Tecnologia e società

Tutti i rischi delle criptovalute

La FedPol ha pubblicato un lungo studio nel quale sono analizzati possibili utilizzi illegali degli asset virtuali e sono indicate le necessarie contromisure in materia di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo – La crescita esponenziale degli ultimi cinque anni
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Dario Campione
28.02.2024 21:30

«È importante che la Svizzera prenda sul serio i rischi legati alle criptovalute e adotti misure adeguate per contrastare efficacemente il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo» con le blockchain. «Le criptovalute sono diventare una parte sempre più importante del settore finanziario e la Svizzera deve essere all’altezza per tenere il passo con sviluppi rapidi».

La FedPol ha pubblicato, sul suo portale, un lungo rapporto sul «Rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo attraverso le criptovalute». Oltre 100 pagine nelle quali si analizza la realtà attuale e si propongono misure per ridurre i rischi: dall’incremento della quantità di dati e dello stato delle conoscenze in materia di criptovalute, all’incoraggiamento di azioni precise da parte degli intermediari finanziari».

L’analisi

«Negli ultimi dieci anni - si legge nel rapporto - le criptovalute, chiamate anche asset virtuali (AV), si sono evolute da un’attività di nicchia a un fenomeno di massa che sta avendo un impatto sul sistema finanziario tradizionale. L’uso di AV è diventato più comune sia per i privati sia per le aziende. E in Svizzera, un numero crescente di istituti finanziari offre servizi in criptovalute, cosa che ha portato alla nascita di fornitori di servizi di asset virtuali (VASP)».

Oltre al mondo legale anche la criminalità ha «riconosciuto il potenziale» delle criptovalute, utilizzate «in modo improprio per un’ampia gamma di scopi illeciti: dai reati di furto e frode “semplici” alle forme più gravi di criminalità transnazionale».

Sviluppi prevedibili che pongono tuttavia «sfide considerevoli a tutte le parti coinvolte negli sforzi antiriciclaggio. Nel 2018 - scrive ancora la FedPol - il gruppo di coordinamento interdipartimentale per la lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo ha pubblicato la sua prima analisi dei rischi sull’uso improprio delle criptovalute e classificato i rischi e le vulnerabilità per la Svizzera come “considerevoli”. All’epoca, tuttavia, l’Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro aveva ricevuto poche segnalazioni di attività sospette in relazione alle criptovalute».

Una situazione che oggi è «radicalmente cambiata», almeno per quattro motivi: 1. in Svizzera, il numero di intermediari finanziari con attività VASP è aumentato in modo significativo, passando da meno da 10 nel 2018 a oltre 204 alla fine del 2022; 2. tra il 2018 e il 2023, l’uso di AV in Svizzera si è intensificato; un numero crescente di privati e di imprese utilizzano e accettano criptovalute per i pagamenti in commercio, per i servizi e per gli investimenti, e i confini tra il tradizionale il settore finanziario e il settore dell’AV stanno diventando sempre più confusi; i due mondi, quello tradizionale e quello “cripto”, stanno progressivamente convergendo; 3. l’uso criminale di AV è aumentato, anche in Svizzera, ed è diventato molto più diversificato; l’ammontare dei danni legati alle criptovalute «è salito vertiginosamente e nel 2022 è stato nella Confederazione di alcune decine di milioni rispetto a poco meno di 7 milioni di franchi nel 2007; l’uso di AV è diventata una consuetudine in alcuni reati, ad esempio la frode in materia di investimenti o la frode informatica», fino ad affermarsi come «strumento comune di criminalità finanziaria»; 4. negli ultimi anni, gli istituti finanziari in Svizzera hanno individuato sempre più casi sospetti di riciclaggio o di finanziamento al terrorismo che coinvolgono transazioni in criptovalute sui conti dei clienti: nel 2022, quasi il 14 % di tutte le segnalazioni di attività sospette alle autorità di controllo sono state collegate alle monete cripto.

La conclusione di questa analisi è chiara: «i rischi legati a un possibile utilizzo delle criprovalute per il riciclaggio di denaro e per il finanziamento del terrorismo sono aumentati rispetto al 2018. Le minacce e le vulnerabilità, già individuate sei anni fa, sono diventate in gran parte acute e più ampie». A causa della loro accresciuta importanza e dei rischi ad essi associati, le criptovalute richiedono, quindi, «maggiore attenzione».

Le proposte

Che fare, allora? Nel rapporto di FedPol, sono indicate quattro misure, sulle quali si dovrà lavorare: 1. la diffusione di più informazioni dettagliate sul settore degli asset virtuali, informazioni «essenziali per individuare, comprendere e valutare adeguatamente, ad esempio, i rischi di riciclaggio»; 2. l’intensificazione delle attività di monitoraggio da parte degli operatori finanziari che utilizzano criptovalute in modo da meglio «individuare le transazioni sospette»; 3. l’incremento delle risorse destinate a questo monitoraggio, anche in forma cooperativa tra gli attori del settore; 4. L’intensificazione della cooperazione internazionale. «La Svizzera - si legge nel rapporto - dovrebbe continuare ad adoperarsi a livello internazionale per combattere efficacemente la criminalità nel settore finanziario e accelerare l’attuazione delle raccomandazioni del Gruppo di azione finanziaria internazionale (GAFI)», l’organizzazione intergovernativa fondata nel 1989 su iniziativa del G7 proprio per sviluppare politiche di lotta al riciclaggio di denaro.

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