Vaud abbassa le imposte

La feroce polemica inscenata dalla sinistra vodese contro Valérie Dittli perché aveva mantenuto il domicilio fiscale a Zugo durante i suoi studi a Losanna, prima di essere eletta in Consiglio di Stato, si è rivelata un comico boomerang. Anziché dimissionare – come chiedeva a gran voce il Partito socialista – la giovanissima esponente del Centro e nuova responsabile delle finanze vodesi che cosa ha fatto? Ha fatto tesoro della politica fiscale del proprio Cantone d’origine, Zugo… e ha clamorosamente abbassato le tasse a Vaud. Possiamo immaginare il sollievo dei contribuenti vodesi che da decenni sono spremuti come limoni. In un momento in cui i cittadini sono disperati per gli aumenti del costo della vita, dei premi di cassa malattia e della bolletta dell’elettricità, una riduzione delle imposte rappresenta un’insperata boccata di ossigeno.
Durante due sedute di accesissimi dibattiti, la maggioranza del Gran Consiglio vodese ha approvato alcuni giorni fa la proposta di Valérie Dittli e del Consiglio di Stato di ridurre del 3,5% l’imposta cantonale sul reddito delle persone fisiche, riforma che entra in vigore già a partire dal prossimo mese di gennaio. A ruota è prevista anche una riduzione dell’imposta sulla sostanza. Combattuta dall’UDC (che voleva una riduzione maggiore, del 4,5%) e dal PS (che l’ha osteggiata strenuamente, contrapponendole un forfait individuale di 112 franchi), la riforma comporterà minori entrate per l’erario vodese pari a 105 milioni. «Una misura equilibrata, ragionevole e sostenibile, che darà sollievo a tutti i contribuenti» – ha detto Valerie Dittli – e che non mette in pericolo il preventivo 2024. La proposta caldeggiata dall’UDC è stata bocciata rapidamente. Quanto al forfait individuale avanzato dal PS, non ha convinto il Parlamento. I socialisti hanno contestato la riduzione fiscale perché – hanno affermato – «avvantaggia i ricchi, lasciando poche gocce agli altri», ma durante il dibattito la loro proposta è stata considerata debole, visto che «un forfait individuale non tiene conto della progressività dell’imposta». Sul dibattito aleggiava la consapevolezza che Vaud è a tutt’oggi – dopo Neuchâtel – il Cantone svizzero che tassa di più le persone fisiche.
Perseguendo una strategia fiscale che avvantaggia le aziende e tartassa pesantemente i singoli individui. Il Cantone sul Lemano sta portando avanti da un paio di decenni a marce forzate un’incisiva politica di crescita basata sull’ attrazione di imprese straniere tramite forfait fiscali molto allettanti. Una politica che secondo le stime cantonali dovrebbe portare entro il 2040 il numero degli abitanti del Cantone a 1,2 milioni (grazie all’arrivo di nuova manodopera specializzata europea ed extra-europea con le loro famiglie). Ciò comporta, insieme agli indubbi benefici della crescita, un’esplosione incontrollata del settore dell’edilizia e problemi di viabilità che vengono guardati con preoccupazione anche dagli ambientalisti. Se si considera questo fenomeno e la politica di tassazione molto elevata per le persone fisiche, la qualità della vita – afferma lo storico imprenditore e politico Guillaume Morand, indipendente che ha raggiunto recentemente i Verdi liberali – diventa insopportabile nel Canton Vaud. «Stiamo diventando come una città cinese» – ha denunciato recentemente Morand –. Rispetto all’era di Pascal Broulis – carismatico ministro liberale delle finanze, che col socialista Pierre Yves Maillard aveva costruito un’alleanza radicalsocialista durata quasi vent’anni – l’era della coppia tutta al femminile Christelle Luisier (attuale presidente liberale del Governo vodese) e Valérie Dittli (giovanissima esponente del Centro e grande sorpresa delle ultime elezioni cantonali) inaugura una politica manifestamente assai diversa. Cominciando dalla riduzione delle imposte. Il vento sta girando.