Processo

«Voleva allontanarla, non ucciderla»

La difesa del ventenne che ha accoltellato una donna fuori da una discoteca la scorsa estate chiede una pena contenuta in 18 mesi per lesioni semplici per legittima difesa
©Chiara Zocchetti
Federico Storni
27.06.2023 17:33

Se la procuratrice pubblica Anna Fumagalli ha chiesto che il ventenne algerino soggiornante a Bellinzona che la scorsa estate ferì una giovane dopo una rissa in discoteca a Lugano venga condannato a otto anni e mezzo di carcere ed espulso, l’avvocato Ryan Vannin si è per contro battuto per una pena contenuta in diciotto mesi per lesioni semplici. Non dunque per duplice tentato omicidio, come prospettato dall’accusa, secondo cui il ventenne avrebbe anche provato ad accoltellare un altro giovane. “Non c’è mai stato tentativo di colpirlo – ha detto per contro l’avvocato d’ufficio – Non deve rispondere di alcun reato al riguardo. Era appena stato picchiato, ricevendo anche un calcio forte in testa, ha estratto il coltello per minacciare e farsi dire chi l’aveva picchiato, non per colpire”.

Quanto all’accoltellamento della giovane – due fendenti a segno con un coltellino svizzero, secondo l’accusa – Vannin ha argomentato che la vittima l’abbia provocato: “Sapeva che aveva in mano un coltello e che poteva essere minaccioso, eppure gli va incontro con atteggiamento di sfida. Quindi quello del mio assistito non è stato un gesto premeditato. Voleva allontanarla perché l’aveva percepita come una minaccia. Inoltre non era in sé: non aveva consapevolezza del rischio di poterla uccidere”. Vannin ha chiesto quindi che sia condannato per lesioni semplici commesse per legittima difesa.

Il ventenne riconosce un rimborso per torto morale alla giovane, ma non al giovane. Le sentenza è attesa per domani alle 17.

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