Vuoi visitare la chiesa? Paga il biglietto

Troppo banale archiviare la novità dicendo che la misura sarebbe legata alle finanze a tinte rosso fuoco della Città. Non è così, sgombriamo subito il campo da qualsivoglia equivoco. Sta di fatto che dal 2024 per visitare la chiesa di San Barnárd, nei boschi sopra Monte Carasso, monumento di importanza nazionale, si dovrà pagare. Nel resto della Svizzera, per restare alle nostre latitudini, già lo si fa, sia chiaro. Quindi sorprende fino ad un certo punto la decisione del Consiglio direttivo dell’Ente autonomo Carasc (EAC), che ha a cuore il destino della montagna della sponda destra.
«L’obiettivo sarà quello di sopperire ai costi sostenuti attraverso una vendita di biglietti, a prezzi modici, che potrà però fruttare una somma considerevole visto che mediamente all’anno si registrano circa 12.000 passaggi. Si rammenta che gli oneri contrattuali relativi alla presenza di una collaboratrice addetta all’accompagnamento degli utenti sono completamente a carico» dell’EAC, si legge nel mandato di prestazione per i prossimi 12 mesi con relativo contributo globale di 418.000 franchi (+28 mila rispetto al 2023). Il Legislativo della capitale si pronuncerà prima di Natale.

Gli splendidi affreschi
L’edificio religioso - costruito nei secoli XI e XII e conosciuto soprattutto per i suoi splendidi affreschi - è uno dei fiori all’occhiello di Curzútt, l’antico nucleo caratterizzato dalle costruzioni in sasso e dai terrazzamenti che è stato rivalorizzato dalla Fondazione Curzútt-San Barnárd. La chiesa si trova ad un’altitudine di 600 metri e si può raggiungere a piedi oppure con la funivia per Mornera. Finora, pleonastico precisarlo, l’accesso era gratuito. I vertici dell’ente autonomo hanno dunque chiesto alla Parrocchia (proprietaria del complesso) se potesse entrare in linea di conto la possibilità di far pagare il biglietto per la visita guidata.
La risposta è stata affermativa. Le entrate compenseranno, in parte o completamente (come auspica il Consiglio direttivo), gli introiti pari a 30 mila franchi derivanti dalla disdetta del mandato di amministrazione di immobili e di gestione della Fondazione Adelina dopo cinque anni di collaborazione. Una decisione che ha delle conseguenze negative sul risultato d’esercizio dell’EAC. Che, ricordiamo, deve far capo ai propri mezzi ed all’importo garantito dalla Città per assolvere i compiti per i quali è stato creato nel 2017.

La gestione sotto la lente
A questo proposito si segnala un’altra disdetta, cautelativa (con effetto al 31 dicembre 2024), stavolta concernente la convenzione riguardante la teleferica e la gestione del comparto. Il documento è stato sottoscritto tre lustri fa dall’allora Comune di Monte Carasso, dal locale Patriziato e dalla Fondazione Curzútt-San Barnárd; ora l’ente autonomo ed il Municipio intendono ridiscuterne i contenuti. In che senso? Stando a quanto abbiamo appreso si mira ad una gestione più efficiente della funivia, che appartiene al Patriziato.
Spesso, così ci è stato spiegato, non è chiarissimo chi sia l’ente preposto a doversene occupare: «A mente dell’EAC questa soluzione avrebbe il pregio di sistemare una situazione di governance non più confacente per la sua gestione, i flussi finanziari e le relative competenze». Un anno fa è stato introdotto un sistema di riservazione dell’infrastruttura, sia per salire sia per la discesa. Una novità che ha «creato alcuni problemi a livello di gestione degli utenti, parallelamente sono stati aumentati i compiti di sorveglianza e accompagnamento». Il servizio, in ogni modo, gode di maggior successo di quello del bus navetta.

Area ristoro al ponte tibetano
Il ponte tibetano, nella collina sopra Monte Carasso e Sementina, attira numerosi escursionisti. Buona parte dei quali lamenta però la mancanza di un’area di ristoro e di servizi igienici. Entrambi saranno pronti per la prossima primavera. I lavori di sistemazione di due rustici diroccati, promossi dalla Fondazione San Defendente e dal Patriziato di Sementina, si concluderanno in maggio. Per quanto riguarda i posteggi, è stata scartata la posa di una barriera al parcheggio al Centro Ciossetto a Sementina. Troppo elevati i costi (100.000 franchi). Slitta invece la costruzione del sentiero nella valle di Gorduno, opera che avrebbe consentito di collegare tutta la sponda destra fino a Gudo.
