Turismo

Tutti in Ticino tra sole, cibo e ritorno alla normalità

I turisti non si sono fatti attendere in questo fine settimana pasquale – Patelli: «Bilancio provvisorio positivo» – Visentin: «Era ampiamente prevedibile»
Jenny Covelli
18.04.2022 07:00

Sole, profumo di fiori, colori, bancarelle, saluti, abbracci, sorrisi. La primavera ha portato con sé la voglia di vacanza e per il fine settimana pasquale il Ticino si è presentato in tutto il suo splendore. Tanto che i turisti non si sono fatti attendere e hanno animato il nostro territorio, da nord a sud. I sentieri, le lunghe camminate, i grotti, i castelli, Ascona, il lungolago, il mercatino, gli eventi all’aperto, l'aperitivo, le processioni. Ce n'è davvero per tutti, tra caldo (ma non troppo), territorio e buon cibo. Ovviamente è presto per dare i numeri, ma «in generale il bilancio provvisorio è molto positivo». È entusiasta Simone Patelli, presidente di Ticino Turismo. «Ci sono stati moltissimi ospiti confederati e anche qualche turista d'oltre confine, aiutati dal bel tempo e dalla voglia di fare vacanza in libertà». Già dieci giorni fa, in qualità di direttore del campeggio Campofelice a Tenero, Patelli si era lasciato andare a una previsione: «La percezione è che quella in arrivo sia proprio una buona Pasqua».

Percepito come vero «ritorno alla normalità»

Insomma, c'è positività nell'aria. Ma in questo momento, a due settimane dalla fine di tutte le restrizioni, con la meteo dalla nostra parte, «era abbastanza prevedibile». Ne è convinto Claudio Visentin, esperto in viaggi e turismo e professore di Storia culturale del turismo presso l'Università della Svizzera italiana (USI). «Non credo che ci siano delle lezioni particolarmente importanti o cruciali da trarre. Veniamo da due anni di pandemia e questo, in fondo, è il primo momento in cui si percepisce un ritorno alla normalità». Quindi, le vacanze di Pasqua. Dunque, il bel tempo. «Molte mete internazionali non sono ancora raggiungibili o, comunque, psicologicamente non c'è ancora stata un'apertura ai viaggi a lunga distanza».

Il Ticino ha il fascino della diversità, però è una meta prevedibile, sicura, vicina a casa, facilmente raggiungibile, con quel tocco di esotismo

In Svizzera la pandemia sembra essere alle spalle, perlomeno nella quotidianità comune. Ma non è così ovunque, altrove regna ancora l'incertenzza. Per viaggiare è ancora necessario, per alcune destinazioni, sottoporsi a tamponi molecolari con la paura di risultare positivi. «C'è, da un lato, un senso di ritorno alla normalità che fa venire voglia di viaggiare, ma, dall'altro lato, la mancanza ancora di tutte le condizioni per una riapertura completa del turismo internazionale - aggiunge il professor Visentin -. Ecco allora che il turismo di prossimità funziona molto bene. E il Ticino è una meta perfetta, che di conseguenza ne sta beneficiando. Era normale che succedesse, si tratta di una combinazione di circostanze che ha prodotto questo naturale elemento».

Tutti sulle quattro ruote, perché?

L'esperto, più che sulla quantità, sposta l'attenzione su un altro aspetto: la stragrande maggioranza dei turisti ha raggiunto il Ticino a bordo della propria auto. La colonna al portale nord del San Gottardo ha superato venerdì i 22 chilometri. «Perché desiderano avere a disposizione la loro macchina una volta giunti a destinazione. Allora, uno spunto interessante per il settore: comunicare all'esterno che in Ticino è possibile spostarsi comodamente anche con i mezzi pubblici e poi creare le condizioni. Ridurre l'impatto delle auto informando con anticipo i turisti e offrendo loro le modalità per spostarsi con i mezzi» in modo comodo ed economico. 

«Una sorta di surrogato a portata di mano»

Tutto bene, sembrerebbe. Merito delle caratteristiche del Ticino: «Ha il fascino della diversità. Però è una meta prevedibile, sicura, vicina a casa, facilmente raggiungibile. Con quel tocco di esotismo che non guasta: i suoi laghi, il clima». In realtà, stando al prof Visentin «il Ticino è già ripartito», non sta accadendo ora. Un po' paradossalmente, il nostro cantone a livello turistico «funziona molto bene quando il turismo internazioanle rallenta. È una specie di surrogato a portata di mano, un turismo "internazionale" di facile realizzazione senza uscire dal proprio paese. Una natura un po' paradossale». In effetti, il turismo ticinese ha già fatto registrare buoni risultati nell'ultimo anno. «In quello che sta succedendo in questi giorni ci vedrei più una conferma - conclude ancora l'esperto -. Quello attuale continua a essere un momento un po' particolare che incoraggia le persone a stare vicino, ma c'è anche una gran voglia di ripartenza. La forma di questi due fattori ha provocato il boom pasquale, assolutamente prevedibile».

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