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La Corte internazionale di Giustizia: Israele non ha dimostrato che parte del personale dell'UNRWA sia membro di Hamas – La replica: «È vergognoso, quegli organi sono diventati focolai di terroristi» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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21:26
21:26
L'UE e l'Egitto chiedono «un accesso umanitario sicuro, rapido e senza ostacoli»
L'UE e l'Egitto restano «profondamente preoccupate per la catastrofica situazione umanitaria a Gaza» e chiedono «un accesso umanitario sicuro, rapido e senza ostacoli e il ripristino dei servizi essenziali, comprese in particolare le infrastrutture mediche.
Garantire la fornitura di piena assistenza umanitaria alla Striscia di Gaza, con un ruolo centrale per le Nazioni Unite e le sue agenzie, tra cui l'Unrwa, costituisce una priorità fondamentale». Lo si legge nel comunicato congiunto al termine del vertice Ue-Egitto a Bruxelles.
17:40
17:40
La replica di Israele: «È vergognoso, quegli organi sono diventati focolai di terroristi»
L'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Danny Danon, ha dichiarato che il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia sul blocco degli aiuti a Gaza è «vergognoso».
«Stanno accusando Israele di non aver collaborato con gli organi delle Nazioni Unite... Dovrebbero incolpare se stessi. Quegli organi sono diventati focolai di terroristi. Prendiamo ad esempio l'Unrwa... un'organizzazione che ha sostenuto Hamas per anni», ha affermato Danon, avvisando che Israele respinge il tentativo di farsi imporre «misure politiche».
17:05
17:05
Israele non ha dimostrato che parte del personale dell'Unrwa sia membro di Hamas
Israele non ha dimostrato che parte del personale dell'Unrwa sia membro di Hamas. Lo ha stabilito la Corte internazionale di Giustizia aggiungendo che Lo Stato ebraico deve «facilitare i programmi di aiuto a Gaza, anche quelli dell'Agenzia dell'Onu».
«La Corte ritiene che Israele non abbia dimostrato le sue accuse secondo cui una parte significativa dei dipendenti dell'Unrwa sarebbero 'membri di Hamas... o di altre fazioni terroristiche'», afferma il presidente della Corte internazionale di giustizia Yuji Iwasawa.
Israele ha vietato all'Unrwa di operare sul suolo israeliano dopo aver accusato alcuni membri del suo personale di aver preso parte all'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 che ha scatenato la guerra. «In quanto potenza occupante, Israele è obbligato a garantire i bisogni primari della popolazione locale, compresi i beni essenziali per la loro sopravvivenza», afferma Iwasawa.
15:26
15:26
Rubio domani in Israele, venerdì l'incontro con Netanyahu
Il segretario di Stato americano Marco Rubio arriverà domani in Israele: lo ha annunciato una portavoce del governo israeliano, annunciando la terza visita di un alto funzionario di Washington questa settimana.
Mentre il vicepresidente JD Vance e l'inviato speciale Steve Witkoff sono già nel paese per promuovere il piano per porre fine alla guerra a Gaza, Shosh Bedrosian ha detto ai giornalisti che Rubio incontrerà venerdì il primo ministro Benjamin Netanyahu.
14:29
14:29
A Gaza già individuate 560 mine e ordigni inesplosi: l’ONU avverte, «il pericolo è solo all’inizio»
Gli sminatori dell'ONU, entrati in azione a Gaza subito dopo l'accordo di cessate il fuoco, hanno già identificato non meno di 560 mine antiuomo e ordigni esplosivi tra le rovine dell'enclave, e questo è solo l'inizio.
«Conosceremo la vera portata della contaminazione solo una volta che sarà stata condotta un'indagine completa», ha spiegato Luke David Irving, capo del servizio di sminamento delle Nazioni Unite (UNMAS) nei Territori palestinesi occupati. «Decenni di esperienza ci hanno insegnato che quando un conflitto finisce, gli ordigni inesplosi continuano a mutilare e uccidere», ha avvertito Irving.
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), dall'inizio della guerra quasi 42'000 persone hanno subito lesioni invalidanti a causa delle mine antiuomo nell'enclave palestinese.
«Solo all'inizio di questo mese, cinque bambini sono stati feriti, due molto gravemente, dopo aver maneggiato i resti delle armi tra le macerie», ha detto Irving.
Man mano che le persone tornano nella loro terra, la minaccia cresce. Sotto i mucchi di cemento e rottami metallici, le bombe dormienti non si preoccupano degli accordi di pace.
«Il rischio aumenterà nei prossimi giorni, settimane e anni, mentre le persone cercano di recuperare ciò che resta delle loro case e i bambini giocano nelle aree colpite dai combattimenti», ha avvertito il funzionario delle Nazioni Unite.
L'UNMAS stima che sarà necessario rimuovere tra i 50 e i 60 milioni di tonnellate di detriti, spesso pieni di munizioni. Innanzitutto gli sminatori mettono in sicurezza le strade vitali, gli ospedali, le stazioni d'acqua e le panetterie.
A sostenere il programma di sminamento figurano la Svizzera, l'Unione europea, l'Italia, la Polonia, il Portogallo, la Nuova Zelanda e la Repubblica di Corea.
14:16
14:16
Israele ha restituito i corpi di 30 palestinesi
Israele ha restituito a Gaza i corpi di 30 palestinesi, portando il numero totale di persone consegnate nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco a 195, ha dichiarato il ministero della salute nel territorio controllato da Hamas.
In base all'accordo mediato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Israele avrebbe dovuto restituire i corpi di 15 palestinesi per ogni israeliano deceduto restituito.
L'esercito israeliano ha dichiarato che i resti di altri due ostaggi restituiti ieri da Gaza sono stati identificati come quelli di Aryeh Zalmanovich e del sergente maggiore Tamir Adar.
12:26
12:26
Knesset, la commissione di controllo blocca l’inchiesta statale sul 7 ottobre
La Commissione di controllo dello Stato della Knesset boccia la proposta di istituire una commissione statale d'inchiesta sull'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, bloccando così un tentativo guidato dall'opposizione di avviare un'indagine ufficiale e imparziale sulle mancanze prima e durante l'attacco. Lo scrive il «Times of Israel».
I membri del comitato di coalizione del partito al governo Likud e dei partiti ultraortodossi Shas e United Torah Judaism votano contro la mozione, mentre i parlamentari dell'opposizione Yesh Atid, Blu e Bianco e Ra'am l'hanno sostenuta.
La proposta avrebbe consentito a un comitato, ai sensi della legge sul controllore dello Stato, di indagare sugli eventi che hanno circondato l'attacco guidato da Hamas, che ha portato all'uccisione di circa 1'200 persone e al rapimento di 251, nel peggiore fallimento della sicurezza e dell'intelligence del paese, nonché sulla guerra che ne è seguita.
Il Consiglio di ottobre, che rappresenta oltre 200 famiglie in lutto, accusa la coalizione di «nascondere la verità» e dichiara che «il periodo di grazia per la Knesset è terminato», promettendo di continuare a esercitare pressioni pubbliche finché non verrà istituita un'inchiesta statale.
12:10
12:10
Vance. «abbiamo un compito arduo, ma sono ottimista»
«Abbiamo davanti a noi un compito molto, molto arduo: disarmare Hamas e ricostruire Gaza, migliorare la vita della popolazione di Gaza e garantire che Hamas non rappresenti più una minaccia per i nostri amici in Israele. Non è facile. Non ho mai detto che fosse facile. Ma sono ottimista sul fatto che il cessate il fuoco reggerà e che potremo effettivamente costruire un futuro migliore per l'intero Medio Oriente... Ma questo richiederà un po' di lavoro». Lo ha affermato il vicepresidente americano JD Vance in una conferenza stampa insieme al premier israeliano Benyamin Netanyahu, al termine del loro incontro a Gerusalemme.
Alla domanda perché gli Stati Uniti continuino a inviare diversi funzionari di alto livello in Israele nonostante il cessate il fuoco sia in buone condizioni, Vance ha risposto che «non si tratta di monitorarlo, nel senso di monitorare un bambino piccolo (...) È importante che l'amministrazione si assicuri che il nostro personale continui a fare ciò che gli chiediamo».
Da parte sua Netanyahu, riportano i media israeliani, ha affermato che «stiamo semplicemente creando un giorno dopo incredibile con una visione completamente nuova di come avere un governo civile, di come garantire la sicurezza lì, di chi potrebbe garantire tale sicurezza lì. Non sarà facile, ma penso che sia possibile (...) stiamo davvero creando un piano di pace e un'infrastruttura là dove non esisteva nulla nemmeno una settimana e un giorno fa. Ci vorrà molto lavoro. Ci vorrà molta ingegnosità».
Il premier ha quindi dichiarato che l'idea che Israele sia uno Stato cliente degli Stati Uniti è una «sciocchezza». «Voglio essere molto chiaro», ha detto rispondendo a una domanda in merito così come riporta il «Times of Israel». «Una settimana dicono che Israele controlla gli Stati Uniti. La settimana dopo dicono che gli Stati Uniti controllano Israele. Sono tutte sciocchezze».
«Abbiamo una partnership, un'alleanza di partner», ha affermato, «che condividono valori e obiettivi comuni. Possiamo discutere, possiamo avere disaccordi ma nel complesso no e nell'ultimo anno abbiamo raggiunto un accordo non solo sugli obiettivi, ma anche su come raggiungerli».
Netanyahu ha pure detto che Israele è riuscito a «mettere il coltello alla gola di Hamas, e quello è stato lo sforzo militare guidato da Israele, e l'altro sforzo è stato quello di isolare Hamas nel mondo arabo e musulmano, cosa che penso il presidente degli Stati Uniti abbia fatto brillantemente con la sua squadra».
Da parte sua Vance ha sottolineato che gli Stati Uniti non vogliono «uno stato vassallo, e Israele non è questo. Non vogliamo uno stato cliente, e Israele non è questo. Vogliamo una partnership. Vogliamo un alleato qui».
«Il presidente (Donald Trump) ritiene che Israele, insieme ai nostri alleati arabi del Golfo, possa svolgere un ruolo di leadership molto positivo in questa regione, al punto che, francamente, agli Stati Uniti non importerà più nulla del Medio Oriente, perché i nostri alleati nella regione stanno intensificando gli sforzi, prendendo il controllo e la proprietà della loro area del mondo. Questo non significa che non abbiamo interessi qui», continua Vance.
«Non significa che non ci interessi ciò che accade qui. Ma in realtà vediamo questa come un'opportunità per costruire sulla base degli Accordi di Abramo. Credo che questo accordo di Gaza sia un elemento fondamentale per sbloccare gli Accordi ma ciò che potrebbe consentire è una struttura di alleanza in Medio Oriente che persevera, che dura, che permette alle brave persone in questa regione del mondo di farsi avanti e prendersi la responsabilità del proprio territorio. Questo è nel migliore interesse degli Stati Uniti. Penso che sia anche nel migliore interesse di Israele».
11:51
11:51
Hakan Fidan incontra a Doha la leadership di Hamas: presenti anche i servizi segreti turchi
Il ministro degli esteri turco Hakan Fidan ha avuto un incontro ieri sera a Doha con il presidente del Consiglio Shura di Hamas, Muhammad Ismail Darwish, e membri dell'ufficio politico dell'organizzazione palestinese. Lo riporta lo stesso ministero degli esteri turco, aggiungendo che all'incontro nella capitale del Qatar ha partecipato anche il capo dei servizi segreti di Ankara, Ibrahim Kalin.
09:53
09:53
Hamas assicura lo stop a esecuzioni pubbliche
Hamas ha detto ai mediatori che fermerà le esecuzioni pubbliche di membri di bande rivali, dopo che i mediatori hanno sostenuto che tali azioni avrebbero potuto dare a Israele una scusa per riprendere i combattimenti. Lo hanno affermato funzionari arabi secondo quanto scrive il «Wall Street Journal».
07:29
07:29
Hamas resta fedele all’accordo per Gaza, ma accusa Israele di «ripetute violazioni»
Hamas rimane fedele all'accordo per Gaza nonostante quelle che ha definito «ripetute violazioni» da parte di Israele. Lo ha dichiarato una delegazione del gruppo terroristico durante un incontro con funzionari del governo turco, riporta il «Times of Israel». Ieri, durante la visita in Israele, il vicepresidente statunitense J.D. Vance ha avvertito Hamas che verrà «annientato» se non si disarma.
06:23
06:23
Il punto alle 06.00
Le autorità israeliane hanno confermato l’identità dei due ostaggi i cui resti sono stati restituiti ieri sera da Gaza. Si tratta di Arie «Zalman» Zalmanowicz, 85 anni, del kibbutz Nir Oz, e di Tamir Adar, 38 anni, anch’egli residente nella stessa comunità.
Zalmanowicz era stato rapito dalla sua abitazione durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Secondo le Forze di difesa israeliane (Idf), è morto in prigionia il 17 novembre dello stesso anno. Le indagini forensi sono ancora in corso per chiarire le cause del decesso. Un altro ex ostaggio, Farhan al-Qadi, liberato nell’agosto 2024, ha raccontato di aver condiviso con lui un ricovero in un ospedale di Gaza e di aver assistito alla sua morte, causata – a suo dire – da mancanza di cure, malnutrizione e negligenza. Zalmanowicz lascia due figli, Boaz e Yoav, e cinque nipoti; la moglie Ruth era morta nel 1997.
Il secondo corpo identificato è quello di Tamir Adar. Il 38enne era stato ucciso mentre cercava di respingere l’assalto a Nir Oz il 7 ottobre e il suo cadavere era stato portato a Gaza da miliziani di Hamas.
Sul piano politico e militare, Hamas afferma di rispettare il cessate il fuoco a Gaza, accusando Israele di violazioni, ma ha fatto sapere di essere pronta a consegnare altri corpi di ostaggi. In visita in Israele, il vicepresidente americano J.D. Vance ha avvertito che il gruppo palestinese rischia di essere «annientato» se non deporrà le armi. Secondo il New York Times, a Washington cresce l’apprensione che Benjamin Netanyahu possa rompere la tregua e riprendere le operazioni militari.
Dal Vaticano arriva intanto una dura condanna contro le violenze dei coloni israeliani in Cisgiordania, denunciate come ingiustificate e inaccettabili, soprattutto nei confronti delle comunità cristiane locali.
A Gaza, gli aiuti umanitari continuano ad arrivare ma restano insufficienti, mentre Hamas ha annunciato che consegnerà a breve i corpi di altri ostaggi. Nel frattempo proseguono i contatti regionali e internazionali per consolidare la tregua e garantire assistenza alla popolazione civile.
