Strategia

Tra propaganda e vittorie del drone che fece litigare Putin ed Erdogan

Il Bayraktar di produzione turca in dotazione all’esercito di Kiev sta imponendo un pesante tributo alle forze corazzate russe – E diventa anche uno strumento per risollevare lo spirito patriottico – Guseppe Morabito: «Sono molto efficaci ma non paragoniamoli a un caccia»
© AP Photo/Efrem Lukatsky
Nico Nonella
22.03.2022 19:38

Sin dai primi giorni di guerra, sui social media sono stati postati diversi video che testimoniano il successo dei droni ucraini nel contrastare l’invasione russa. I protagonisti assoluti sono i Bayraktar TB2 di produzione turca, velivoli senza pilota in grado di trasportare armi anticarro. Video e immagini ne hanno messo in evidenza l’efficacia e la propaganda ucraina gli ha sfruttati per mettere in risalto i successi delle truppe di Kiev. Pure il compositore Taras Borovok ha dedicato una canzone patriottica al Bayraktar, il cui testo recita più o meno così: «Gli occupanti son venuti da noi in Ucraina. L’uniforme nuova, veicoli militari. Ma il loro inventario si è dissolto un po’». O ancora: «I loro argomenti (dei russi, ndr.) sono armi di tutti i tipi, razzi potenti, carri armati. Noi abbiamo un solo commento da fare: Bayraktar». Ovviamente – e lo ha ben sottolineato al CdT anche il direttore dell’Istituto affari internazionali Giampiero Gramaglia – le informazioni che arrivano dal teatro bellico ucraino sono spesso frammentarie e parziali e, dunque, non è escluso che ci possano essere state anche alcune esagerazioni.

Tra propaganda ed efficacia

Al di là dei proclami, diversi analisti internazionali concordano sull’efficacia dei droni, il cui uso – va detto - è stato facilitato anche dalle mancanze russe. Spesso, infatti, i veicoli corazzati distrutti dai Bayraktar si trovavano isolati e non adeguatamente protetti dall’antiaerea. Ma si tratta davvero di un’arma così efficace, tanto da far dannare le forze russe? Interpellato da Deutsche Welle, il colonnello tedesco in pensione ed esperto del German Institute for International and Security Affairs, Wolfgang Richter, ha sottolineato i limiti di questi aeromobili: «Un drone può attaccare un solo bersaglio alla volta. Se l’Ucraina disponesse davvero di tutti i droni che le sono stati attribuiti dalle stime, potrebbe infliggere pesanti perdite alle forze russe ma rispetto al combattimento terrestre il loro impatto è comunque limitato». Ma in ogni caso, è un’arma in grado di imporre un pesante tributo agli invasori russi.

Obiettivi mirati

«È veramente molto efficace e letale contro le colonne corazzate russe», spiega al Corriere del Ticino il Generale Giuseppe Morabito, membro del direttorio della NATO Defence College Foundation. «Certamente efficaci e, purtroppo, la Turchia li ha sperimentati sia sul il campo profughi di Makhmur, nel Kurdistan iracheno sia durante le guerre in Nagorno Karabakh contro le forze di resistenza armene e in Libia». Il vantaggio di questi aeromobili «sta anche nella loro leggerezza e nel limitato spazio per il decollo e l’atterraggio che essi richiedono». Tuttavia, va tenuto presente che questi strumenti «non servono per assicurarsi il dominio aereo ma piuttosto per supportare l’azione delle truppe di terra. Non sono paragonabili a un aereo da combattimento», precisa Morabito. «I MIG russi, per esempio, sono in grado di trasportare e lanciare il missile ipersonico Kinzhal, che raggiunge una velocità di dieci volte quella del suono ed è in grado di distruggere una intera caserma». Il carico bellico di un Bayraktar è studiato per colpire obiettivi più limitati, «come appunto una colonna di carri armati o postazioni di artiglieria». Morabito conferma quanto sostenuto da molti analisti per cui la lenta avanzata russa è sfociata in una guerra di logoramento e le cause sono anche da ricondurre al mancato dominio dello spazio aereo ucraino in quanto in presenza di un drone nemico operativo non si può più parlare di dominio ma solamente di supremazia aerea. Per questo motivo, anche Mosca ha messo in campo i suoi droni Kronstadt Orion e Orlan-10 oltre ai modelli “kamikaze”, prodotti dalla Kalashnikov.

Già utilizzati nel Donbass

In base alle stime di esperti indipendenti, l’esercito ucraino disporrebbe tra i 50 e i 100 droni, ma il loro effettivo numero – rileva Morabito – è coperto da segreto militare e non è chiaro quanti siano attualmente in funzione e quanti siano già stati abbattuti dalle forze armate russe. Kiev li ha acquistati nel 2018 e utilizzati per la prima volta un anno dopo contro le forze separatiste filorusse nel Donbass. Un fatto, questo, che contribuì ad acuire la tensione tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il presidente russo Vladimir Putin anche in presenza del contestato, da tutti gli altri paesi NATO, acquisto da parte della Turchia di sistemi contraerei di fabbricazione russa. A novembre 2018, usando la scusa dei «troppi pesticidi Chlorpyrifos rilevati», la Russia vietò l’importazione... delle clementine turche.

Di che cosa si tratta

A progettare e produrre questi velivoli è l’azienda Baykar Techonologies di Selçuk Bayraktar, laureato al Massachussetts Institute of Technoloy (MIT) e genero dello stesso Erdogan. Ora questi droni sono anche prodotti direttamente in Ucraina. Il Bayraktar TB2 è un drone guidato lungo circa 6,5 metri e con apertura alare di 12, con una stazione di controllo a terra con pilota ed osservatore e sfrutta la potenza di un motore a 4 cilindri. Può trasportare 150 chilogrammi di carico bellico (razzi, missili anticarro o bombe a guida laser) e ha una velocità massima di 220 chilometri orari. Il costo è di 1-2 milioni di dollari.

Intanto gli usa hanno promesso di inviare gli Switchblade

Un aiuto militare all’Ucraina, lo ricordiamo, arriverà dagli Stati Uniti. Il 17 marzo scorso, il presidente JoeBiden aveva annunciato la concessione di altri 800 milioni di dollari. E nel nuovo pacchetto per Kiev sono inclusi anche i droni “kamikaze” Switchblade. Questo tipo di velivoli, ben più piccoli dei Bayraktar, sono essenzialmente bombe volanti letali, facili da usare, dotati di intelligenza artificiale e di una testata che perfora i veicoli corazzati. «Con il nuovo pacchetto offriamo un’assistenza senza precedenti all’Ucraina», aveva affermato Biden spiegando che gli 800 milioni vanno ad aggiungersi ai 200 approvati nei giorni scorsi, portando a un miliardo di dollari gli stanziamenti degli ultimi giorni. «Manterremo alta la pressione sull’economia russa, l’obiettivo è far pagare un prezzo alto a Putin». Quanto al numero di piccoli velivoli che verranno forniti, il senatore repubblicano Mike McCaul, membro della commissione esteri, aveva parlato di almeno 100 droni Switchblade 300 e 600, assieme anche a sistemi di difesa missilistica a lungo raggio. Questi droni kamikaze sono portatili, possono essere trasportati in uno zaino ed essere lanciati da piccole piattaforme. Lo Switchblade 300 è infatti lungo solo 610 millimetri e pesa 2,7 chilogrammi. Può essere trasportato anche da una sola persona, e può essere controllato fino a una distanza di 10 chilometri, ma ha poca autonomia. Il modello 600 è molto più letale: pesa 23 chilogrammi e ha un’autonomia superiore ai 40 minuti. Può essere controllato da remoto fino a 80 chilometri, e può volare 20 minuti, fino a quando non decide autonomamente il momento migliore per abbattersi su un carro armato o su un altro mezzo pesante. Gli Switchblade sono inoltre dotati di una tecnologia mista di GPS, video e infrarossi, e possono colpire oltre la vista di chi li ha lanciati. Un altro vantaggio è che non richiedono una preparazione specifica e sono facili da utilizzare per le forze schierate sul terreno. Sono anche poco costosi: si va dai 6 mila dollari per il modello 300 ai circa 12 mila per il 600. Possono raggiungere i 100 chilometri orari di velocità.

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