Trump condannato: può ancora correre per la Casa Bianca?

«Guilty, guilty, guilty». Colpevole, colpevole, colpevole. Per 34 volte: 34 come i capi d'accusa. Questo il verdetto raggiunto ieri sera dalla giuria del tribunale di Manhattan nei confronti dell'ex presidente statunitense Donald Trump. Al termine di un processo cominciato il 15 aprile scorso, Trump è stato condannato per falsificazione di documenti aziendali: un caso che ruotava attorno al pagamento per il silenzio della pornostar Stormy Daniels su un rapporto sessuale avuto con il tycoon nel 2006. Ora che il verdetto è stato raggiunto, e con questo risultato, è lecito chiedersi: che cosa cambierà? E soprattutto: può un pregiudicato candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti? Facciamo chiarezza.
Trump in prigione?
Partiamo dalla condanna: non è ancora stata annunciata. L'entità del debito di Trump con la giustizia sarà stabilita in un'altra udienza, fissata per l'11 luglio. C'è spazio, tuttavia, per qualche ipotesi. The Donald finirà in prigione? Secondo un'analisi proposta dalla CNN, al tribunale di Manhattan i reati sono classificati dalla E (meno grave) alla A (più grave). Il caso di Trump rientra nella categoria E. Attualmente, si stima, il 77.enne potrebbe essere condannato a un massimo di 4 anni di carcere: la condanna potrebbe però essere ridotta a un periodo di libertà vigilata, o a servizi socialmente utili, o a una multa. «Ogni opzione è sul tavolo con un reato di classe E come questo», ha spiegato un'analista legale all'emittente americana.
Le opinioni tuttavia, divergono. E se un'esperta dice alla CNN che «chiunque altro in quella posizione andrebbe in prigione», un altro consulente sottolinea come nell'ultimo anno tra il 70% e il 90% delle condanne di classe E si siano poi tradotte in pene non detentive, spesso una combinazione di libertà vigilata, multe e servizi sociali.
Intervistato dai media americani, il procuratore distrettuale Alvin Bragg, che ha promosso il caso in tribunale, ha rifiutato di rispondere alla domanda se intende chiedere una condanna al carcere: «Il giudice ha fissato la sentenza per l'11 luglio. Parleremo in tribunale in quell'occasione».
Una cosa, tuttavia, appare certa: se anche Trump dovesse essere condannato a una pena detentiva, è improbabile che venga costretto a scontarla immediatamente: «In un caso come questo, è molto probabile che ottenga la cosiddetta cauzione in attesa di appello, il che significa che quasi certamente non dovrà iniziare a scontare la pena fino a quando non saranno conclusi tutti gli appelli. Questo ci porterebbe sicuramente oltre le elezioni di novembre», hanno evidenziato gli analisti americani alla CNN.
Eleggibile
Va bene, ma che cosa dice la Costituzione americana? Un pregiudicato può guidare la nazione? Su questo, carta alla mano, la legge statunitense non sembra porre grandi restrizioni. Tre, sostanzialmente i presupposti per accedere alla presidenza: candidate e candidati devono essere cittadini americani dalla nascita, avere almeno 35 anni e aver risieduto negli Stati Uniti per almeno 14 anni. E non ci piove: Trump soddisfa tutti e tre i requisiti.
Secondo il 14. emendamento, va tuttavia sottolineato, nessuno che abbia precedentemente prestato giuramento e che sia coinvolto in un'insurrezione può essere un "ufficiale" degli Stati Uniti. Alcuni Stati, come il Colorado, hanno provato a far valere questo emendamento collegandolo alla rivolta del 6 gennaio 2021, per la quale Trump dovrà affrontare un nuovo processo, rimuovendo così il tycoon dalle proprie schede. Ma nel mese di marzo la Corte Suprema statunitense ha stabilito che l'ex presidente deve poter comparire sui fogli di voto: agli Stati non è concesso eliminare dalle schede elettorali nessun funzionario federale senza che il Congresso abbia prima approvato una legge. Cosa che, visto l'iter necessario, non accadrà certamente prima di novembre.
Non più concreta, la possibilità che Trump non possa votare. Ogni Stato, infatti, definisce la possibilità di voto e non tutti garantiscono questo diritto a chi sta scontando un reato. New York, dal 2021, permette ai condannati – a patto che non si trovino in carcere – di registrarsi per il voto. Residente in Florida, Trump dovrebbe avere ancora meno problemi a recarsi personalmente alle urne: qui, nel 2018, gli elettori hanno sostenuto stragrande maggioranza un referendum per la riabilitazione al voto dei condannati.