Cosa vorrei in città

«Una Lugano viva per giovani e creativi. E sull’autogestione...»

Torna l’appuntamento con 5 personaggi e la loro idea di città - Oggi tocca a Boas Erez, Andrea Bignasca, Lorenza Sommaruga, Edo Carrasco e Laura Tarchini
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Red. Lugano
27.09.2019 06:00

Nella seconda puntata dello speciale dedicato a «Cosa vorrei in città» diamo voce a personaggi diversi tra loro: dal rettore dell’USI Boas Erez al musicista Andrea Bignasca, passando per la responsabile comunicazione di Pro Senectute, Laura Tarchini. Se vi siete persi la prima puntata potete leggerla cliccando QUI

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Largo anche ad esperienze come l'autogestione

Boas Erez, rettore dell’Università della Svizzera italiana

I giovani con la loro energia creativa sono indispensabili per rendere sempre più viva la città. Io sono cresciuto a Lugano, ma ho vissuto e lavorato molti anni all’estero e ho visitato tante città universitarie. Città dove più di un abitante su dieci è uno studente. Mi auguro che nei prossimi anni gli studenti di USI e SUPSI, assieme agli studenti dei licei, possano dare un’impronta simile alla città, e credo che il nuovo Campus Est – con la sua grande corte aperta a tutti, delle dimensioni di piazza della Riforma – abbia il potenziale per contribuire significativamente a conferire un nuovo volto al centro. Con il nuovo campus si svilupperanno anche nuovi spazi di aggregazione lungo il Cassarate – vere e proprie «piazze sul fiume» – che offriranno nuove opportunità a questi luoghi, un po’ come è successo con la nuova Foce del Cassarate. La creatività non appartiene però solo ai giovani studenti, anzi. Artisti, architetti, e «start-upper» sono altri creatori, ma credo che tutti i cittadini abbiano il bisogno di esprimersi e di vivere pienamente la loro creatività. Allo stesso modo credo che occorrano diversi tipi di spazi per accogliere questa energia creativa, che vanno ben oltre le mura delle università. Un’ode al LAC, quindi, con le sue meravigliose mostre e concerti. Ma largo anche ad altri spazi, come bar e teatri minori, o agli artisti di strada con iniziative come il Buskers Festival e il LongLake Festival, e spazio anche – perché no – ad esperienze come quella dell’autogestione, che così ben funzionano in altre città svizzere e del nord Europa.

Più congressi e un centro illuminato a festa

Lorenza Sommaruga, commerciante e presidente Federcommercio

Trovare «due cose di cui parlare» è riduttivo quando si tratta di Lugano. Una tra queste sicuramente è quella di renderla una città congressuale. Godiamo di una posizione geografica d’eccellenza, la città è adagiata in una baia circondata da meravigliosi paesaggi, la tranquillità cittadina, i suoi festival, le zone per lo shopping e la vita culturale sarebbero sicuramente lo sfondo ideale per accogliere viaggi professionali e simposi. Ai partecipanti di congressi siamo in grado di offrire le nostre bellezze naturali, rendendo così il loro soggiorno un momento anche di relax e svago. Ora mancano le infrastrutture, è vero, ma basterebbe iniziare ad utilizzare al meglio ciò che abbiamo. Bisogna cominciare a progettare a breve termine e con una visione professionale e lungimirante il prossimo futuro. E per continuare a sognare, vorrei immaginare la nostra città illuminarsi maggiormente durante il periodo delle feste natalizie. Diventata ormai una moda in tutto il mondo, l’arte di illuminare le piazze e le facciate dei palazzi d’epoca si potrebbe proporre anche a Lugano. Un’idea sarebbe quella di chiamare a collaborare degli artisti che con i loro progetti potrebbero trasformare il nucleo cittadino in una vera e propria galleria d’arte all’aria aperta.

Polo sportivo e degli eventi: è ora di fare gol

Edo Carrasco, ex calciatore, dirigente del settore giovanile del FC Lugano

Vorrei una città a misura d’uomo dove la coesione sociale sia veramente un valore aggiunto. Per questo è necessario ripensare gli spazi in funzione dei cambiamenti che la nostra società ha conosciuto negli ultimi decenni. Un esempio concreto è quanto fatto a Losanna dove il nuovo quartiere del «Flon» è diventato un vero luogo di vita e dove i giovani socializzano tutto l’anno. È necessario anche costruire luoghi dove la gente può incontrarsi in modo informale dove i giovani possano fare musica, arte e cultura in modo libero mettendo loro a disposizione le strutture necessarie e chiedendo loro maggiore responsabilità. Girando spesso il Ticino, posso toccare con mano la difficoltà di circolare in bici a Lugano. In questo senso vanno fatti importanti passi avanti perché favorire la mobilità lenta permetterebbe di migliorare il clima, di attivare le persone in modo sano e anche di scoprire luoghi talvolta sconosciuti. Il mio ruolo di «vecchio» sportivo mi impone una riflessione sul polo sportivo. Lo stadio è un luogo di socializzazione fondamentale che permette di unire intere generazioni. Quello a Cornaredo non è oggi solo una necessità del FC Lugano: credo che un polo sportivo di qualità, con strutture moderne, potrebbe diventare un motore importante per una città viva e attiva. Per questo è importante non passarsi la palla, ma fare finalmente gol!

Incentivi statali per chi va ad almeno 20 concerti l'anno

Andrea Bignasca, musicista

Sono le persone a fare la città. E quelle della mia le voglio accoglienti, senza paura: meno polizia e più amore, meno telecamere e più chitarre, una città in cui giovani invitano anziani a concerti e viceversa. Ogni tanto arrivo a pensare che non è che non ci siano posti in cui suonare, è che non c’è abbastanza gente che li riempia. Poi, però, sono più d’uno gli esempi che mi confermano che in realtà ci sono persone disposte a riempirli. Di sicuro persone disposte a metterci ore di energia, seppure magari in posti meno canonici come un garage o un lido. Mi si dirà che la piazza per la musica si riempie annualmente: probabilmente anche se mettessimo un «accarezzatoio» di piccoli labradors. Voglio rieducare il pubblico alla musica dal vivo, ad ascoltarla invece di sentirla, a pagarla piuttosto che darla per scontata. Voglio che sia riconosciuto alla musica il devastante potere rinnovativo che ha e che ha avuto, e voglio usarlo! Non più relegarla a mero soundtrack di bevute ma riconoscerle il potere redentivo a tutte le età. Voglio incentivi statali per chi va ad almeno 20 concerti all’anno e multe a chi batte le mani sull’uno e sul tre. Buskers tutto l’anno. Lugano come Austin. Mi si dirà che l’unica cosa che voglio in realtà è una città che mi faccia suonare ogni sabato sera nella piazza principale, gremita di gente attenta. Beh, sì. Ah, e un unicorno come reddito di cittadinanza, per favore.

Residenze a misura di anziani e famiglie

Laura Tarchini, responsabile comunicazione e marketing Pro Senectute

Le bici aumentano, ma i percorsi ciclabili sono ancora insufficienti, siamo in enorme ritardo. Le recenti polemiche sui divieti di andare in bicicletta sulle vie pedonali sono inutili. Chi si sposta a piedi sa che vedersi sfrecciare accanto una e-bike può spaventare, in particolare gli anziani o chi ha bimbi piccoli. A molti ciclisti manca il buonsenso e questo ha portato la polizia a introdurre i divieti. I più deboli vanno tutelati, ma è ora che la politica si muova per misure concrete a protezione dei ciclisti: ogni bici che circola è un’auto in meno per strada. A Lugano manca poi una visione sul tema della pigione moderata. Nonostante sia stata più volte sollecitata, la politica non si è mossa per attuare una politica dell’alloggio in questo senso. Vi sono terreni comunali che potrebbero essere destinati allo scopo (uno tra essi quello in via Lambertenghi), con un concorso di idee e la creazione di residenze a misura di anziani e famiglie, ma tutto è fermo. Vi sono cantoni che hanno quartieri interi creati su questo modello, sotto forma di cooperative o tramite imprenditori che decidono per un investimento su terreni messi a disposizione dai Comuni. Infine, vorrei che il Longlake, durasse più di un mese. È un progetto bellissimo ma troppo concentrato. A inizio agosto tutto si ferma, ma vi sono ancora parecchi turisti e molte famiglie rimangono in città.