Cosa vorrei in città

«Una Lugano più coraggiosa contro le speculazioni edilizie»

Torna l’appuntamento con 5 personaggi e la loro idea di città - Oggi tocca a Keri Gonzato, Fabrizio Campana, Yari Copt, Gianluca Ibranyan e Raffaella Agazzi
Keri Gonzato.
Chiara Nacaroglu
07.10.2019 06:00

Nella terza puntata dello speciale dedicato a «Cosa vorrei in città» diamo voce a personaggi diversi tra loro: dalla giornalista freelance ed insegnante di yoga Keri Gonzato, al liceale Gianluca Ibranyan all’ufficiale dei pompieri Fabrizio Campana. Se vi siete persi le ultime puntate potete leggerle cliccando QUI e QUI.

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Una città che si permetta di essere imperfetta

Keri Gonzato, giornalista ed insegnante di yoga e danza libera

Lugano, mi hanno chiesto di parlare di come ti vorrei. Ma le migliori relazioni partono dall’apprezzare ciò che si ha. E quindi, ci tengo a dirti che, oltre alla bellezza esotica che ricorda Rio, di te amo che sei piccina e mi fai sentire al sicuro. E poi mi piace il tuo essere «in mezzo» al mondo. È sempre bello fuggire per poi tornare nelle tue braccia. Dopo questa captatio benevolentiae è ora di dirti tutta la verità. A volte, lo ammetto, mi stai stretta. La tua prevedibilità, l’autocontrollo a discapito della sorpresa. Sei uno splendido bozzolo. Ma, per non spegnerci, vorrei vederti spettinare i capelli, scoprendoti irriverente. Vorrei ti mettessi in gioco, permettendoti il piacere di essere imperfetta. Mi piacerebbe che ti nutrissi di arte che smuove lo status quo e che sostenessi i luoghi di fermento culturale non istituzionali, lactobacilli fondamentali di una città viva. Penso allo Spazio Morel, segno di una generazione che, invece di fuggire, rimane e apre nuove porte. Spero che continuerai ad investire nei giovani come fai con il Longlake e Lugano Bella. E poi vorrei che, di fronte a canti notturni provenienti dal marciapiede, sorridessi alla vita che scorre nelle tue vene. È tempo che lotti per difendere le tue splendide ville antiche dai crimini della speculazione edilizia. Ecco sì, ti vorrei più coraggiosa. Fiera delle tue radici ma inclusiva e cosmopolita. E non smettere di valorizzare il verde, come hai fatto alla Foce del Cassarate. Tra l’altro, promettimi che presto sarà più facile percorrerti in bici e skate! E poi sarebbe un sogno, quando viaggio, potermi vantare parlando di te come di una pioniera della sostenibilità e della creatività.

Più gente che esca, s'incuriosisca e crei

Yari Copt, imprenditore, dj radiofonico e musicista

Lugano per me è una sfera ideale per vivere. Hai una città a misura d'uomo, la natura a due passi da casa, un'estate magnifica zeppa di eventi ed un inverno da sogno per gli appassionati della montagna. Stiamo crescendo a livello di ristorazione e abbiamo eventi che altre città ci invidiano. Cosa manca? Perché alcune sere in settimana Lugano è una città fantasma? Perché gli artisti vari fanno fatica ad organizzare e sostenere eventi interessanti e magari anche di nicchia? Perché alle ultime edizioni del Blues to Bop la piazza non era gremita? Perché manca la gente. Non abbiamo i numeri, purtroppo. Io voglio più gente. Più gente che esca agli eventi che non siano solamente carnevale o Capodanno in piazza. Più gente che si incuriosisca per una mostra organizzata da giovani artisti locali. Più gente che sia aperta a conoscere persone che arrivano a vivere a Lugano dall'estero e che fanno fatica ad integrarsi e a trovare amicizie del posto. Più gente che esca in settimana per un drink, una passeggiata, un gelato. Più gente che supporti la gente che fa e crea in città invece di criticare dietro una tastiera del computer sui social network. Più gente che pretenda di sentire musica dal vivo nei bar. Più gente, insomma, che faccia vivere una città che è vivace e ha voglia di crescere, ma che senza la linfa dei propri abitanti non può e non potrà mai diventare grande.

Con il bastone bianco lo slalom tra i cantieri

Raffaella Agazzi, docente in pensione

Sì, la città di Lugano ha qualche pecca anche se, globalmente, non la cambierei con nessun altra del Ticino. Camminando con il bastone bianco e un’amica-guida, nella zona dalla pensilina Botta a via della Postaci sono stati mesi difficili da percorrere: dislivelli, tratti dissestati e rumore fastidioso per lavori in corso. Anche viaggiare con il bus non è sempre facile: quasi mai viene abbassata la predella per salire facilmente ed è successo, qualche volta, che un autista frettoloso chiudesse la porta prima che fossi scesa con il mio bastone. Indubbiamente sono momenti spiacevoli ma quasi spariscono di fronte alla cordialità, alla sensibilità per il cieco, alla disponibilità, all’aiuto che le persone sono sempre pronte a dare per strada, nei negozi, negli uffici. E gli aiuti non sono mai imposti, come a volte si sente dire da parte di qualche cieco; forse io sono particolarmente fortunata! Rimango sempre convinta del fatto che, in un qualsiasi rapporto tra vedente e cieco, la persona più a disagio è colei che vede con gli occhi. Sta al cieco porsi nel modo giusto e chiedere aiuto nel modo giusto. Vivo bene a Lugano, città amabile, cordiale e ricca di tante proposte culturali, educative, sportive e via dicendo: frequento concerti e teatri, visito i musei e apprezzo, con qualche difficoltà, le installazioni artistiche che denotano in tanti nostri giovani estro e creatività.

Mancano le attività serali per gli adolescenti

Gianluca Ibranyan, studente al Liceo Lugano 1

Da liceale trovo che non vi sia una grande offerta per quanto concerne la ristorazione dedicata agli studenti. A parte la mensa, è molto difficile riuscire a mangiare per meno di 15 franchi, a parte il solito panino, quindi raramente tra studenti si esce a cena. Oltretutto, per la nostra fascia d’età - dai 15 ai 19 anni - non vi sono molte attività serali interessanti; sembra che i locali siano destinati per lo più agli over 30. Per quanto riguarda gli eventi destinati ad un folto pubblico, non li concentrerei in un lasso di tempo così ristretto, come avviene oggi con il Longlake Festival: l’estate è lunga e sarebbe interessante avere più attività anche in agosto, in alternativa all’apprezzatissima Lugano Marittima. Rimanendo sull’estate, troverei interessante il risanamento della spiaggetta del ponte del Diavolo, uno dei luoghi di ritrovo più in voga tra i giovani. Infine, se devo dire la mia sui trasporti pubblici, trovo che non vi sia ancora un’offerta adeguata, nonostante diversi miglioramenti (ad esempio i bus fino a tarda sera anche nelle valli). Per quanto riguarda la viabilità, penso di non essere l’unico a ritenerla in continuo peggioramento; vediamo che effetto faranno le modifiche al Piano viario in atto da pochi giorni. Nonostante quanto esposto sopra, considero comunque Lugano una città bellissima e anche molto sicura in cui crescere e vivere.

Una città che continui a dare spazio ai sogni

Fabrizio Campana, ufficiale del Corpo civici pompieri di Lugano

Vorrei una Lugano senza quartieri e con una maggiore attenzione verso la collina nord, dove la bellezza delle piccole cose può essere garantita solo se si dedica del tempo a curare la manutenzione dei luoghi, cosa che ora un po’ manca. Vorrei una Lugano che continui a dare spazio ai desideri e ai sogni di quelle persone che chiedono di creare una spiaggia sul lungolago o la pedonalizzazione di riva Albertolli. Ma anche che possa seriamente e finalmente dare il via ai nuovi grandi progetti pubblici e privati di riqualifica e ammodernamento, così come in passato sono stati, ad esempio, l’USI e il suo nuovo campus, il LAC o la galleria Vedeggio-Cassarate. Allo stesso modo, vanno portati avanti gli sforzi di chi deve studiare e attuare la giusta soluzione che permetta di migliorare la viabilità di tutti i mezzi di trasporto, auto, bus e bici. Insomma, una Lugano che fa. E che permetta, un domani, a mio figlio di fare quello che ho fatto io al compimento dei 40 anni, ovvero meglio comprendere e apprezzare il territorio e le sue splendide tradizioni. E, al contempo, che possa guardarsi indietro e ammirare di cosa sono in grado le persone quando trovano intese comuni anche se non condividono le stesse idee. Perché Lugano, anche se non è paragonabile alle grandi città europee, è comunque in grado di creare interesse e ammirazione a livello globale e sa rendere fieri i suoi cittadini.