Intervista

«Un servizio pubblico forte, indipendente e federalista»

Luigi Pedrazzini dopo la sua nomina a vice presidente del CdA della SSR: «Cercherò ancora di più di rappresentare la terza Svizzera alla SSR»
© Cdt/Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
17.12.2019 19:24

Luigi Pedrazzini, già consigliere di Stato (PPD) e attuale presidente della Corsi, è stato nominato vicepresidente del CdA della SSR. Lo abbiamo raggiunto per una breve intervista sull’importante nomina e sul futuro del servizio pubblico.

Cosa significa per la SSR e la RSI la sua nomina? Può dare maggiore visibilità alla RSI in un momento non facile?
«Io rappresento nel CdA della SSR la Svizzera italiana, in particolare la CORSI, e quindi indirettamente anche la RSI. Chiaramente questa nomina dà maggiore visibilità. È un onore, e cercherò ancora di più nel futuro di rappresentare la “terza svizzera” all’interno della SSR».

Quali saranno gli obiettivi principali?
«In questo momento, che è un momento difficile e nel quale andranno prese decisioni importanti riguardanti l’azienda, credo che sarà importante preservare il servizio pubblico radiotelevisivo come lo ha voluto il popolo il 4 marzo del 2018; ovvero un servizio pubblico forte, indipendente e federalista, e quindi organizzato in ogni regione linguistica».

Non è un momento facile. Qual è lo stato di salute della SSR?
«Per nessuno che opera nel campo della comunicazione è un momento facile. Molto dipende dall’evoluzione delle risorse pubblicitarie, che sono in calo, e ciò impone un lavoro di contenimento dei costi. La sfida è quindi quella di riuscire a adottare queste misure limitando il più possibile le conseguenze per il personale, anche per mantenere la capacità della SSR di essere presenti in ogni regione. Bisognerà valutare attentamente ogni decisione, e anche la politica deve riconoscere il ruolo del servizio pubblico della SSR, che è stato riconosciuto dallo stesso popolo in votazione popolare. La politica non deve mettere al servizio pubblico degli ostacoli».

Una delle sfide future riguarda la digitalizzazione. Come affrontare questo fenomeno?
«La SSR sta già affrontando questo fenomeno con una molteplicità di progetti che vogliono permetterci di posizionarci come servizio pubblico anche nell’ambito dei prodotti digitali. Ma facendo ciò la SSR deve rimanere servizio pubblico, curando la qualità dei suoi prodotti. Il servizio pubblico deve rimanere fedele alla sua missione».

In passato si è parlato dell’abbandono del “secondo” canale della RSI. Arriverà questa decisione?
«Non parlerei di abbandono. Ma piuttosto di un’offerta differente e più vicina alle aspettative odierne del pubblico. Una televisione più “ondemand”. È ciò che sta succedendo sul mercato. Non si tratta di abbandonare il secondo canale, ma di affiancare al canale principale un’importante offerta sull’online».