Società

Vacanze sempre più costose: su del 10%

Pesano le guerre in corso, ma anche gli strascichi della pandemia - Nettuno (Hotelplan): «Il last minute è finito, ora serve muoversi in anticipo per risparmiare» - Capone (Kuoni): «Pur di partire, si accorcia la permanenza»
© CdT/Gabriele Putzu
Martina Salvini
27.05.2024 06:00

«Un nostro cliente ha voluto replicare la vacanza dello scorso anno. Stessa settimana, stesso albergo e identico volo, ma ha pagato l’8-10% in più». Davide Nettuno, portavoce di Hotelplan, non ci gira attorno: il rincaro c’è, eccome. Lo si vede dai prezzi dei voli, dove ormai il concetto di low-cost sembra essere superato. E lo si vede anche dagli alberghi che, lamentando ancora il danno subito con lo stop forzato della pandemia, hanno rialzato le tariffe. «In generale - osserva Nettuno - siamo attorno a un +10% tra voli e hotel. Però non bisogna generalizzare: se alcune destinazioni, o anche singole strutture, hanno aumentato moltissimo i prezzi, altre hanno mantenuto una certa stabilità».

Per quando riguarda gli alberghi, osserva da parte sua Fabio Capone, responsabile di Kuoni per il Sopraceneri, a influire sulle tariffe sono ancora gli effetti della pandemia. «Il coronavirus ha scompaginato tutto. Alcuni hotel sono rimasti chiusi a lungo e hanno poi dovuto reinvestire molto per riuscire a riaprire, oltre a dover fare i conti con la difficoltà di reperire personale. Tutto ciò ha avuto grandi ripercussioni sui costi. Per non parlare poi delle strutture che hanno chiuso definitivamente, riducendo l’offerta e andando così a incidere sui prezzi». In generale, per le mete del Mediterraneo, Capone ha osservato un incremento del 5% nell’ultimo anno. «Un aumento che si va a sommare a quello - decisamente maggiore - già osservato nel biennio precedente».

Discorso diverso, almeno in parte, per i voli, non ancora e non ovunque tornati ai livelli pre-COVID. «Rispetto al periodo pre-pandemico, i vettori hanno meno capacità di trasporto e, di fronte a una richiesta alta, i prezzi dei biglietti salgono», sostiene Nettuno. Per alcune destinazioni, inoltre, il rialzo dei prezzi è una conseguenza delle guerre in corso. «La chiusura dello spazio aereo russo, ad esempio, fa sì che si debba aggirare il Paese, allungando la rotta. Per andare in Giappone, quindi, ci si impiegano fino a due ore in più. E questo ha un impatto anche sui prezzi dei voli, i cui maggiori costi ricadono sui passeggeri», prosegue il portavoce di Hotelplan. Per le rotte del Mediterraneo e del Nord Europa, gli fa eco Capone, l’incremento è tra il 3 e il 5% su base annua. «Non ci sono solo cattive notizie, però. Alcune destinazioni sul lungo raggio hanno infatti subito una diminuzione. Gli Stati Uniti e il Canada possono garantire una maggiore offerta rispetto agli anni scorsi, e quindi anche prezzi più concorrenziali». Addirittura, per il Nord America il costo dei biglietti sarebbe in calo del 10%. «Non a caso - evidenzia Capone - per queste due destinazioni le prenotazioni sono in forte aumento. A patto, però, che si prenoti per tempo: acquistare adesso un biglietto per luglio, sarebbe ben più costoso. Chi si è mosso in febbraio, invece, ha trovato tariffe vantaggiose».

Arriva il «first minute»

Muoversi in anticipo, già. Le prenotazioni all’ultimo momento, che funzionavano bene fino a qualche anno fa garantendo un certo risparmio, sembrano ormai non funzionare più. «Anzi - dice Nettuno - oggi il mercato premia chi prima arriva. Possiamo parlare di una sorta di firstminute, che ha soppiantato forse definitivamente il lastminute». Insomma, più la data di partenza si avvicina e più il prezzo rischia di essere alto. «E questo è anche il motivo principale per cui cerchiamo di sensibilizzare la nostra clientela a prenotare con largo anticipo. Una volta, per avere prezzi stracciati, si aspettava all’ultimo minuto. Si aveva poca scelta ma anche buone offerte di prezzo. Oggi non è più così: più la struttura alberghiera o l’aereo sono vuoti e più il cliente può beneficiare di tariffe interessanti. Al contrario, le ultime disponibilità vengono di solito vendute a prezzi ben più alti».

L’aumento, dicevamo, non è stato generalizzato. Tra le mete che hanno però conosciuto un’esplosione di costi c’è la vicina Italia. «Negli ultimi anni è diventata molto cara», dice Nettuno. «Soprattutto le zone del Sud, in particolare Puglia, Sicilia e Sardegna. In un villaggio in Puglia, a fine luglio, una famiglia può arrivare a spendere fino a 11 mila franchi in quattro». Per questo, gli operatori del settore non stentano a definirle mete quasi off-limits per molti viaggiatori. «La Grecia, vive della notorietà acquisita nel corso degli anni e vede i suoi prezzi in costante aumento, la Spagna - perlomeno le Baleari - mantiene anch’essa prezzi medio-alti. Ma è certamente l’Italia ad aver alzato, quasi in maniera spropositata, i prezzi», aggiunge Nettuno. Per alcune destinazioni è però già arrivata la doccia fredda. «I prezzi erano già saliti alle stelle lo scorso anno e infatti per alcune regioni il mercato si è contratto del 15-20%», fa notare Capone. «La Puglia è cresciuta moltissimo in termini di notorietà nell’ultimo decennio, facendo lievitare di pari passo i prezzi. La Sardegna beneficia da sempre di un mercato molto particolare - di VIP e persone facoltose - che permette di mantenere elevate le tariffe». Altre mete, invece, come la Toscana, hanno approfittato del boom turistico durante la pandemia per rialzare i prezzi, senza poi ritoccarli una volta terminato il periodo COVID. «Quando poi però il mercato ha riaperto, e si è allargata la concorrenza con altre destinazioni, hanno registrato una battuta d’arresto. E questo dovrebbe forse indurre alcune destinazioni a rivedere i prezzi».

Pochi rinunciano

Malgrado gli aumenti generalizzati, per molti la vacanza rimane comunque un appuntamento irrinunciabile. «Da quanto possiamo osservare - spiega Capone - per chi lavora le vacanze estive sono sempre in cima alla lista dei desideri. Visti i rincari, pur di non rinunciare a partire, sempre più clienti optano per una riduzione del numero di notti, abbassando così anche il budget da investire per la vacanza. Accanto ai pacchetti più classici di 7 e 14 giorni, infatti, oggi è possibile anche offrire alternative che consentano di risparmiare». Secondo Nettuno, invece, la parola chiave è flessibilità. «Un esempio? Anziché fare la settimana da sabato a sabato, si può ipotizzare di partire di venerdì e tornare magari il lunedì. In settimana, infatti, i prezzi si abbassano. O ancora: al posto di prendere un albergo sul mare si può optare per una struttura a 50-100 metri dalla spiaggia, dove la stanza costa già un 20% in meno». Piccoli accorgimenti, dice Nettuno, che però possono limitare le spese.

Se l’Italia è quasi off-limits, ecco dove andare

L’Italia, sostengono gli operatori del settore turistico, sta diventando una meta inavvicinabile ai più. Che fare, dunque? Per gli amanti del Mediterraneo, le alternative a prezzi più bassi non mancano. A partire dalla Spagna. Sì perché se le Baleari si mantengono sempre piuttosto care, altre destinazioni sono ancora a buon mercato. «Per esempio - dice Davide Nettuno di Hotelplan - se si sceglie la parte più a Sud dell’Andalusia, i prezzi sono molto buoni». In riferimento a una vacanza balneare, anche d’estate, sono poi da scoprire alcuni Paesi del Nord Africa. «Egitto e Tunisia - spiega Fabio Capone di Kuoni - sono, insieme alla Turchia, i Paesi con i prezzi più vantaggiosi. È vero che, per quanto riguarda l’Egitto, non si tratta di una località particolarmente nota per le vacanze estive per via del caldo intenso, ma considerando il cambiamento climatico - e le estati sempre più calde anche alle nostre latitudini - sta diventando piuttosto attrattiva». Per le famiglie, invece, può risultare particolarmente interessante la crociera. «È una modalità di vacanza che sta tornando di moda», conferma Nettuno. «La crociera offre pacchetti tutto compreso e la possibilità di girare il Mediterraneo e di visitare più località in una sola settimana». Oltretutto a prezzi vantaggiosi: «Per una famiglia di cinque persone - due adulti e tre figli -una crociera nel Mediterraneo viene a costare circa 850 franchi a testa, tutto compreso. Un rapporto qualità-prezzo molto buono».  

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