Sicurezza energetica

Una centrale solare d'altitudine potrebbe sorgere sul Monte Tamaro

Il pendio di Manèra presenta una convergenza quasi unica di fattori favorevoli alla realizzazione di un parco fotovoltaico di grandi dimensioni – L’investimento è valutato attorno ai 40 milioni di franchi – È il secondo progetto in Ticino dopo quello del Nara
Bruno Giussani
16.05.2023 06:00

Nella parte alta della valle di Duragno, sopra Mezzovico a oltre 1.900 metri di altezza nella regione del Monte Tamaro, c’è un pendio aspro dalla vegetazione brulla. Il versante si chiama Manèra ed è esposto a sud. Sulla cresta si trova un’installazione di telecomunicazioni di Swisscom dotata di una grande antenna, che è alimentata da energia solare.

Quel pendio potrebbe accogliere un parco solare d’altitudine. «È una zona che corrisponde a tutti i criteri tecnici e ambientali», dice il promotore del progetto, l’imprenditore e consigliere nazionale Rocco Cattaneo, che immagina l’installazione, su una superficie di 70.000 metri quadrati, di 17.544 pannelli fotovoltaici bifacciali. Questi potrebbero produrre oltre 15 gigawattora di elettricità all’anno: sufficienti per coprire l’equivalente del fabbisogno di tutte le 2.500 economie domestiche dell’Alto Vedeggio, che comprende i comuni di Monteceneri, Mezzovico-Vira e Isone, e di altre 1.500.

Fabbisogno invernale

I parchi solari alpini sono delle centrali elettriche fotovoltaiche di grandi dimensioni installate in quota per beneficiare del sole che le colpisce con più intensità e più a lungo e delle basse temperature che ne aumentano l’efficienza. I pannelli bifacciali permettono inoltre di sfruttare in inverno anche il riflesso del sole sulla neve. Sono una delle soluzioni al principale problema dell’approvvigionamento elettrico svizzero: la necessità di importare dall’estero durante l’inverno. Il vantaggio comparativo dei parchi solari alpini sulle installazioni di pianura, infatti, è un’eccezionale produzione elettrica invernale. Ciò non significa, ovviamente, che gli uni escludano le altre. Il contesto teso del mercato energetico, l’uscita futura dal nucleare decisa in votazione popolare nel 2017, la transizione climatica e le turbolenze geopolitiche richiedono lo sviluppo rapido di tutte le soluzioni «pulite» indigene. Per questo motivo il Parlamento federale, l’autunno scorso, ha modificato la Legge sull’energia per semplificare e accelerare le procedure di autorizzazione dei grandi impianti fotovoltaici (quelli capaci di produrre almeno 10 gigawattora di elettricità all’anno), accompagnandole con la possibilità di sussidi federali fino al 60% dell’investimento.

È una zona che corrisponde a tutti i criteri tecnici e ambientali
Rocco Cattaneo, imprenditore e consigliere nazionale

Studio preliminare

Diversi progetti di parchi alpini solari sono stati annunciati in particolare nei Grigioni (che ha recentemente stabilito a livello cantonale i parametri per l’ottenimento delle licenze edilizie) e in Vallese, come pure in altri Cantoni. In Ticino – la «Sonnenstube» della Svizzera – la bozza di nuovo Piano energetico e climatico cantonale (PECC) li ritiene, in apparente discordanza con la strategia federale, «meno prioritari e di difficile realizzazione». Finora la sola iniziativa conosciuta, svelata su queste pagine il 29 marzo scorso, era quella di un impianto al Pian Nara, in val di Blenio.

Il progetto del Tamaro è dettagliato in un corposo studio preliminare realizzato dallo studio di ingegneria Basler & Hofmann di Zurigo, con analisi geologica, design del parco solare e simulazione della produzione di energia eseguite dalla SUPSI. «Prima di poter richiedere una licenza edilizia dovremo approfondire nei prossimi mesi tanto la parte tecnica ed economica come pure analizzare i possibili impatti ambientali, e tutti i modi per minimizzarli», afferma Rocco Cattaneo. Lo studio preliminare ha tuttavia indicato una convergenza quasi unica di fattori favorevoli alla scelta di Manèra. Un criterio essenziale per questo tipo di impianti è, ovviamente, che non vengano costruiti in zone naturali intatte o su terreni pregiati. La regione del Tamaro è largamente antropizzata: l’impatto umano, in altre parole, è già marcato. Vi si trovano gli impianti di risalita (per i quali pure esiste un progetto di ammodernamento), strutture ricettive e turistiche, sentieri e strade sterrate, l’antenna Swisscom, l’alpe di Duragno, una capanna alpina e alcune infrastrutture militari. Inoltre – e questo è un elemento decisivo – esiste già un collegamento alla rete elettrica. Si tratta di un cavo di quasi 4 chilometri di proprietà della Tamaro SA e di Swisscom che parte dall’antenna di telecomunicazione e scende fino a Rivera, dove si collega alla rete delle Aziende Industriali di Lugano (AIL). «Bisognerà sviluppare la capacità del cavo per trasportare l’energia del parco solare, ma è interrato e quindi l’impatto pratico sarebbe minimo», afferma Cattaneo. Inoltre, se la conca sottostante accoglie l’alpe di Duragno, è sull’altro lato della valle che i pascoli sono verdi: il pendio di Manèra è brullo, non si trova in zona di protezione naturale ed è privo di alberi. È destinato perlopiù al pascolo tardivo delle capre – che potrebbe continuare poiché i pannelli sarebbero installati due metri sopra il terreno. «L’ombra proiettata dai pannelli potrebbe persino migliorare l’umidità e la biodiversità del pascolo», dice Cattaneo.

Orizzonte libero

L’installazione Swisscom funziona anche grazie all’energia prodotta da oltre 200 moduli solari monofacciali. Una parte di questi pannelli hanno la stessa inclinazione (70 gradi) prevista per l’impianto di Manèra. Nerio Cereghetti, della SUPSI, ne ha analizzato i dati per l’anno 2022, evidenziando un alto rendimento invernale. Sulla base di queste cifre ha simulato la produzione energetica del futuro parco solare e vi vede «ottimi presupposti: anche senza tener conto degli eventuali riflessi sulla neve», dice lo specialista, «si raggiungono i 1.560 kilowattora all’anno per kW di potenza installata, di cui quasi 800 in inverno (ottobre-marzo), ben al di sopra dei 500 richiesti dalle norme federali». Un’ulteriore caratteristica favorevole del versante di Manèra, aggiunge, è «che l’orizzonte è totalmente libero: quando il sole sorge, illumina immediatamente il pendio».

Sulla base degli elementi attualmente disponibili, l’investimento per il parco solare sarebbe dell’ordine dei 40 milioni di franchi, in linea con il costo di simili progetti in altri Cantoni. Nelle valutazioni economiche sono previsti accantonamenti annuali per finanziare il futuro smantellamento o rimodernamento, installando nuove generazioni di pannelli.

Forme di finanziamento

La struttura di finanziamento rimane da definire, ma Cattaneo è possibilista su molteplici forme, da un consorzio di aziende elettriche a una comunità di autoconsumo locale che potrebbe coinvolgere aziende della regione ma pure la popolazione, quasi a sottolineare come la ricerca di un equilibrio fra la necessità di generare molta più elettricità da fonti rinnovabili in Svizzera e l’altrettanto necessaria protezione di ambiente e paesaggi è una sfida collettiva.

«Come imprenditore – e penso questo sia importante per tutti gli imprenditori – mi interessa soprattutto aver visibilità sui costi operativi delle attività», aggiunge Rocco Cattaneo. «Un impianto come questo permetterebbe di sapere quanto costerà la corrente elettrica per i prossimi 30 anni sulla base dell’investimento fatto, non delle bizze del mercato o della geopolitica».

Flussi locali e regionali

Il Monte Tamaro si trova al centro del Cantone e – elettricamente parlando – è circondato, direttamente o indirettamente, dalle reti di quattro società distributrici: la Società Elettrica Sopracenerina (SES), l’Azienda Multiservizi di Bellinzona (AMB), le Aziende Industriali di Lugano (AIL) e l’Azienda Elettrica di Massagno (AEM). Le abbiamo contattate e tutte hanno espresso interesse ad approfondire la conoscenza del progetto. Tutte, inoltre, sono già attive nell’energia solare. La SES è all’origine del progetto di parco solare del Pian Nara. L’AMB e le AIL offrono dei prodotti simili tanto per economie domestiche (AMB Solar e AIL Solar, «una forma di leasing per installazioni solari per esempio su abitazioni monofamiliari», spiega il direttore dell’AMB Mauro Suà) che per clienti più grandi, come aziende o centri commerciali. «Dal punto di vista dell’approvvigionamento, un parco solare al Tamaro potrebbe avere un valore aggiunto immediato enorme rispetto alla realizzazione di tanti piccoli impianti», afferma Andrea Prati, presidente della direzione di AIL, sul cui comprensorio è previsto il progetto. Quanto all’AEM, a metà gennaio ha ricevuto il riconoscimento «Watt d’Or 2023» dell’Ufficio federale dell’Energia per un progetto a Lugaggia che collega 18 abitazioni, un asilo, sei impianti fotovoltaici e una batteria di quartiere in una piccola comunità di autoconsumo solare basata sull’idea della produzione delocalizzata. «Uno dei pilastri della transizione energetica», spiega il presidente dell’AEM Stefano Colombo, «è l’ottimizzazione dei flussi energetici a livello locale e regionale». Non vi sono, aggiunge, «soluzioni singolari ai rischi per l’approvvigionamento: dobbiamo sviluppare tutte le soluzioni. E malgrado gli sforzi di risparmio e di efficientamento, e pur tenendo conto del potenziale di crescita dell’idroelettrico, tutti gli scenari futuri parlano di un aumento significativo dei bisogni d’elettricità, e quindi della necessità di nuove infrastrutture».

Uno dei due pilastri

A Mezzovico-Vira il progetto è visto con interesse dalle autorità. «Ne abbiamo preso conoscenza in Municipio», afferma il sindaco Mario Canepa, «ed è un’iniziativa alla quale diamo il benvenuto». Il terreno di Manèra è di proprietà del Patriziato di Mezzovico-Vira, il cui presidente Nicola Menini si dice «favorevolmente impressionato» dal progetto di parco solare, «che potrebbe portare molto alla comunità, come pure al Patriziato». Questo beneficerebbe di indennizzi per l’uso del terreno, che potrebbe destinare a opere di miglioria e ulteriore valorizzazione dell’alpe di Duragno, pure di sua proprietà.

In aprile, nel quadro della consultazione sulla bozza del nuovo PECC, il WWF della Svizzera Italiana ha chiesto «un ulteriore sforzo» sull’energia solare, aumentando l’obiettivo di produzione nel Cantone da 1.500 a 2.500 gigawattora all’anno. Il Ticino, dice il responsabile WWF Francesco Maggi, ha margini per «installazioni solari su immobili e strutture esistenti», ma – al netto di analisi d’impatto ambientale approfondite ancora da eseguire – «indicativamente un numero ristretto di impianti alpini di grandi dimensioni, in luoghi scelti con attenzione, mi sembrano un contributo potenzialmente interessante». Il solare, aggiunge, «non è mai stato sufficientemente considerato, ma è uno dei due pilastri su cui puntare in futuro: l’altro è l’efficienza».

La prossima tappa per il progetto Tamaro, indica Rocco Cattaneo, è la progettazione definitiva, completa di studio approfondito degli impatti ambientali, da farsi se possibile entro fine anno per poi arrivare alla domanda di costruzione. Per poter beneficiare delle agevolazioni procedurali e finanziarie decise dal Parlamento federale, infatti, almeno il 10 per cento della produzione dell’impianto completo «deve essere immessa in rete entro fine 2025», dice l’ordinanza, con una messa in esercizio completa entro fine 2030.

Conferenza a Bellinzona

Una giornata d’informazione sulle centrali fotovoltaiche alpine si svolgerà a Bellinzona martedì 23 maggio. «È un evento destinato principalmente agli addetti ai lavori», spiega l’organizzatore Claudio Caccia della sezione ticinese di Swissolar, l’associazione svizzera per l’energia solare, ma sarà anche un’occasione per politici cantonali e locali e altri interessati per acquisire fatti e dati su un tema sempre più attuale. Fra gli oratori figureranno rappresentanti degli uffici federali dell’Energia e dell’Ambiente, di Swissgrid, ricercatori universitari, come pure i promotori dei progetti del Tamaro e del Pian Nara. L’evento si svolgerà fra le 14.30 e le 17.30 all’auditorium di BancaStato. Iscrizioni obbligatorie sulla pagina in italiano del sito web swissolar.ch. 
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