Francia

Trovato un nuovo frammento osseo del piccolo Émile

«Un piccolo pezzo d'osso è stato effettivamente ritrovato nella stessa zona dei vestiti, sotto il cranio», ha confermato all'AFP la procura – Le indagini proseguono: ancora nessuna scoperta sulle cause della morte
Red. Online
09.04.2024 13:07

Un nuovo frammento osseo di Émile, il bambino francese di due anni e mezzo scomparso nel luglio 2023, è stato trovato vicino al luogo in cui dieci giorni fa erano stati rinvenuti il cranio e poi i suoi vestiti – «sparsi per diverse decine di metri» –, ha confermato all'AFP il procuratore di Aix-en-Provence. «Un piccolo pezzo d'osso appartenente a Émile è stato effettivamente trovato nella stessa zona dei vestiti, sotto il cranio», ha dichiarato ieri il procuratore di Aix-en-Provence Jean-Luc Blachon, confermando un articolo di Le Parisien.

La scoperta non permette tuttavia di fare progressi sulle cause della morte del bambino, ha aggiunto il magistrato, precisando che il frammento di osso è stato effettivamente identificato dall'Istituto di ricerca criminale della Gendarmeria nazionale (IRCGN) come appartenente a Émile.

Il caso

Émile Soleil era scomparso l'8 luglio 2023, poco dopo avere raggiunto la casa dei nonni materni per passare le vacanze estive. I suoi genitori, che vivono a La Bouilladisse, tra Aix en Provence e Marsiglia, non erano presenti quel giorno. Avevano affidato il bambino al nonno. Due vicini avevano affermato di avere visto il bambino nella strada principale della frazione, sebbene le loro testimonianze in seguito si siano rivelate contraddittorie. Il primo testimone sostiene che camminava in discesa, mentre il secondo ricorda di averlo visto camminare nella direzione opposta, da solo.

A suo tempo non era stata esclusa nessuna pista, sebbene l'ipotesi che fosse caduto era stata più o meno scartata quasi subito dal momento che, dopo molteplici ricerche organizzate nelle vicinanze della frazione, non era stato trovato alcun corpo. I 25 abitanti della frazione e alcuni dei dintorni sono stati tutti interrogati a più riprese dagli inquirenti nei nove mesi di inchiesta.

Sabato 30 marzo, un'escursionista si era  imbattuta in ossa umane a due chilometri dal villaggio di Haut-Vernet. Gli esami hanno permesso di stabilire, il giorno successivo, che quei resti appartengono al bambino. I genitori, molto religiosi, avevano diffuso un comunicato: «Marie e Colomban sanno ormai in questa domenica della Resurrezione che Émile veglia su di loro nella luce e nella tenerezza di Dio». Il sindaco del villaggio François Balique aveva sottolineato che la zona del ritrovamento è «un luogo di campagna deserto, non passa nessuno se non le mucche ogni tanto, non ci sono case». Tra le varie ipotesi, quella che Émile si sia ritrovato nell'erba alta mentre stava passando un mietitrebbia, che la taglia e la raccoglie in grossi covoni. Il piccolo potrebbe essere stato «aspirato» da uno di questi grossi mezzi agricoli, che erano in piena attività proprio nei giorni della sua scomparsa.

 «Tra la caduta, l'omicidio colposo e l'assassinio, non possiamo ancora privilegiare un'ipotesi rispetto a un'altra», aveva insistito il procuratore Jean-Luc Blachon il 2 aprile durante la sua prima apparizione davanti alla stampa.

Il passato oscuro del nonno

Il profilo del nonno materno ha attirato l'attenzione dei media (e dei responsabili dell'inchiesta). L'uomo, 58 anni, si trovava a pochi metri da Émile al momento della scomparsa, impegnato a caricare in auto i pali di una staccionata per costruire una recinzione per cavalli.

Descritto come un patriarca autoritario, fisioterapista di professione, ha impartito un'educazione rigorosa e tradizionalista ai suoi dieci figli, con messe in latino e canti gregoriani, facendoli studiare a casa. Voleva diventare sacerdote prima di incontrare la futura moglie, e agli inizi degli anni Novanta faceva parte della comunità tradizionalista di Riaumont, nel Nord della Francia, che comprendeva un collegio per ragazzi. Due decenni dopo, tra il 2014 e il 2017, sono state presentate diverse denunce da parte degli allievi Riaumont, che hanno parlato di violenze fisiche e sessuali. Il nonno di Émile ha ammesso di aver punito severamente i bambini e di averli schiaffeggiati, ma ha negato gli abusi sessuali. È stato anche chiamato come testimone in ulteriori indagini. Nel collegio aveva il ruolo di supervisore, con il compito di fare rispettare la disciplina, e ha ammesso talvolta di avere punito i ragazzi «un po’ duramente».

«C'era un abuso di autorità. Persone che credevano di poterla fare franca – ha raccontato un ex allievo al canale televisivo francese TF1 –. Si poteva andare dalle semplici molestie alle percosse: schiaffi, calci, pugni, martelli, cinture. Questo era il tipo di punizione che ricevevamo».

L'uomo non ha voluto commentare, ma il suo avvocato ha dichiarato: «Credo che la presunzione di innocenza sia stata violata, con conseguenze drammatiche per la famiglia. Queste persone sono devastate. L'unica paura del mio cliente è che gli inquirenti perdano tempo per Émile».

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