Lugano

Via al Forte, fu tentato omicidio: «Ha cercato il colpo del ko»

Condannato a 6 anni di carcere e 7 di espulsione l’uomo che lo scorso novembre colpì un giovane con un pugno facendolo finire in coma – Il giudice: «Era consapevole delle conseguenze del suo gesto» – L’accusa aveva chiesto 13 anni
© CdT/Chiara Zocchetti
Nico Nonella
25.06.2025 16:37

«Era consapevole delle conseguenze del suo gesto e della pericolosità di un pugno al volto. D'altronde, l'imputato ha praticato pugilato per tanti anni. Cercava il colpo del KO. Ha colpito la vittima alle spalle con violenza impressionante, quando questa era impossibilitata a proteggersi». La Corte delle assise criminali presieduta dal giudice Amos Pagnamenta non ha avuto dubbi: quella mattina di domenica 17 novembre 2024, fuori dal Blu Martini, è andato in scena un tentato omicidio. E il responsabile, un 26.enne italiano, dovrà scontare 6 anni di carcere e verrà espulso dalla Svizzera per 7 anni.

«Colpa gravissima»

Quanto accaduto quel giorno, ha sottolineato Pagnamenta durante la lettura della sentenza, «è gravissimo». Il 26.enne, che ha praticato boxe per una decina di anni, quella sera era intervenuto più volte in vari alterchi creatisi tra gli agenti di sicurezza e alcuni avventori. Poi era scoppiato un diverbio con la vittima, un 22.enne italiano. L’imputato lo aveva spinto e il giovane lo aveva a sua volta colpito con un pugno («Che non ha avuto conseguenze», ha rimarcato il giudice). Pugno al quale il 26.enne ha reagito caricando un gancio destro, uno di quelli che si vedono sui ring, che ha colpito la vittima mentre era girata, facendola cadere a terra e causandole ferite gravissime. Da allora, il 22.enne si trova in uno stato vegetativo persistente. Il tutto è stato ripreso dalla videosorveglianza della Città di Lugano: dalla telecamera che riprendeva vicolo Orfanotrofio, a pochi passi dall’esercizio pubblico. «Non è stata legittima difesa: l'imputato era arrabbiato e su di giri. Non aveva nessun motivo per far nascere quella discussione: chi vuole fare da paciere non lo fa mettendo le mani addosso alla gente», ha argomentato il presidente della Corte. Quanto al colpo sferrato, «chi più di lui doveva essere a conoscenza dell'effetto di un pugno devastante?». Di qui dunque la condanna per tentato omicidio per dolo eventuale (tirando quel pugno, si è assunto il rischio di poter far del male a qualcuno).

Sincero pentimento

La pena inflitta dalla Corte (a latere i giudici Fabrizio Filippo Monaci e Renata Loss Campana, presenti anche gli assessori giurati) è molto inferiore rispetto ai 13 anni chiesti ieri dall'accusa. Questo perché a favore dell'imputato è stato riconosciuto il sincero pentimento, le scuse fatte alla famiglia della vittima e il tentativo di prestare soccorso al ragazzo. A pesare, di contro, è stato il fatto che poche settimane prima, il 31 ottobre 2024, il 26.enne era stato condannato da una Corte correzionale per lesioni semplici in relazione a un altro episodio violento, da lui ammesso, avvenuto nel 2021 fuori da un altro locale notturno della città. «Fa parte della sua storia giudiziaria colpire le persone al volto», ha sottolineato Pagnamenta. 

Come detto, l’accusa, sostenuta dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri, aveva chiesto una pena detentiva di 13 anni (ritenuta «fuori scala» dalla Corte) oltre a 10 di espulsione. La difesa, rappresentata dall’avvocato Tommaso Manicone , si era invece battuta per una condanna a 36 mesi per lesioni colpose gravi (e invocato il caso di rigore per quel che concerne l’espulsione).

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