La reazione

UBS e CS, una fusione problematica?

Abbiamo interrogato la COMCO sull’eventualità che le due principali banche elvetiche si uniscano: «Spetterà se caso all’indagine preliminare o a quella più approfondita valutare possibili problemi legati alla concorrenza»
© CdT / Gabriele Putzu
Marcello Pelizzari
18.03.2023 12:35

L’indiscrezione del Financial Times circa una possibile fusione fra UBS e Credit Suisse, manco a dirlo, ha scatenato un vero e proprio tsunami. In Svizzera, ma non solo. Rimanendo al nostro Paese, tante evidentemente sono le domande. Una su tutte, volendo sintetizzare: come reagirebbe la Commissione per la concorrenza (COMCO) di fronte a uno scenario simile? Non bene, anzi male secondo Eugen Haltiner, l’ex presidente della Finma, l’Autorità di vigilanza dei mercati finanziari.

Per capirne di più abbiamo contattato direttamente la COMCO. Che, tramite il suo portavoce Frank Stüssi, ha commentato così le indiscrezioni della stampa internazionale e nello specifico dell’autorevole Financial Times: «La notifica di una fusione alla Commissione per la concorrenza da parte delle società e l'esame da parte della Commissione, innanzitutto, dipendono da alcune soglie. Le fusioni di società devono essere notificate alla Commissione per la concorrenza (prima di essere attuate) se sono soddisfatte le seguenti condizioni: le società coinvolte realizzano un fatturato totale di almeno 2 miliardi di franchi svizzeri o un fatturato totale attribuibile alla Svizzera di almeno 500 milioni di franchi svizzeri; almeno due delle società coinvolte realizzano un fatturato in Svizzera di almeno 100 milioni di franchi ciascuna. In media, ogni anno in Svizzera sono soggette a notifica circa 30 fusioni. Se UBS e CS dovessero fondersi, queste soglie verrebbero raggiunte». Tradotto: sì, il dossier finirebbe sul tavolo della COMCO.

«Le fusioni soggette a notifica – prosegue il nostro interlocutore – vengono valutate dalla Commissione per la concorrenza in un esame preliminare per stabilire se vi siano indicazioni di creazione o rafforzamento di una posizione dominante. Questo esame preliminare ha luogo entro un mese dal ricevimento della notifica da parte della società soggetta all’obbligo di notifica. In presenza dei suddetti indizi, la Commissione per la concorrenza condurrà un’indagine entro quattro mesi per valutare se la concentrazione proposta crea o rafforza una posizione dominante che potrebbe eliminare la concorrenza effettiva».

Le soglie legali per un intervento della COMCO «sono elevate» precisa Stüssi, che aggiunge: «Solo quando tali soglie vengono raggiunte, una concentrazione può essere soggetta a condizioni o obblighi o, se necessario, vietata. Se queste soglie di intervento non vengono raggiunte, la fusione deve essere autorizzata. A titolo di informazione di base: è attualmente in discussione l’opportunità di modernizzare la soglia di intervento del controllo delle concentrazioni e di abbassare le soglie di intervento previste dalla legge».

Questo, in sintesi, il discorso generale. Venendo al caso concreto, la Commissione della concorrenza era già a conoscenza dei progetti di una possibile fusione tra le due maggiori banche svizzere? «Spetta alle aziende dire se stanno prendendo in considerazione una fusione e, quindi, comunicarlo alla Commissione della concorrenza. La COMCO, semmai, informa solo della conclusione di un esame preliminare e dell’apertura e conclusione di un esame approfondito».

Di nuovo, se UBS e Credit Suisse dovessero effettivamente fondersi, quanti e quali problemi di diritto della concorrenza sorgerebbero? «Se ed eventualmente in quali mercati possono sorgere problemi di diritto della concorrenza dovrà essere valutato nel corso dell’indagine preliminare o, se necessario, di quella approfondita».

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