«Vogliamo che gli svizzeri tornino in Italia, ma solo in sicurezza»

Svizzera, Francia, Germania e Austria sono pronte a riaprire. Se l’evoluzione epidemiologica lo consentirà, la popolazione potrà tornare a circolare liberamente dal prossimo 15 giugno. Un accordo dal quale, almeno per il momento, l’Italia resta esclusa. «Abbiamo adottato un approccio prudenziale», ci dice Alessandro Alfieri, senatore del Partito democratico e membro della Commissione degli affari esteri. Roma vuole andarci con i piedi di piombo, dopo aver pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane.
A fine maggio gli spostamenti tra Regioni, poi le frontiere
In Italia - ricorda Alfieri - «al momento non sono ancora state allentate neppure le restrizioni sulla mobilità delle persone e non è ancora possibile spostarsi tra le diverse Regioni. Nel momento in cui questo vincolo verrà eliminato, si potranno anche riaprire le frontiere». Secondo il senatore del PD, la mobilità interregionale verrà ripristinata a fine maggio e, «parallelamente, lavoreremo per riaprire i confini».
L’equilibrio tra salute e rilancio economico
«Stiamo monitorando l’impatto delle misure di allentamento sulla curva del contagio. L’obiettivo è far sì che l’indicatore R0 (il valore che indica il numero di infezioni prodotte da ciascun individuo infetto, ndr) rimanga sotto l’1». Se i casi dovessero tornare a crescere significherebbe infatti tornare ai piedi della scala e mettere nuovamente sotto pressione le strutture sanitarie. Una cautela che rischia però di svantaggiare la Penisola, soprattutto in un settore chiave come quello del turismo. «In parte è vero - ammette Alfieri -, ma dobbiamo ricordare che soprattutto la Lombardia è stata pesantemente confrontata con l’emergenza coronavirus. Stiamo provando a tenere insieme le due dimensioni, tutelando da un lato la salute e dall’altro facendo ripartire l’economia». L’Italia si prende insomma ancora qualche giorno di tempo, ma «già la prossima settimana prossima è attesa una decisione sugli spostamenti fra regioni». Da lì, «l’obiettivo sarà lavorare per allinearsi nel più breve tempo possibile agli altri Paesi per la riapertura dei confini».
In Italia per le vacanze, ma in sicurezza
Guardando alla stagione estiva, che richiama in Italia ogni anno milioni di turisti da tutto il mondo, il deputato del PD osserva: «Vogliamo che i cittadini svizzeri e tutti gli stranieri possano tornare in Italia, ma proprio per questo sarà fondamentale elaborare dei protocolli di sicurezza per le strutture balneari e gli alberghi, in modo da assicurare ai viaggiatori la possibilità di trascorrere un periodo di vacanza sereno, ma soprattutto sicuro».
Ricongiungimenti familiari «entro giugno»
I contatti con la Svizzera, ribadisce, «sono positivi e costanti». Tra le questioni ancora pendenti c’è anche il ricongiungimento familiare, oggi possibile solo per i coniugi e i figli sotto i 21 anni: «È uno dei motivi per cui si sta spingendo per riaprire le frontiere. Orientativamente sarà possibile entro giugno».
Berna e Roma, nel mezzo la realtà di confine
Ripristinare la libera circolazione tra Italia e Svizzera è un passo atteso anche da chi a ridosso del confine ci vive. «La realtà transfrontaliera si basa su un’economia integrata. Tra Ticino e Lombardia gli scambi, gli spostamenti e i contatti sono quotidiani: dalla spesa al lavoro. Roma e Berna spesso faticano a riconoscere la peculiarità di un territorio come il nostro. Lo stesso sta d’altronde avvenendo anche tra le Regioni italiane: ci sono famiglie che, pur abitando a pochi chilometri di distanza, continuano a non potersi vedere».