Sanità

Vaiolo delle scimmie: «Tenere d'occhio i sintomi, ma niente panico»

In giornata il DSS ha comunicato che un primo caso della malattia è stato registrato in Ticino — Il medico cantonale Giorgio Merlani: «Vaccini? Se ne sta discutendo»
Giacomo Butti
23.06.2022 17:22

Anche in Ticino è stato registrato un primo caso di vaiolo delle scimmie. In mattinata, il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) ha comunicato che martedì una persona residente nel cantone è risultata positiva al virus: in cura come paziente ambulatoriale, si trova ora in isolamento al proprio domicilio. L'Ufficio del medico cantonale ha già provveduto alla ricerca dei contatti così da identificare possibili catene di trasmissione e informare attivamente queste persone sul comportamento da tenere.

Da noi contattato, il medico cantonale Giorgio Merlani rassicura: «È un dato di fatto: i casi a livello globale sono in aumento. Ma va considerato che, benché a livello teorico si parli pure di contagio tramite goccioline respiratorie, alla prova dei fatti le trasmissioni si presentano solo in contatti molto ravvicinati e stretti, praticamente solo attraverso il contatto con lesioni cutanee. Questa è la modalità di trasmissione più frequente». Insomma, a livello di contagiosità, il vaiolo delle scimmie non è paragonabile al coronavirus.

Nessuna ospedalizzazione, e i vaccini?

Ma cosa dire sulla pericolosità? «Non mi risulta, attualmente, che alcun positivo in Svizzera sia stato ospedalizzato. E a livello globale non si sono registrati decessi al di fuori del continente africano», evidenzia Merlani. «In Africa il vaiolo delle scimmie presenta una mortalità, si stima, attorno all'1% dei casi. Ma è un tasso probabilmente collegato a tutta un'altra serie di problematiche». Attenzione però: «Siamo comunque all'inizio della fase e i numeri sono piccoli: ora parliamo di infezioni, in futuro qualcuno potrebbe finire all'ospedale. È quando i numeri si fanno più grandi che si può fare una valutazione migliore dell'impatto in termini di gravità». Ma cosa dire dei vaccini? «Chi è già stato vaccinato contro il vaiolo umano presenta probabilmente una certa protezione, ma servono ancora degli studi per stabilirne il livello. In Svizzera si sta discutendo della possibilità di importare i nuovi vaccini di terza generazione contro il vaiolo, efficaci anche contro il vaiolo della scimmia, ma non ho al momento informazioni chiare e definitive al riguardo».

Attenti a non stigmatizzare

Il fatto che i contagi avvengano più spesso, come evidenziato, dopo un contatto con lesioni cutanee, sommato al registrarsi di diversi casi nella comunità gay, ha spinto molti a tracciare paragoni con il diffondersi dell'AIDS. Tanto che le associazioni internazionali si sono mosse per lanciare un appello: «Evitiamo la stigmatizzazione». E anche il medico cantonale invita ad evitare tali collegamenti. «Non tutti i casi in Svizzera riguardano i maschi omosessuali. Diversi contagi sono già stati registrati anche tra la popolazione femminile. Quindi attenzione: non vanno fatte stigmatizzazioni né bisogna sentirsi invulnerabili perché non si appartiene a questa categoria. Siamo già a conoscenza di casi di vaiolo delle scimmie, in Svizzera, per i quali non c'è una catena di trasmissione chiara».

L'isolamento

Che misure vengono intraprese in caso di contagio? «L'attenzione nei confronti della malattia è già abbastanza elevata ed eventuali casi vengono dunque trattati come tali, in isolamento. Il procedersi viene deciso in base all'andamento». E in Ticino «alcuni casi sospetti non sono stati confermati, altri sono in attesa di conferma. Ma per ora nell'unico caso confermato si è deciso per l'isolamento a domicilio». Essendo poi il vaiolo delle scimmie una malattia che si trasmette dagli animali (soprattutto i roditori) all'uomo e viceversa, «le linee guida consigliano alle persone in isolamento di evitare contatti con gli animali domestici», chiosa il medico cantonale. 

A Merlani chiediamo poi di un'altra tematica affrontata in tempi di coronavirus: quella degli asintomatici. Come già evidenziato nei precedenti articoli e nel comunicato odierno, la malattia comporta inizialmente il manifestarsi di febbre, mal di testa, dolori muscolari e alla schiena e gonfiore dei linfonodi. Da uno a tre giorni dopo la comparsa della febbre, si sviluppa un'eruzione cutanea con vescicole o pustole, con l'eruzione cutanea che di solito si diffonde dalla testa al resto del corpo. Ma il vaiolo delle scimmie può essere diffuso da persone che non presentano sintomi? «Non è un fenomeno conosciuto», risponde. «La Medicina è poi sempre pronta a smentirci, ma al momento non risultano casi simili: sono solo le persone contagiate e sintomatiche ad essere contagiose». Anche qui, però, attenzione: «La sintomatologia può presentarsi in modi più o meno evidenti. Anche le lesioni cutanee possono essere più o meno appariscenti. E una persona può essere contagiosa, tramite le già citate goccioline respiratorie, quando al momento presenta solo febbre e spossatezza».

«Niente panico»

Attenzione sì, insomma, soprattutto al manifestarsi dei sintomi. «Ma niente panico», tiene a sottolineare Merlani. «Quella dell'arrivo del vaiolo delle scimmie in Ticino era una notizia attesa ed è una situazione che seguiamo. Ma non ha le stesse potenzialità di diffusione rapida del coronavirus».

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