Gaza

UNRWA: «Un piccolo gruppo di dipendenti accusato, e voi sospendete i fondi»

«Esorto i Paesi a riconsiderare le loro decisioni, la vita delle persone a Gaza dipende da questo sostegno e così anche la stabilità regionale»
© KEYSTONE (EPA/HAITHAM IMAD)
Ats
27.01.2024 22:13

«Nove Paesi ad oggi hanno temporaneamente sospeso i loro finanziamenti all'UNRWA. Queste decisioni minacciano il nostro lavoro umanitario in tutta la regione, inclusa e soprattutto nella Striscia di Gaza. È scioccante vedere una sospensione dei fondi in reazione alle accuse contro un piccolo gruppo di dipendenti, soprattutto considerando l'azione immediata intrapresa dall'UNRWA risolvendo i loro contratti e chiedendo un'indagine trasparente e indipendente». Così in una nota il commissario generale dell'agenzia Philippe Lazzarini.

Tra i Paesi che hanno annunciato la sospensione dei finanziamenti all'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), si è aggiunta questa sera la Germania. Berlino li ha sospesi finché la questione del possibile coinvolgimento di alcuni dei suoi dipendenti nell'attacco del 7 ottobre non sarà risolta.

«Finché questo non sarà chiarito, la Germania, in accordo con gli altri Paesi donatori, non darà temporaneamente la sua approvazione per nuove risorse per l'UNRWA a Gaza», hanno annunciato i ministeri degli Esteri e dello Sviluppo, precisando che «per il momento non vi è alcun impegno pendente». «Esorto i Paesi che hanno sospeso i loro finanziamenti a riconsiderare le loro decisioni prima che l'UNRWA sia costretta a sospendere la sua risposta umanitaria. La vita delle persone a Gaza dipende da questo sostegno e così anche la stabilità regionale», ha chiesto Lazzarini nella nota.

«L'Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi di supervisione interna (Oios), la massima autorità investigativa nel sistema delle Nazioni Unite, è già stato investito di questa questione molto grave», ha affermato Lazzarini nella nota. «L'UNRWA è la principale agenzia umanitaria a Gaza, da cui dipendono oltre 2 milioni di persone per la loro mera sopravvivenza. Molti soffrono la fame mentre il tempo stringe verso una carestia incombente. L'agenzia gestisce rifugi per oltre 1 milione di persone e fornisce cibo e assistenza sanitaria di base anche al culmine delle ostilità».

«Nella sua sentenza di ieri, la Corte internazionale di giustizia ha ordinato che Israele deve adottare misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura dei servizi di base e dell'assistenza umanitaria urgentemente necessari per affrontare le condizioni di vita avverse affrontate dai palestinesi nella Striscia di Gaza», ha poi ricordato Lazzarini. «L'unico modo per farlo è attraverso la cooperazione con i partner internazionali, in particolare l'UNRWA il più grande attore umanitario a Gaza» e «sarebbe estremamente irresponsabile sanzionare un'agenzia e un'intera comunità a causa di accuse di atti criminali contro alcuni individui, soprattutto in un momento di guerra, sfollamento e crisi politica nella regione».

«Nel frattempo, un'indagine dell'Oios sulle atroci accuse stabilirà i fatti. Inoltre, come ho annunciato il 17 gennaio, una revisione indipendente da parte di esperti esterni aiuterà l'UNRWA a rafforzare il proprio quadro per la stretta aderenza di tutto il personale ai principi umanitari», ha evidenziato il commissario.

«Lazzarini, per favore dimettiti». Lo scrive su X il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz rispondendo alla dichiarazione del commissario generale dell'Unrwa, Philippe Lazzarini, che ha definito «scioccanti» le decisioni di alcuni Paesi di sospendere i fondi per l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi.

Intanto, l'ufficio stampa di Hamas ha reso noto che un giornalista ha perso la vita oggi a Gaza, portando il numero dei reporter morti durante il conflitto nella Striscia a 120. Lo scrive Al Jazeera. «Il numero dei giornalisti martiri è salito a 120 giornalisti dall'inizio della guerra genocida nella Striscia di Gaza», ha affermato l'ufficio stampa di Hamas in una nota. Al Jazeera precisa che il giornalista si chiamava Iyad Ahmed al-Rawag, ed era «conduttore televisivo e presentatore del programma su Sawt Al-Aqsa Radio, morto in un attacco israeliano al campo profughi di Nuseirat nel centro di Gaza».

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