Un pentito tira in ballo Belardelli e il FC Lugano

LUGANO - Fa ancora discutere Pietro Belardelli, ex presidente del Lugano Calcio nei primi anni 2000. Oggi, su La Repubblica, un pentito tira nuovamente in ballo il discusso e pittoresco "uomo d'affari" a cui riuscì la scalata vincente al vertice del club bianconero. Belardelli, dopo la parentesi ticinese, aveva trascorso mesi dietro le sbarre, a Reggio Calabria, con accuse pesantissime, ma mai provate. Oggi sulle colonne del quotidiano nazionale, il pentito di mafia Michele Amandini, parla di una gigantesca operazione gestita dalla 'ndrangheta e dalla mafia di New York. "Noi eravamo in contatto anche con Belardelli, presidente del Lugano calcio". Tramite complicate operazioni finanziarie, secondo il pentito, venivano riciclati i soldi sporchi delle organizzazioni criminali. Mediante titoli americani a rischio (agganciati ai crediti dei mutui ipotecari) denominati GNMA, si fece una prima operazione di 32 milioni di dollari per finanziarie il FC Lugano. Soldi che provenivano dalla famosa famiglia Gambino, la più potente della mafia newyorkese.
Amandini dalla metà degli anni Ottanta - come spiega ancora la Repubblica - è stato il principale consulente finanziario che ha impiantato la ndrangheta al Nord. Molti legami con il nostro paese. "Avevamo contatti con alcune banche e infettavamo il mercato svizzero con titoli tossici". Affaire à suivre.