Processo

Un'altra condanna per il colpo al Casinò di Lugano

Pena sospesa ed espulsione per un cittadino georgiano - membro di una banda - che ha sabotato una roulette elettronica mettendo a segno una raffinata truffa nella casa da gioco luganese
© CdT/Chiara Zocchetti
Valentina Coda
13.11.2025 17:12

Si aggiunge un’altra condanna alla banda di georgiani che nella notte fra il 29 e il 30 novembre del 2024 ha messo a segno una raffinata truffa ai danni del Casinò di Lugano. Lo scorso luglio il presidente delle Assise correzionali, il giudice Amos Pagnamenta, aveva inflitto diciotto mesi sospesi, più l’espulsione dalla Svizzera per cinque anni, a un 38.enne e un 42.enne. Questa mattina, sempre il giudice Amos Pagnamenta che ha presieduto sempre una Corte delle assise correzionali, ha inflitto la stessa condanna a un loro correo, un 39.enne (patrocinato dall’avvocato Fabio Käppeli), per truffa e danneggiamento.

A mettere in atto il piano, come detto piuttosto raffinato, è stato un quintetto, giunto da Strasburgo su due distinte auto targate Germania, che è riuscito a scappare dalla casa da gioco luganese con il malloppo: quasi 75.000 franchi. Parliamo di raffinato perché nell’immediato non è scattato nessun meccanismo d’allarme. Un fatto che presuppone ottima conoscenza del funzionamento dei casinò e della macchina bersaglio del colpo, ovvero una roulette elettronica situata al primo piano della casa da gioco. Citando l’atto d’accusa stilato dal sostituto procuratore generale Moreno Capella, «operando con discrezione e verosimilmente con l’ausilio di un cacciavite (od oggetto dalle analoghe sembianze) hanno prodotto un foro al cilindro in plexiglas posto attorno alla roulette». L’imputato, intanto, teneva occupava una postazione insieme ad altri correi. Poi, un altro membro della banda, sedendosi in una slot vicina al foro e manipolando la pallina con un filo di ferro, la bloccava sul settore desiderato «dopo il quinto giro». Il tutto veniva poi comunicato ai complici (tra cui l’imputato) che venivano istruiti su quando e quanto puntare. Dopo il colpo, la banda si è data alla macchia abbandonando il territorio svizzero dal valico di Basilea. L’imputato, come compenso, si è intascato 2.500 euro.

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