Politica

Una proposta che non fa... Centro

Il vicesindaco PLR Roberto Badaracco ha auspicato una lista unica con l’ex PPD per la corsa all’Esecutivo alle prossime elezioni comunali – I vertici delle due sezioni, però, frenano – Morel: «Ne discuteremo, ma personalmente lo escludo» – Beltraminelli: «Ben venga collaborare sui temi»
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
27.04.2023 23:00

Ci eravamo tanto amati. Oddio, tanto forse no. Soltanto lo spazio di tre mesi, da un sì estivo forse troppo affrettato a un risultato delle urne rivelatosi a conti fatti disastroso. Stiamo parlano, lo avrete intuito, della congiunzione tra il PLR e il PPD (oggi Il Centro) alle elezioni federali del 2019. Un’alleanza naufragata il 17 novembre, quando il ballottaggio aveva sancito l’esclusione dal Consiglio degli Stati del «senatore» uscente Filippo Lombardi e impedito al liberale radicale Giovanni Merlini di compiere il salto dalla Camera bassa a quella Alta. Certo, il secondo seggio popolare democratico, quello di Marco Romano, era stato salvato a scapito della Lega. Ma per chiamarla vittoria ci vorrebbe l’inguaribile ottimismo di chi partecipa alla Parigi Dakar con una Lada del ‘70. Ebbene, l’unione delle forze di centro è un tema che era prontamente stato rimesso dal cassetto, anche se nelle scorse settimane è timidamente tornato d’attualità. Ne hanno parlato il presidente cantonale del Centro, Fiorenzo Dadò, sulle colonne del CdT e, oggi, il vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco in un’intervista a La Regione pubblicata il giorno dopo l’assemblea in cui la sezione discuteva proprio della strategia futura. Il presidente del Centro, parlando delle federali, aveva affermato che «da soli, a medio termine, si può solo perdere». Ma per quanto riguarda un’alleanza con il PLR, ecco, «da loro porte chiuse». Un concetto ribadito anche dal presidente dei liberali radicali, Alessandro Speziali: «La base ha parlato chiaramente. Ed esistono ancora dissidi e resistenze a livello locale difficili da ignorare». Fine.

Tre poli?

Da un liberale all’altro. Oggi sulle colonne del foglio bellinzonese il vicesindaco di Lugano ha rilanciato: unirsi, sì, perlomeno a livello comunale. Insomma, un’alleanza PLR-Centro per il Municipio. Il PLR, si sa, sono dieci anni che tenta di riprendersi il terzo seggio strappatole dalla Lega e oggi in mano all’alleanza (terrà?) tra Lega e UDC, mentre il Centro, alle ultime cantonali, è riuscito a raggiungere una certa stabilità dopo alcuni anni caratterizzati da una lenta erosione di consensi. Uniti si vince, avrà pensato Badaracco: con un polo di centro da contrapporre alla destra (l’alleanza terrà? Ci richiediamo) e al fronte rossoverde (terrà pure quello?), i due partiti rafforzerebbero le proprie posizioni.

Urgono riflessioni

Fantapolitica? Boutade? Uscita a titolo personale (magari non condivisa dalla direzione luganese)? Oppure è una strada che il PLR valuterà se percorrere? «Come presidente del partito ritengo positivo che il parere di Roberto Badaracco, intervenuto legittimamente e a titolo personale, abbia lanciato una riflessione su un tema importante, e cioè sul fatto che il partito abbia difficoltà a connotarsi nel profilo programmatico» risponde il presidente della sezione cittadina del PLR, Paolo Morel. «L’elettore fatica a riconoscersi nel partito, e questo è un argomento che va approfondito. In ogni caso, il prossimo 3 maggio ne discuteremo a livello di direzione politica (municipali, capogruppo e presidente, ndr.) e valuteremo che posizione prendere anche riguardo a eventuali alleanze». Molto difficile, però, che si arrivi a un matrimonio. Svestendo per un momento la casacca da presidente sezionale, Morel aggiunge, a titolo, personale: «Non precludo la possibilità di aprire ad alleanze, ma le stesse devono essere costruite sui rapporti umani e soprattutto sulla concomitanza di temi. E per farlo ci vuole tempo. L’esempio del 2019 ci ha dimostrato come qualcosa che è stato costruito in fretta e furia porta a risultati disastrosi». «Se dopo il 15 aprile 2024 si vorrà discutere di alleanze sui temi dimostrando che si può lavorare nell’interesse dei cittadini, allora la nostra porta è aperta. Ma portare avanti una strategia meramente elettorale a un anno dalle votazioni, questo no, personalmente lo escludo».

«Aperti al dialogo»

Dal canto suo, il presidente del Centro luganese, Paolo Beltraminelli, ribadisce che è aperto al dialogo partendo da una collaborazione sui temi, ma una vera e propria alleanza «non si può improvvisare». «Un’unione a scopo elettorale senza un programma comune sui temi rischia di essere un fallimento come quella del 2019 a livello cantonale. L’elettorato – ricorda – non l’aveva capita. A mio avviso, Badaracco più che al Centro si è rivolto al suo partito, con un invito ad aprirsi verso una forza politica che ha anch’essa un elettorato moderato e con cui ci sono più affinità che differenze. Un tempo il PLR era molto più forte e determinava la politica luganese senza cercare alleati, ma dalla perdita del sindacato non è più così e comincia ad esserci una certa consapevolezza che per essere ancora determinanti bisogna guardarsi intorno». In ogni caso, annota Beltraminelli, «noi siamo aperti al dialogo per capire se ci sono i temi comuni per qualificare una politica centrista». E a questo proposito, il presidente sezionale osserva che «il cambio del nome ci ha permesso di posizionarci meglio sullo scacchiere politico; è positivo che secondo Badaracco il PLR sia un partito di centro: se ci sarà modo di collaborare, ben venga».

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