Un buon debutto in Europa per la Nazionale di Motta
La Svizzera ha iniziato nel migliore dei modi la sua campagna di qualificazione in vista degli Europei 2023, sconfiggendo mercoledì per 3-1 a Sarajevo la Bosnia-Erzegovina. La preparazione della selezione rossocrociata allenata dal 2017 da Mario Motta, che con la Pallavolo Lugano ha conquistato tre titoli nazionali, una Coppa svizzera, una Supercoppa e disputato per tre anni di fila i preliminari di Champions League, non è stata ottimale. Poche, anzi pochissime le amichevoli, l’ultima contro la Croazia a Maribor. Il coach brianzolo avrebbe voluto disputarne un minimo di sei, anche in considerazione del fatto che la Svizzera è l’unica a non aver disputato l’European League che le avrebbe portato un po’ di condizione. Pace, Motta fa con quanto a disposizione. «Tre partite sono poche, ciò però non deve essere un alibi. Ho comunque ricevuto preziose indicazioni ed ho fiducia nei miei ragazzi».
Anche se hanno giocato poco insieme, gli uomini diretti dal 61.enne sono molto motivati e lo zoccolo duro della squadra pende ancora dalle sue labbra, le giovani leve lo apprezzano e ascoltano. La qualificazione non è scontata, la Svizzera l’ha sfiorata in tre occasioni senza mai raggiungerla. Inserita nel gruppo G con Albania, Bosnia-Herzegovina e Romania, spera che sia la volta buona? «Ovviamente puntiamo alla qualificazione. Lo scorso anno Albania e Romania le abbiamo battute due volte su due - dice Motta - . L’unico problema è che la squadra di quest’anno ha perso quattro elementi-chiave: Ehrat e Brändli hanno smesso, Fischer è assente per motivi di studio e capitan Djokic si è infortunato alla caviglia. Tuttavia, anche se la squadra è rinnovata, puntiamo a vincere. Per sostituirli ho convocato Mischa Von Burg, Alexander Lengweiler e Ramon Diem in qualità di libero. È stato un inizio di campagna un poco sfortunato e la congiuntura del momento non ci ha molto aiutato, anche se noi non abbiamo fortunatamente registrato nemmeno un caso di COVID-19».
Diciannovesimi in Europa
Tocchiamo ferro, va. E ciò vale anche per le possibilità di qualificazione, che quest’anno sono reali. «Come detto - prosegue Mario Motta - non cerco giustificazioni, non l’ho mai fatto e mai lo farò. Puntiamo a vincere, abbiamo lavorato per questo e so che daremo il meglio di noi. Le possibilità ci sono, abbiamo scalato posizioni nel ranking, occupiamo il 19. posto in Europa e ciò è motivo di orgoglio. Ce lo siamo meritato e guadagnato sul campo e coi risultati ottenuti. Le altre nazionali ci guardano ora con rispetto».
Un impegno con sacrifici
Come il solito, dove Mario Motta mette mano riesce a cavare il meglio dal «materiale» che ha a disposizione e a ottenere, alla fine, quanto richiesto. Non senza sacrifici. «Mi piace moltissimo allenare la Svizzera e in Svizzera. Nel caso specifico, oltre all’aspetto tecnico che siamo riusciti a migliorare, si è sviluppato un rapporto umano caloroso con i giocatori e con lo staff. Un rapporto a cui tengo molto e del quale sono gratificato. In questi anni - prosegue il coach - abbiamo saputo sorprendere. Ogni volta ci davano per morti e invece abbiamo fatto progressi costanti e ciò è merito di tutti e di un lavoro programmato sulla lunga distanza».
Diverse incognite
Dirigere una nazionale non è tuttavia semplice, le incognite sono molte e bisogna saperle affrontare con vivacità. «Le differenze tra allenare un club e una selezione sono parecchie. Ma quella principale direi che è il tempo che hai a disposizione, solitamente quello per la Nazionale è poco. Per costruire un progetto di squadra ce ne vuole molto. Con i giocatori di club lavori otto-nove mesi l’anno e hai tempo di lavorare sia sulla squadra sia sull’organizzazione di gioco. In più puoi scegliere i giocatori compatibilmente con le possibilità economiche. Con una Nazionale hai meno tempo a disposizione per lanciare un obiettivo: tanto per fare un esempio, per preparare questa qualificazione abbiamo avuto cinque settimane. Naturalmente, poi, il bacino da cui attingere i giocatori è limitato e la situazione, se paragonata al club, è molto diversa. Però è una sfida affascinante; con i giocatori con cui lavori da tempo si sviluppa un rapporto personale di livello».
Un rapporto che Mario Motta cerca di mantenere vivo anche i restanti mesi dell’anno. «Vado spesso come osservatore a vedere le partite di campionato. Scambio due parole con gli allenatori e i giocatori. In Svizzera succede che dicano no alla Nazionale. Anche quest’anno qualcuno ha deciso di non dare la propria disponibilità. Ma lo zoccolo duro resiste e va bene così, i giocatori importanti continuano a rispondere presente e a indossare con orgoglio la maglia rossocrociata».
Il mister di Brugherio e i suoi ragazzi affronteranno domenica a Schönenwerd (17.30) la Romania nella seconda sfida di gruppo e mercoledì l’Albania nella terza (19.30).