Valli

Un anno dopo il disastro, il sentiero è ancora in salita

La rete dei sentieri in Ticino mostra ancora le "ferite" lasciate dagli eventi estremi - Dalla Lavizzara alla Valle di Muggio, i danni dell'estate scorsa sono stati in buona parte riparati, ma le squadre di operai forestali sparsi per il Cantone hanno tanto lavoro da fare, e risorse limitate
©MICHAEL BUHOLZER
Davide Illarietti
05.07.2025 06:00

Comincia dal vecchio lavatoio di Peccia, risale il Piano, le cave di marmo e poi su, fino alla Capanna Cristallina. Il percorso - da segnaletica - durerebbe sei ore e 40: in realtà ci vuole un’ora in più. «Abbiamo dovuto deviare il sentiero in più punti attraverso la zona alluvionata e sponstarlo anche sul versante opposto» spiega Andrea Zanoli, responsabile della sentieristica per l’OTR Locarnese e Valli. «È stato un lavoraccio».

Territorio «stravolto»

E il problema non è tanto il sentiero, ma quello che ci sta intorno. Pascoli spariti, stalle distrutte, il ponte non c’è più e il torrente ha cambiato corso. «Ripristinare il sentiero è nulla, rispetto al resto del lavoro ancora da fare. La devastazione di un anno fa ha reso il paesaggio quasi irriconoscibile» ammette Zanoli. Quello della Lavizzara è un caso estremo. Ma i danni da eventi naturali hanno cambiato non poco la mappa dei sentieri in Ticino rispetto all’anno scorso: gli escursionisti che si preparano per la stagione estiva devono informarsi tra passaparola e applicazioni (quella di Svizzera Mobile è sempre aggiornata) e mettere ancora in conto diverse deviazioni rispetto al «prima».

I soldi sono finiti

Per farsi un’idea dello stato dei lavori basta guardare la rendicontazione del Dipartimento del Territorio sui contributi erogati dal Cantone alle Organizzazioni Turistiche Regionali: nel piano quadriennale 2023-2027 è incluso un «fondo di solidarietà» per la manutenzione dei sentieri a seguito di eventi straordinari. Era pensato per quattro anni, ma dopo un anno è stato già esaurito (vedi articolo a lato). Ad attingervi sono stati soprattutto gli enti del Mendrisiotto e del Locarnese-Valle Maggia, che rappresenta senz’altro il distretto più colpito. È anche quello che, nel complesso, investe di più nella cura del territorio (2 milioni di franchi l’anno, di cui 500 mila provenienti dal Cantone).

Dalla Maggia al San Giorgio

Nell’ultimo anno la squadra di manutentori guidata da Zanoli (una ventina di operai) ha battuto in lungo e in largo l’Alta Vallemaggia e ripristinato buona parte della rete - oltre alla Val Lavizzara, anche in Val Bavona il sentiero da Fontana all’alpe Curzünasc è ancora inaccessibile - ma ha dovuto chiedere un rinforzo di una ventina di operai «extra» e un credito straordinario (100mila franchi) a volte lasciando indietro lavori «programmati da tempo in altre zone ma meno urgenti». Nel Mendrisiotto la situazione è ugualmente sotto pressione. In queste settimane si sta completando lo «sfalcio» arretrato dell’anno scorso sulla rete sentieristica (340 km, più 35 per le mountain bike) che è stata messa alla prova dalle forti pioggie di luglio scorso, con smottamenti e franamenti su tutto il territorio. Solo sul monte San Giorgio e sul monte Generoso gli alberi sradicati - «diversi metri cubi» - hanno richiesto un centinaio di giorni di lavoro alla squadra ‘‘allargata’’ composta da cinque operai dell’OTR e tre ausiliari, con l’aiuto della Protezione Civile e operai comunali all’abbisogna. «Senza il ricorso al credito straordinario cantonale non ce l’avremmo fatta, almeno non con queste tempistiche» spiega il responsabile del servizio Martino Cattaneo.

Ferite ancora aperte

In realtà, come in Alta Vallemaggia, anche qui i danni dell’anno scorso non sono stati riparati del tutto. Due sentieri in valle di Muggio (Bruzella-Caneggio) e sopra Bissone (Bissone-Piazzo) sono ancora inagibili a causa degli smottamenti dell’estate scorsa. Lo stesso discorso vale per la Mesolcina: a Sorte la ferita creata dalla frana del 21 giugno 2024 non è ancora rimarginata (delle tre vittime, una risulta tuttora dispersa) e lo stesso vale per il sentiero che collega la frazione al paese di Lostallo: gli escursionisti devono deviare sulla sponda orientale della Moesa. Anche il sentiero che sale da Lostallo alla bocchetta di Groven è inagibile da ormai dodici mesi «fino a nuovo avviso». In molti casi, in realtà, al «prima» non si tornerà mai. A Fontana di Peccia e alla pista di ghiaccio di Lavizzara «non sappiamo se il sentiero tornerà mai al suo posto, probabilmente no» prevede Andrea Zanoli. Qui le manutenzioni sono bloccate in attesa di più grandi interventi del Cantone, che ridisegneranno viabilità e destinazione dei terreni.

La corsa ai ripari

Intanto ai disastri di ieri si somma il lavoro ordinario svolto dai manutentori dei sentieri, che si accumula (sono 22 i percorsi deviati da Airolo a Chiasso secondo Svizzera Mobile, 17 nel Sopraceneri: la maggior parte per cantieri programmati) e quello che preoccupa sono i possibili disastri di domani. «Gli eventi naturali straordinari sono ormai sempre più ordinari» sottolinea Cattaneo. In un territorio dove la rete sentieristica - per quanto ben tenuta - ha ormai la sua età, il timore è che nei prossimi tre anni gli interventi di «rattoppo» possano prendere il sopravvento sulla cura quotidiana delle vecchie vie escursionistiche. In caso di disastri i sentieri sono l’ultimo dei problemi. Ma gli addetti ai lavori sanno che gli aiuti del Cantone sono già finiti. «Speriamo non succeda niente» tocca ferro Cattaneo. «Nel caso, come sempre, correremo ai ripari».