Turismo

Una Pasqua da tutto esaurito

Aberghi e campeggi pieni durante il lungo ponte festivo - E ci sono già le prime prenotazioni per l’estate - Trotta: «È andata meglio del previsto, ma per il 2022 ci attendiamo comunque un -10%» - Pianezzi: «Il meteo non è più centrale, i clienti ora riservano con largo anticipo»
©Chiara Zocchetti
Martina Salvini
18.04.2022 16:59

«Era tutto esaurito. Non c’era più una sola camera disponibile in tutto il cantone». C’è grande soddisfazione nelle parole di Lorenzo Pianezzi, presidente di Hotelleriesuisse Ticino dopo il lungo weekend pasquale. Tante, tantissime le persone in giro nei centri turistici di tutto il cantone, da Lugano ad Ascona, passando per Locarno. Segno che, ancora una volta, il Ticino si posiziona tra le mete predilette, soprattutto per i turisti confederati. La stagione turistica, insomma, è iniziata bene, «perfino meglio di quanto ci potessimo aspettare», conferma anche il direttore di Ticino Turismo Angelo Trotta. «Del resto, già i primi mesi dell’anno sono stati positivi, e la Pasqua è andata molto bene, anche grazie alla ripresa degli eventi, che hanno animato le nostre città».

Nuove abitudini

Rispetto agli altri anni, poi, c’è una grande differenza, sottolinea Pianezzi. «I clienti hanno prenotato con largo anticipo, senza quindi farsi condizionare dal meteo. Generalmente, una settimana prima di Pasqua c’è sempre un 10-20% di camere libere, perché spesso i clienti attendono di capire come sarà il tempo, prima di prenotare. Questa volta non è andata così: fin dai primi giorni di aprile, l’occupazione delle strutture alberghiere era superiore al 70% ed è andata crescendo, fino a toccare il tutto esaurito in diverse strutture già una settimana prima di Pasqua». E questo, dice il presidente di Hotelleriesuisse Ticino, «da un lato significa che molti clienti scelgono il Ticino non più solo per il bel tempo, ma anche per quanto ha da offrire il cantone. Dall’altro, invece, indica che i turisti hanno ormai capito che il nostro cantone è una meta gettonata, e quindi riservano con anticipo per essere sicuri di trovare posto».

I prossimi mesi

Una tendenza che si conferma anche osservando i prossimi mesi. «Già da marzo sono iniziate le prenotazioni per l’estate. Dopo il boom degli ultimi due anni, si percepisce ancora una grande voglia di tornare in Ticino». E, visto l’andamento, «potremmo anche raggiungere i livelli dello scorso anno». Anche perché, fa notare Pianezzi, «i pernottamenti di gennaio, febbraio e marzo sono stati superiori rispetto al 2019 e questo indica che, se lo volessimo, potremmo sviluppare anche un turismo invernale più accattivante. Certo, i 2,9 milioni di pernottamenti del 2021 non li facevamo dagli anni Ottanta, ma se riuscissimo ad arrivare a 2,6-2,7 milioni quest’anno sarebbe comunque un successo. Se invece tornassimo ai 2,3 milioni degli ultimi dieci anni, sarebbe il segnale che dobbiamo rimetterci al lavoro per ripensare il prodotto turistico». In quest’ottica, secondo Pianezzi, è fondamentale lavorare sulle proposte per rendere attrattivo il cantone. «In parte, stiamo vivendo ancora di rendita, visto che, nonostante l’allentamento delle misure COVID, spostarsi all’estero non è ancora così semplice. Negli ultimi due anni, tuttavia, abbiamo fatto un grande lavoro per cercare di fidelizzare i clienti che, dopo aver scoperto il nostro territorio, hanno deciso tornare. Bisogna continuare su questa strada». Una tesi ribadita anche da Trotta, secondo il quale, però, sarà comunque difficile eguagliare i dati dello scorso anno: «Per il 2022 ci attendiamo un 10-15% in più rispetto al 2019, ma un -10% rispetto al 2021, quando il settore ha registrato un +27%. Pensiamo quindi che sarà difficile, se non impossibile, ripetere i numeri dell’anno scorso. Ma le premesse sono comunque incoraggiati».

La vacanza che piace

Dagli alberghi ai campeggi, la musica non cambia: «Pur non avendo i dati definitivi, la percezione è che questi giorni siano andati molto bene», dice Simone Patelli, direttore del Campofelice e presidente dell’Associazione campeggi ticinesi. «Mercoledì le nostre strutture hanno registrato i primi forti arrivi, e giovedì molti campeggi avevano già esaurito tutti i posti». Una conferma, dunque, dopo i numeri dello scorso anno. «Con la differenza - fa notare Patelli - che nel 2021, complice le restrizioni dovute alla pandemia, il Ticino era stato quasi una meta obbligata, mentre quest’anno i turisti hanno scelto il nostro cantone, nonostante avessero alternative. Sintomo del fatto che abbiamo lavorato bene, creando le condizioni per il ritorno dei clienti, aiutati anche dal meteo favorevole». Un risultato che fa ben sperare, soprattutto in vista del periodo estivo. «Il Ticino è una meta tradizionale durante la Pasqua, soprattutto per gli ospiti confederati che vogliono passare qualche giorno di vacanza senza dover fare troppi chilometri. Vedremo se questi risultati si confermeranno, ma la sensazione è che ci apprestiamo a vivere una stagione turistica molto buona: il campeggio ha conosciuto un forte sviluppo negli ultimi anni e sempre più persone apprezzano questa tipologia di vacanza». Nelle località turistiche, come da tradizione, durante il weekend pasquale si è sentito parlare soprattutto tedesco e svizzero-tedesco, conferma Patelli: «Il turista svizzero tedesco ha fatto la parte del leone, ma abbiamo avuto anche diversi viaggiatori romandi, che negli ultimi hanno scoperto il Ticino. Per quanto riguarda gli stranieri, sono arrivati soprattutto i germanici, mentre gli olandesi arriveranno più avanti, con il periodo estivo».

Sorride la ristorazione

Con il ritorno dei turisti, a sorridere sono anche i ristoratori. Dopo mesi complicati, per il settore non si intravede alcuna nube all’orizzonte, assicura Massimo Suter, presidente di GastroTicino. «Il giro di affari? Rispecchia il meteo, con un sole splendente. Sono tanti gli ospiti tornati a riempire i locali. C’è tanta voglia di stare in compagnia, di andare al ristorante. E noi siamo carichi e pronti a fare del nostro meglio, dopo due anni pesantemente condizionati dalle restrizioni». Negli ultimi giorni, poi, oltre ai turisti, seduti ai bar e ai ristoranti si sono visti anche molti ticinesi: «In occasione del pranzo di Pasqua e Pasquetta, parecchi colleghi hanno avuto il locale pieno. E non solo chi lavora nelle destinazioni turistiche, ma anche chi si trova nelle zone più periferiche. Segno che anche i ticinesi hanno riscoperto il piacere di andare a pranzo fuori». Con queste premesse, Suter si dice fiducioso guardando ai prossimi mesi: «Se dovessimo andare avanti di questo passo, alla fine dell’anno tracceremo un bilancio molto positivo».

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