne cittadina svizzera – sono stati condannati a 7 mesi sospesi per 2 anni. Espulsi, invece, per 5 anni il 20.enne e il 21.enne. «L’agire del quartetto non può e non deve essere considerato oppure liquidato con una semplice bravata – ha osservato la giudice –: con il loro sconsiderato comportamento hanno leso l’incolumità e la sicurezza, beni tutelati dallo Stato di diritto. I due giovani che stavano tornando a casa sono stati aggrediti all’improvviso da tergo, in pieno centro città e senza motivo, se non quello egoistico di fare soldi». Prosciolti, di contro, dall’accusa di tentata rapina tutti e quattro in quanto l’agire degli imputati, ovvero il tentativo di derubare un motociclista dietro il parcheggio della Pensilina Botta, non configura il reato in virtù del principio in dubio pro reo. Il procuratore pubblico, Pablo Fäh, aveva chiesto pene che andavano dai 30 mesi interamente da scontare per il 25.enne e 9 mesi sospesi per 2 anni per gli altri tre correi.
Sì, c'è stata premeditazione
Uno degli aspetti al centro del dibattimento, iniziato ieri, è stata l’intenzionalità della rapina. Per la Corte sì, c’è stata premeditazione. Ne sono la prova «le dichiarazioni lineari e costanti del 25.enne (colui che ha vuotato il sacco durante le indagini, ndr), che hanno fatto emergere come il pomeriggio prima della rapina il gruppo ha chiaramente parlato di andare in centro a Lugano a derubare le persone. Le parti si sarebbero anche accordate sui ruoli, risulta quindi evidente che tutti erano ben consapevoli che quella sera l’intenzione era quella di rapinare qualcuno». Ad inchiodare il quartetto, oltre alle dichiarazioni, anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza e il tenore dei messaggi scambiati via chat tra loro e terze persone. In uno, ad esempio, viene affermato espressamente che «Abbiamo rapinato dei ragazzi». Per la Corte, quanto scritto «non presta il fianco a nessuna interpretazione di sorta». Le motivazioni della Corte, soprattutto per quanto riguarda il 25.enne, hanno in parte ricalcato quanto esposto dal patrocinatore dell’uomo, l’avvocato Giorgia Maffei, che aveva imbastito la tesi difensiva proprio sulla «collaborazione e l’assunzione di responsabilità» del assistito, oltre ad aver fornito «precise e importanti ammissioni in sede d’inchiesta». Per la 19.enne e il 21.enne, che hanno funto da pali durante la rapina, i difensori Lorena Stoppa e Luca Orsatti avevano chiesto il proscioglimento in quanto quella sera «non seguono gli altri due imputati in via Pelli, ma si fermano prima senza avere la visuale di cosa stesse accadendo». Una tesi, questa, che non ha convinto la Corte. «Se non avessero voluto avere a che fare con l’agire dei due autori materiali si sarebbero immediatamente allontanati dagli stessi già dopo i fatti avvenuti presso la pensilina, ma così non è stato. La correità dei due imputati è quindi data». Maricia Dazzi, avvocato del 21.enne che ha preso il portafogli di una delle vittime ed è scappato, aveva chiesto una pena sospesa di 6 mesi senza l’espulsione.