Una doppia festa a Basilea

È una Basilea quasi estiva quella che ieri ha inaugurato l’edizione n. 69 dell’Eurovision Song Contest, la terza che si tiene nel nostro Paese dopo quella iniziale, svoltasi nel maggio 1956 a Lugano e quella del 1989 ospitata da Losanna. Una calda giornata che se ha spinto tante famiglie ad un primo approccio balneare lungo le rive del Reno e della Birsa, ne ha spinte molte di più – mezzo milione citano gli organizzatori, cifra che a nostro parere non sembra così lontana dalla realtà – nel pomeriggio lungo l’asse viario che dal palazzo civico sulla Marktplatz porta alla Fiera di Basilea dove, percorrendo il più lungo «Tourquoise Carpet» della storia della rassegna, oltre 1300 metri, sono sfilati i rappresentanti delle 37 delegazioni nazionali partecipanti al concorso canoro. Una sfilata tutto sommato festosa e pacifica: le annunciate contestazioni contro la presenza al concorso di Israele, rinfocolate da una dichiarazione negli scorsi giorni del campione uscente della kermesse, Nemo, che in un’intervista aveva auspicato l’esclusione dello Stato ebraico in quanto, a suo dire, il suo agire sarebbe «fondamentalmente in contrasto con i valori che l’Eurovision afferma di sostenere: pace, unità e rispetto dei diritti umani», sono state contenute: se erano infatti parecchie le bandiere palestinesi a sventolare lungo il percorso e nel presidio spontaneo allestito nei pressi dell’ingresso dell’Eurovision Village alla Fiera e se la passerella della cantante israeliana è stata accompagnata da numerosi fischi, a stemperare il tutto ci ha pensato la cornice «carnevalesca» che ha accompagnato la parata. Oltre ai cantanti, che hanno salutato il pubblico a bordo di tram d’epoca, al corteo hanno infatti sfilato bambini e ragazzi degli istituti scolastici renani, associazioni basilesi, complessi bandistici e, soprattutto, varie guggen della regione, la cui allegria sonora ha stemperato le proteste, per altro ben controllate da un attento e numeroso servizio d’ordine e di polizia.
L’aiuto dello sport
A rendere ancora più gioioso il pomeriggio è stata poi la notizia, giunta da Ginevra, della conquista ufficiale del XXI titolo svizzero di calcio da parte del Basilea la cui tifoseria, dopo essersi riunita al St. Jakob per seguire in diretta il match tra Servette e Young Boys, si è riversata in centro per festeggiare la squadra poi presentatasi in serata sul palco della Barfüsserplatz. Una grande giornata di festa, insomma, in attesa della competizione vera e propria che s’inizierà domani con la prima semifinale cui parteciperanno i rappresentanti di Islanda, Polonia, Slovenia, Estonia, Svezia, Ucraina, Portogallo, Norvegia, Belgio, Azerbaijan, San Marino, Albania, Paesi Bassi, Croazia e Cipro (altri 16 Paesi si contenderanno l’accesso alla finale giovedì).
Ma a che evento assisterà il pubblico basilese e quello televisivo di tutta Europa? Sicuramente altamente spettacolare vista la tecnica sempre più sofisticata che l’EBU (L’Unione europea di radiodiffusione, organizzatrice dell’evento) mette da anni in campo: non crediamo sobrio, a giudicare da parecchie «mise» in stile trash-carnevalesco sfoggiate ieri da molti partecipanti.
Non manca la cultura
A risollevare un po’ il tono dell’evento ci ha comunque pensato la città di Basilea: durante l’intera settimana la «capitale culturale della Svizzera» ha infatti circondato Eurosong con un ampio cordone culturale composto da un caleidoscopico ventaglio di iniziative che spazia dalla musica, of course, alle arti visive nei suoi spazi pubblici e nei musei. «L’Eurovision porta a Basilea la diversità culturale europea in tutte le sue sfaccettature», ha sottolineato il presidente dell’Esecutivo del Cantone di Basilea Città, Conradin Cramer che ieri, assieme alle autorità cittadine, ha accolto e salutato ad uno ad uno tutti i partecipanti. Non solo canzonette, dunque, ma anche molte altre iniziative tra cui segnaliamo Over the Rainbow con cui la Fondazione Beyeler di Riehen ha «vestito» in modo speciale la propria collezione visionabile per tutta la settimana in modo facilitato. Ma anche Lightning Symphony, monumentale scultura gonfiabile dell’artista svizzera Claudia Comte, posizionata nei pressi dell’Eurovision Village sulla Messeplatz: due colossali onde sonore fluttuanti che, estendendosi orizzontalmente al suolo, creano un corridoio attraverso il quale le persone possono entrare fisicamente nell’architettura musicale nonché l’installazione luminosa I Drove All Night - Thinking About You, del duo Jahic & Roethlisberger che ha trasformato la facciata di un edificio in Klybeckstrasse in un grande schermo per ricordi, emozioni e una proiezione collettiva che ha il suo maggiore impatto nelle ore serali e notturne. Senza dimenticare l’interminabile non-stop concertistica allestita al già citato Eurovision Village e in altre location sparse nel centro cittadino.